Pubblico & Privato

Tutti siamo rimasti stupiti di fronte al fattaccio avvenuto a Milano: una maestra ha tagliato con le forbici la lingua a uno scolaro che parlava troppo. Pubblico sdegno. Io sono rimasto più stupito dal fatto che i giornali titolassero, il giorno dopo, che la maestra rischia il licenziamento. Rischia? E il Ministro che avvia la procedura per la radiazione? Avvia? Non è già stata licenziata?

E poi dicono che i dipendenti pubblici non sono tutelati... non è che lo sono troppo?

Libri & Dischi

Ieri e oggi, parlando con il mio amico MdN, che ha a sua volta tratto ispirazione da Shindra, ci siamo trovati d'accordo sull'esistenza di modi di dire con i quali si è istintivamente d'accordo. Forse non ci si è mai ragionato sopra da tanto è chiaro che è così. Punto.

Per esempio, per quel che riguarda cantanti/band o quant'altro, è (fastidiosamente) ricorrente la frase: Eh... il loro disco migliore è il primo, a cui viene poi aggiunto un seguito che può variare da un ... poi sono diventati commerciali a ... poi si è involuto, fino a ... poi non ha più avuto niente da dire.

La verità è soltanto una: per il primo disco si ha a disposizione il tempo dalla nascita fino alla pubblicazione. Per gli altri un anno o poco più. Chiaro che il risultato migliore si ottenga alla prima prova...

La seconda frase abusata riguarda il mondo cinematografico: Eh... ma il libro è meglio del film. Anche qui perfettamente d'accordo, anche se non riesco a trovare un motivo che la giustichi, se non che nel libro hai molte più armi a disposizione rispetto alla pellicola (soprattutto di ordine psicologico).

Scherzi & Candidi

Io gli scherzi li sopporto poco. Non sono di quelli che se la prendono troppo se sono al centro dello scherzo, ma in generale mi dà fastidio e mi sento poco a mio agio nel subire uno scherzo. E lo stesso vale al contrario: mettere in imbarazzo una persona che sai che ci sta male non vale una risata.

Tutto questo per dire che trovo insopportabili le candid camera (e lo so che il gioco di parole del titolo è etimologicamente sballato). Ma forse, e soprattutto, perché, oltre alla questione di sopra, non c'è mai stato un programma che le valorizzasse. Ricordo Smile di Gerry Scotti millant'anni fa, per passare alle varie strisce di Italia 1 mandate negli orari e con i commentatori più improbabili e fastidiosi. Per arrivare al massimo del teatro costruito e artefatto di Scherzi a parte.

Quelli che... pessimismo e fastidio...

Musica & Scelte

A volte non è possibile non chiedersi cosa passi nella testa dei produttori di dischi. Sì, quelli che tengono in mano i manettini del mixer e che, in fondo, decidono il sound generale dei dischi.

Per esempio, cosa sarà saltato in testa a Steve Lillywhite mentre armeggiava con i potenziometri durante la registrazione della celeberrima Sunday Bloody Sunday contenuta in War, album degli U2?

Perché diavolo ha tenuto quella batteria a così alto volume? Accidenti, la sequenza è solo poco meno che orrenda, e si sente solo quella! Tutto il resto rimane sullo sfondo. E non venitemi a dire che il suono deve rimandare agli spari dell'evento a cui il pezzo è ispirato perché non vi credo...

Camera & Senato

Impossibile non dire due parole su quello che è successo ieri. Molti se lo aspettavano, da una parte e dell'altra.

Da settimane la situazione al Senato era bloccata: la maggioranza aveva paura ad affrontare una discussione di legge con una situazione di 157 a 157 senatori (l'iniziale 158-156 è stato modificato da un fuoriuscito). Quindi non si faceva nulla. Non si poteva andare così per molto (e neanche per poco) contando solo sull'appoggio dei senatori a vita. Certo, solo a pensare che, ancora oggi, Andreotti potesse decidere sulle sorti della politica italiana in maniera così significativa mi faceva venire l'orticaria...

Molti dicono che la colpa della caduta vada ricercata nella mancanza di mentalità di governo
da parte di alcune frange della sinistra più accesa. È vero. Verissimo. Ma siamo sicuri che sia un male? La forma mentis per governare contempla la capacità di scendere a compromessi con i propri ideali; prevede un'abdicazione al programma di Governo se qualcuno non è d'accordo; significa barcamenarsi tra i se e i ma cercando di accontentare tutti. Non sono sicuro che sia un bene avere queste doti...

I due senatori che hanno fatto esplodere la situazione votando contro (o astenendosi che è uguale al Senato - assurdo anche questo) non hanno fatto altro che rendere evidente un disagio noto da tempo. Quindi vanno bene come capri espiatori, ma nulla più.

Un plauso ai due condottieri Prodi e D'Alema che hanno avuto la coerenza e l'eleganza di dimettersi quando qualcun'altro si sarebbe attaccato con le unghie al palchetto per quella che è una non-sconfitta di fatto ma solo di forma: chi penserebbe a una sconfitta clamorosa con 136 contrari, 24 astenuti e 158 voti a favore?

E la politica estera? Una parte della maggioranza non voleva il rifinanziamento alla missione irachena. Io sono d'accordo, ma altri (anzi, altro) urlano da mesi sulla figuraccia che l'Italia farebbe in caso di rinuncia. Intanto Blair, il primo e più fedele e più importante alleato del texano impazzito comincia un silenzioso ma decisivo ritiro. Giuro che non riesco a capire...

Sigle & Fraintendimenti

Stamattina in tv (Omnibus di LA7) si parlava della ricorrenza dei 30 anni del 1977 (!), anno importante per tristi e indimenticabili (purtroppo) eventi legati al terrorismo. Sì, insomma, gli anni di piombo e quella roba lì.

Gli ospiti, tutti reduci... ehm, volevo dire, che hanno vissuto sulla loro pelle quegli avvenimenti (da una parte della barricata o dall'altra) continuavano a parlare di Partito Comunista con la sigla che probabilmente loro hanno usato per tutta una vita. Sarà, ma a me la sigla PC fa venire in mente tutt'altro.

Calcio & Uomini

Domani compie 40 anni Roberto Baggio. Uno dei migliori giocatori di tutti i tempi, forse il più grande giocatore italiano degli ultimi 40 anni. Una persona unica.

Un giocatore che ha attraversato, durante la sua carriera, mille squadre, mille accidenti (fortunati e non), infortuni e risurrezioni (sportive) e oggi è ricordato con affetto da molti tifosi. La sua condotta sportiva non poteva che lasciare simili tracce.

Si è ritirato nel 2004, e da allora è sparito dalle cronache sportive, riapparendo solo per qualche sporadica intervista rilasciata agli organi d'informazione.


Vive lontano dai riflettori, come tanti suoi colleghi meno prestigiosi non riescono a fare. Riesce a non soffrire lontano dal mondo televisivo del calcio. È una persona normale.

Grazie Roberto.

Politica & Pallone

Caro commissario Pancaldi, l'immagine progressista dell'Italia che affida a un disabile una carica tanto prestigiosa non mi interessa. Io giudico l'operato, per quanto mi è possibile, di chi svolge un compito.

E sono rimasto deluso dal suo lavoro. Sguardi colmi di tristezza, persone estranee al mondo del calcio che pontificano sulla situazione dei tifosi, grida di scandalo per la situazione degli stadi italiani, etc... Tutto passato, tutto sistemato in un paio di settimane, molti stadi inspiegabilmente in regola dopo che per mesi e anni avevano sostenuto l'impossibilità di svolgere velocemente i lavori di adeguamento.

Le possibilità sono due: o mentono, e mentite voi istituzioni che date l'omologazione ufficiale o ufficiosa agli impianti, oppure ci hanno/avete preso in giro per anni.

In ogni caso, sia le società sportive, che quelle del mondo del calcio (Federcalcio, Lega e chi per loro), che quelle civili (tribunali, magistrati e prefetti) hanno/avete fatto una figura barbina (per essere elegante) che si merita solo un sorriso amaro di chi crede di capire solo ora che lo sport, quello vero, è scomparso. E non solo per colpa dei vizi delle società, dei deliri dei tifosi e delle furbate dei dirigenti. Anche lei, e l'istituzione che rappresenta, fate parte dello stesso gioco. Truccato.

Sono solo chiacchiere, futili, inutili e stupide chiacchiere.

Prodotti & Slogan

Ma solo io trovo orrendo lo slogan (o pay off o claim, insomma, quelle robe lì) con cui si presenta la stazione radio RTL 102.5? Very Normal People. Già non sopporto l'appellativo VIP, sciommiottarlo mi sembra ancora peggio...

PS: Lo so di aver usato il logo vecchio nell'immagine, ma è quello di cui ho avuto sempre tra le mani gli adesivi (chissà perché poi).

Italia & Innovazione

Oggi ho trovato una frase a suo modo paradossale, ma illuminante e che fa riflettere.

Si parla di progresso e innovazione, in Italia particolarmente difficile, almeno stando a sentire le parole di tutti. Io sono in parte d'accordo, anche se abitando in Lombardia ho visto molti amici o genitori di amici campare (alcuni anche molto bene) proprio attraverso la propria volontà e capacità imprenditoriale.

D'altra parte è vero che non ho mai vissuto in altri paesi e che non posso essere sicuro che negli USA (per fare un esempio) sia così semplice diventare ricchi con un buon progetto. Diciamo che rimango nel mezzo, indeciso se incatenarmi al luogo comune oppure strapparne i collanti.

Ah, la frase che mi ha colpito è stata: Le idee vincenti non devono vendere, devono servire a qualcuno.

Questa è la verità, nuda e cruda, magari correggendo un po' il tiro con un non devono solo vendere, ...

Riporto un altro pezzo dell'articolo, altrettanto illuminante:

Fare impresa in Italia vuol dire:
1. Trovare clienti per prodotti o servizi tramite una rete di referenze.
2. Sottopagare chi sviluppi tali prodotti e servizi, o meglio, fare in modo che la produzione costi molto molto meno della vendita.
3. Accumulare l'utile, o utilizzarlo per ampliare questo meccanismo.
Qualcuno osa contraddire queste parole?

Consigli & Link

Quasi obbligatorio... pubblicata un'intervista a Paolo Corsini, fondatore e direttore di Hardware Upgrade.

Testi & Canzoni [3]

Inverno. Domenica pomeriggio. Sono in auto diretto verso un centro commerciale. La musica non è un disco di un ricercato sassofonista sudafricano ma una stazione radio che spara Cesare Cremonini, Padremadre.

Messa così appare come la più evidente esemplificazione del disagio giovanile in avanzato stato di decomposizione. Non cercherò di corrompervi, ma, credetemi, tutta la situazione è il risultato di un bel po' di roba che ha giocato a mio sfavore (e un po' me la sono anche andata a cercare).

Mi sono messo lì, posto passeggero anteriore, sprofondato nel sedile, ad ascoltare un po' il testo della canzone. Giusto per non avere altro da fare. Come al solito mi sono stupito del fatto che il refrain (ritornello per gli italianisti), fosse concettualmente completamente (leggeri questi due avverbi consecutivi, eh?) sballato. Come direbbe il guidatore dell'auto di ieri pomeriggio, vi spiego...

Il ritornello recita così: Ma se, una canzone che stia al posto mio non c'è, eccola qua. È come se, foste con me.

Ora: la canzone è dedicata ai suoi (di Cremonini) genitori che, avendo un figlio diventato famoso in giovanissima età, se lo saranno visti sparire dalla circolazione casalinga e cittadina. Sono genitori come tutti gli altri, gli sarà dispiaciuto. Ecco allora che avranno detto: Figliolo, ci manchi. Lui avrà risposto: Ma sì, pensate che ogni volta che ascoltate una mia canzone potete sentirmi ancora come se fossi lì. Quindi loro ribattono: Beh, dai, Cesare, non è proprio la stessa cosa.

Quindi la frase, Ma se, una canzone che stia al posto mio non c'è, eccola qua non funziona. Loro dicono che una canzone non potrà mai sostituire il proprio figlio. Lui risponde dicendo che questa canzone sta al posto suo. Un discorso tra sordi... Meglio sarebbe stato dire: Anche se una canzone che stia al posto mio non c'è, prendetela come un regalo.

E la frase È come se, foste con me, sarebbe stata corretta se fosse stata: È come se io fossi con voi. Altrimenti non regge...

Le puntate precedenti di Testi & Canzoni: [1] - [2]

Autostrade & Segnalazioni

A volte la necessità di contrarre le indicazioni sui cartelli autostradali rende l'informazione per l'automobilistica quanto meno criptica. Questa sera l'indicazione era: Ostacoli tra Cavenago e Dalmine.

Mi sono preoccupato... e come faccio a saltare gli ostacoli? Non ho il turbo boost di Supercar...

Giornali & Internet

Leggo, per una volta, un articolo interessante su corriere.it (ah, ovviamente era un articolo preso da un altro sito), secondo il quale i motori di ricerca mettono in crisi l'abilità, la fantasia e il mestiere dei giornalisti.

Risassumo in due righe: per un giornalista è essenziale, come per chiunque altro, che un suo articolo immesso in rete sia trovato. La maggior parte dei visitatori arriva dopo una ricerca attraverso un motore specializzato (che sia google, yahoo o msn). È quindi importante che chi cerca quella notizia sia in grado di ritrovarla. Poiché i motori di ricerca sono stupidi, cioè automatizzati, quella capacità di creare suggestioni con i titoli non paga.

Paga, invece, il pragmatismo, la fedeltà alla notizia, la cronaca inscatolata in titoli pertinenti. Non sono così convinto che sia una sconfitta del settore. I grandi giornalisti fanno grande cronaca. Sono stanco di sentir parlare delle grandi penne del passato che sapevano creare magia con i loro scritti come nessun altro, facendo rivivere gli eventi ai lettori come fossero stati presenti.

Sarà vero, ma quella è narrativa, non giornalismo. Io cerco notizie, precise, puntuali, soddisfacenti, esplicitate. Per tutto il resto c'è posto, si accomodino tutti, ma non è quella la base.

Bevande & Drink [13]

Le cose stanno così. Prima, in un bar, c'erano 10 articoli: vino bianco, vino rosso, prosecco, coca-cola, aranciata (e spuma, ad andare indietro un pochino), Vecchia Romagna e Stock '84.

Oggi, fortunatamente, ci sono mille articoli. Il caffé? Puoi prepararlo in mille modi e con diversi ingredienti (decaffeinato, orzo, gingseng, etc...). Il succo? Ci sono almeno 15 gusti. Il the freddo? Almeno verde, pesca, limone aspettando la novità dell'estate. Alcolici? Un'infinità. Bevande leggermente alcoliche? Centinaia: dai Bacardi Breezer alla Smirnoff, Eristoff, Camari Mixx e compagnia al seguito. Birra? Se non ne hai almeno 4/5 tipologie alla spina e una decina in bottiglia sei fuori dal giro. Vino? Beh, oggi sono tutti intenditori (almeno... anzi soltanto a parole), quindi almeno una quindicina di etichette per il bianco e altrettante per il rosso non possono mancare. Panini e piadine? Almeno una ventina con fantastici nomi esotici e la massima disponibilità a mischiare gli ingredienti.

Insomma, l'avrete capito... non se ne esce più.
Però a volte si esagera. L'altro giorno mi viene chiesto un the caldo.

- Benissimo (ne abbiamo una trentina di qualità in bustina e una decina essiccate), quale ti porto?
- Mah... non so... diciamo... beh, dai, uno normale... un the rosso africano deteinato.

A me sembrano tutti impazziti...

Le puntate precedenti di Drink & Bevande: [12] - [11] - [10]

Moda & Taglie

Capita a volte di fare gaffe più o meno gravi. Questa è successa ad un'amica di mia madre.

Milano. Quadrilatero della moda. Via della Spiga. Boutique di Roberto Cavalli. La signora prova un vestito dello stilista, ma si accorge che la taglia 44 le va un po' stretta. Succede. Al che si rivolge alla commessa chiedendo: Scusi, mi può portare la 46?

Lo stupore, mescolato alla sottile perfidia femminile, partorisce il colpo d'accetta: Ah, ma di quella taglia non esiste!

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T'amo di un amore innamorato di se stesso
T'amo di un amore che sottende l'inespresso

Gioco e accetto il rischio, tra il ricordo e la follia
Temo il grigio spettro di una vita solo mia.


Disney & Store

Mi rendo conto che alle volte sono un po' bigotto, ma anche ieri qualcuno mi ha sorpreso.

Ho fatto un acquisto presso il Disney Store di Milano. Mi serviva la fattura relativa all'acquisto. La commessa si rivolge alla store manager per girare la mia richiesta. Ecco allora che il capo prende in mano la situazione ma... non trovando il modulo adatto si è lasciata andare a un poco consono: Porca puxxana, ma dove caxxo è il foglio per le fatture!.

Capite bene che dire una frase del genere, pur se fra id enti, alla cassa di un negozio Disney non è il massimo... no che non lo è...