Si parla tanto di crisi, di pessimismo (controproducente) e di ottimismo (fastidioso), ma la realtà di questi giorni di spese per i regali natalizi è sotto gli occhi di tutti.
Anche senza considerare casi eclatanti, come l'incasso maggiore nella storia della Rinascente, è difficile non notare come non ci sia molta differenza con gli anni passati. Magari qualche coda in meno alle casse, magari meno ressa davanti allo scaffale dei computer o delle calze. Possiamo parlare di una sensazione di qualche soldo di meno in giro, non certo di un tracollo dell'economia dello shopping.
Quella che secondo me è la verità è una sola: la crisi colpisce forte, ma selezionando (i poveri cristi come sempre, ovviamente) gli sventurati e secondo una modalità tra le peggiori in assoluto.
Non siamo di fronte a un aumento dei prezzi che ci porta a comportarci secondo la litania studioapertiana quest'anno regali utili e un po' meno costosi, ma a migliaia di persone che rimangono senza lavoro e quindi senza reddito.
E per loro niente regali. Niente. Non pochi. Niente. Questa è la crisi.
Anche senza considerare casi eclatanti, come l'incasso maggiore nella storia della Rinascente, è difficile non notare come non ci sia molta differenza con gli anni passati. Magari qualche coda in meno alle casse, magari meno ressa davanti allo scaffale dei computer o delle calze. Possiamo parlare di una sensazione di qualche soldo di meno in giro, non certo di un tracollo dell'economia dello shopping.
Quella che secondo me è la verità è una sola: la crisi colpisce forte, ma selezionando (i poveri cristi come sempre, ovviamente) gli sventurati e secondo una modalità tra le peggiori in assoluto.
Non siamo di fronte a un aumento dei prezzi che ci porta a comportarci secondo la litania studioapertiana quest'anno regali utili e un po' meno costosi, ma a migliaia di persone che rimangono senza lavoro e quindi senza reddito.
E per loro niente regali. Niente. Non pochi. Niente. Questa è la crisi.
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