C'è un certo atteggiamento che contraddistingue un blogger di razza (così almeno sembra): la lode al prodotto (o pensiero o altro) di nicchia e la ricerca del capello, del difetto nel prodotto (o pensiero o altro) di massa.
Questo è quello che sta avvenendo con il V-Day organizzato da Beppe Grillo l'8 settembre in tutte le piazze d'Italia: iniziativa di grande successo, inutile cercare di camuffarlo con i termini qualunquismo, populismo e altri -ismi similari.
Ecco quindi che la rete, in questo caso Massimo Mantellini, inizia a fare le pulci a Grillo. Non per quello che dice. Non per quello che sostiene. Non per quello che ha portato di nuovo (per lo meno per chi ha vissuto la politica negli ultimi 30 anni).
Ma solo perché dice di usare un mezzo solo perché "fa figo". Grillo sostiene a spada tratta l'uso della rete, la sua potenza, la sua capillarità. Dice che il V-Day nasce dalla rete. Ma chi della rete è uno dei re, ed Mantellini lo è, non ci sta. Perché in realtà, sostiene, Grillo la rete non la usa come si dovrebbe. E neppure i suoi lettori.
Forse è vero, ma anche no. Grillo in televisione ci va poco e, quando ci va, è un successo non comune per uno che ha fatto un po' il comico negli anni '80. Grillo fa spettacoli a Teatro, ma lo sappiamo tutti che avrò raccolto si e no mezza milionata di auditori.
Quindi il successo di Grillo dipende dalla rete. Perché vogliamo negarlo? Perché chi si trasforma in un fenomeno sociale deve essere attaccato per queste quisquilie?
Questo è quello che sta avvenendo con il V-Day organizzato da Beppe Grillo l'8 settembre in tutte le piazze d'Italia: iniziativa di grande successo, inutile cercare di camuffarlo con i termini qualunquismo, populismo e altri -ismi similari.
Ecco quindi che la rete, in questo caso Massimo Mantellini, inizia a fare le pulci a Grillo. Non per quello che dice. Non per quello che sostiene. Non per quello che ha portato di nuovo (per lo meno per chi ha vissuto la politica negli ultimi 30 anni).
Ma solo perché dice di usare un mezzo solo perché "fa figo". Grillo sostiene a spada tratta l'uso della rete, la sua potenza, la sua capillarità. Dice che il V-Day nasce dalla rete. Ma chi della rete è uno dei re, ed Mantellini lo è, non ci sta. Perché in realtà, sostiene, Grillo la rete non la usa come si dovrebbe. E neppure i suoi lettori.
Forse è vero, ma anche no. Grillo in televisione ci va poco e, quando ci va, è un successo non comune per uno che ha fatto un po' il comico negli anni '80. Grillo fa spettacoli a Teatro, ma lo sappiamo tutti che avrò raccolto si e no mezza milionata di auditori.
Quindi il successo di Grillo dipende dalla rete. Perché vogliamo negarlo? Perché chi si trasforma in un fenomeno sociale deve essere attaccato per queste quisquilie?
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