Moratoria sull'aborto? No, grazie.

Ora, caro Ferrara, la scelta di un manifesto elettorale con fondo bianco per dare rilievo alle parole - così da non confonderle con stucchevoli e banali immagini di genitori e bambini sorridenti - si scontra con l'idiozia di un errore presente in questi pochi caratteri.

BAMBIMI? BAMBIMI? BAMBIMI?

E non mi sono pronunciato sull'anacronistica battaglia portata avanti da quello che fino a poche settimane fa consideravo un grande giornalista, uno dei pochi che riusciva a capire e a spiegare il mondo. Non mi pronuncio.

Il prezzo dei princìpi

Quando si è convinti che un principio è più importante di un compromesso e ci si comporta di conseguenza, allora bisogna anche essere disposti a pagare il prezzo di questa scelta.

E lo so che è doloroso, ma non c'è altra via d'uscita.

Gli date un calmante?

Io capisco tutto. Capisco la pressione elettorale. Capisco il sentirsi in gabbia. Capisco il voler vincere con un distacco ancora più pesante. Capisco gli ultimi colpi di coda di un uomo che ha fondato sulla sua superbia smisurata il suo Impero.

Ma ora dev'essere impazzito: in pratica vorrebbe un prestito dallo Stato, cioè da noi, per far acquistare ai suoi figli e ai loro amichetti, la (quasi ex) compagnia aerea di bandiera? La sua tattica è bloccare per un altro mesetto gli accordi ormai conclusi per concedersi il prestito una volta insediato a Palazzo Chigi? Ma stiamo scherzando? Ma stiamo scherzando?

Rimbocchiamoci le maniche!

L'altro giorno sentivo Maroni che parlava di lavoro e contratti e co.co.co. e quelle cose lì. E una cosa giusta l'ha detta.

Tutti si affannano a rincorrere e a promettere il contratto a tempo indeterminato ad ogni costo, lavoratori e candidati, quando un'azienda medio-piccola, cioè la maggioranza in Italia, possono chiudere da un giorno all'altro. A che serve essere assunti a tempo indeterminato?

Dai dai, rimbocchiamoci le maniche e smettiamola di lamentarci!

Firmato
un lavoratore precario (cioè io)

Di politica, di economia e di altre sciocchezze

Siamo in piena campagna elettorale: i proclami dei candidati si sprecano susseguendosi incessanti, rincorrendosi, accavallandosi. Uno dei temi ricorrenti (com'è ovvio vista l'ampia base) riguarda la crescita dei salari minimi, ritenuta doverosa e promessa da tutti e per tutti.

La voce più ovvia, per storia e ideologia, arriva dalla sinistra. E io sono d'accordo con questa linea, ma mi chiedo: già siamo poco competitivi per i costi del lavoro con buona parte del mondo, quindi alzando ancor di più questa soglia rischiamo grosso.

Meglio creare povertà per gli (inevitabili) esuberi dovuti al taglio della forza lavoro imposta da costi sempre più elevati o un discreto benessere diffuso nella fascia più ampia possibile della popolazione? Io sono per l'accontentarmi. Ché poi non si lamentino per i tagli del personale coloro che oggi gridano all'aumento.

Audi... radio

Seguo molto poco la radio: un po' per mancanza di tempo, un po' per cultura personale. Per due motivi: primo, non posso sopportare di perdermi una parte di discorso, ci impazzisco. Secondo: non posso sopportare che qualcuno scelga la musica per me.

Quindi mi affeziono solo ai programmi che permettono il download dei podcast.

Sono usciti i risultati degli ascolti di Audiradio per questo inizio 2008: molto contento per Radio Deejay (da me odiata nell'adolescenza anti-tunz-tunz) e per la neonata Virgin Radio (che contraddice le mie due ragioni sopra, ma almeno spara musica non (sempre) banale).

Leap ahead

Sono annoiato.
E quando non sono annoiato sono arrabbiato.
Devo trovare una soluzione...

Un bagno d'umiltà non guasterebbe

Non avevamo problemi di Auditel ... eppure le cose funzionavano bene.* 

Bravo Pippo, che bello quando nessuno badava a quello che il pubblico davvero voleva... Anche i politici la pensavano così prima di Mani Pulite! 

E se oggi è il Grande Fratello che tutti (me compreso) criticano e (me escluso) guardano, non è che Nilla Pizzi & Co. avessero questa grande qualità che la patina del tempo gli attribusce. Un po' di umiltà non guasterebbe a nessuno.