Ieri sera speciale di Che tempo che fa dedicato a Gomorra o, più precisamente, a Roberto Saviano.
Ho seguito la trasmissione in silenzio, pensando a quanto sia sempre stato lontano da questo genere di pensieri, barricato dietro a un atteggiamento da (pseudo)blogger che parla e sparla di tutto ciò di cui è facile mettere in discussione le fondamenta, con la leggerezza dell'incoscienza e di chi non subisce le conseguenze di quello che dice.
Ero spaventato. Spaventato da quello che può succedere anche in Italia, da come tanti miei concittadini sono condizionati nella loro vita, da come esista un potere alternativo (e forse preponderante) rispetto allo Stato.
Ma quello che più mi fa imbestialire è che Saviano si sia immolato invano. Perché se è vero che se nessuno comincia allora non si arriverà mai in fondo alle cose, allo stesso tempo questo suo rimanere una voce nel nulla (nessuno lo ha seguito alzando un coro) mi fa temere che nulla cambierà. Ancora per qualche tempo.
Guardatevelo.
Ho seguito la trasmissione in silenzio, pensando a quanto sia sempre stato lontano da questo genere di pensieri, barricato dietro a un atteggiamento da (pseudo)blogger che parla e sparla di tutto ciò di cui è facile mettere in discussione le fondamenta, con la leggerezza dell'incoscienza e di chi non subisce le conseguenze di quello che dice.
Ero spaventato. Spaventato da quello che può succedere anche in Italia, da come tanti miei concittadini sono condizionati nella loro vita, da come esista un potere alternativo (e forse preponderante) rispetto allo Stato.
Ma quello che più mi fa imbestialire è che Saviano si sia immolato invano. Perché se è vero che se nessuno comincia allora non si arriverà mai in fondo alle cose, allo stesso tempo questo suo rimanere una voce nel nulla (nessuno lo ha seguito alzando un coro) mi fa temere che nulla cambierà. Ancora per qualche tempo.
Guardatevelo.
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