Ansia & Tecnologia

La tecnologia dovrebbe semplificarci la vita. Non complicarla. E molto spesso è così, ma con piccoli effetti collaterali non trascurabili.

Il videoregistratore, per esempio, (ora evolutosi in dvd-recorder e hdd-recorder) è un'invenzione geniale, a cui non potrei più rinunciare: i (tele)film e i programmi interessanti vengono mandati ad orari improponibili (e per me un film che finisce a mezzanotte passata rientra in questa categoria); la prima serata inizia ormai alle 21.30 sfociando in un programma notturno; in tv non passa mai niente di interessante tranne un giorno in cui dovresti guardare contemporaneamente 4 canali; la pubblicità martellante ogni 20 minuti rompe il filo di tensione e di coinvolgimento che la vicenda (con grande fatica) ha creato nel salotto... insomma, una faticaccia.

Ed ecco che la tecnologia ci viene in aiuto con questo splendido elettrodomestico che ci permette di organizzare le serate e saltare la pubblicità. Ma, e un ma c'è sempre, correlata all'uso del videoregistratore c'è una sorta di ansia da programmazione.

Con gli anni i produttori hanno escogitato interfacce sempre più semplificate e usabili: così mentre prima occorreva un mese per capire come far funzionare l'accrocchio, ora bastano un paio di giorni (intensivi!) per prendere confidenza con le icone, i tasti, i menu e le funzioni (perché uno standard è ancora di là da venire). L'ansia di cui parlavo cresce sotto l'onda della preoccupazione di non avere impostato bene i parametri (canale, orario, data). Rimane sempre il dubbio di aver sbagliato qualcosa: che sia l'orario di partenza o il canale o la data, che sia per colpa nostra o del giornale su cui abbiamo rintracciato gli orari, o, tragedia delle tragedie, quando in casa manca la corrente elettrica e tutte le impostazioni saltano (così programmiamo correttamente ma è l'orologio di sistema ad essersi azzerato).

Quest'ansia sale a dismisura in due casi: quando non vogliamo assolutamente perderci l'ultima puntata di qualcosa, oppure quando, in un momento di incoscienza, accettiamo di registrare un programma per qualcun'altro. Non preoccuparti, ci penso io! esclamiamo, in un momento di follia; e quando siamo lontani da casa, certi di aver fatto tutto il possibile per non perdere la faccia di fronte all'amico/amante/ragazza/genitori ci assale il dubbio... il panico... la tensione.

Quando arriviamo a casa, facendo tutti gli scongiuri del caso, ci fiondiamo in salotto... pigiamo il tasto << sperando... di sentire... il nastro riavvolgersi...

Ferraglia & Commozione

Addio. Devo dirti addio, piccolo cuneo argentato. Dopo i 211.000 chilometri che i tuoi vari padroni ti hanno fatto percorrere è ora di tirare un po' il fiato. Svernerai per qualche mese in un garage, per poi finire nel cimitero delle auto, come un'anziana e distinta signora che trascorre i suoi ultimi anni di vita a fissare il vuoto in un ospizio, contenta solo di esserci ancora.

Stasera affronteremo l'ultimo viaggio insieme, cara Y10, l'ultimo tratto di autostrada (a velocità contenuta per non mettere troppa pressione ai tuoi vecchi organi usurati), l'ultimo tratto di strada statale, l'ultima volta che costeggerai un lago scivolando veloce sull'asfalto umido di una notte autunnale.

Ascolterò ancora il soffio regolare del tuo piccolo cuore meccanico in rigoroso silenzio, senza canzoni o stazioni radio a disturbare il tuo modesto pulsare. Non mi hai mai tradito, proprio come una donna d'altri tempi, fedele e modesta compagna di mille spostamenti brevi o lunghi tra i nastri d'asfalto italiani.

Ma è giunto il momento di voltare pagina: Milano non ti vuole più, ti proibisce di sgranchire le sospensioni, dicono che inquini parecchio, più di quel bestione senza storia o sentimento che ci affianca e ci sorpassa; più di quella station wagon prepotente che cerca di infilarsi in uno spazio vuoto mente tu sogghigni amareggiata pensando che noi, io e te insieme, avremmo fatto meno fatica a fare tutto.

Ho un buco allo stomaco mentre ti saluto, mentre ti guardo per le ultime ore. Sei stata l'auto della mia giovinezza, dei miei primi spostamenti. Mai una multa (solo una in verità, ma palesemente ingiusta), mai un capriccio. Da motociclista quale sono mai avrei pensato di affezionarmi anche a una quattro ruote: tu sei riuscita a farmi cambiare opinione.

Addio. Ti conserverò per sempre nella memoria, nel posto riservato alle cose importanti e liete, degne di un ricordo sereno e malinconico. Addio.

Divorzio & Mantenimento

Oggi mi sono ritrovato a guardare Forum su Rete 4. Sì, dai, la trasmissione con i processi in diretta con il mitico giudice Santi Licheri!

La causa di oggi mi ha fatto riflettere sul fatto che le donne si lamentano della non parità dei diritti (che incontriamo nella vita reale, perché per legge non dovrebbe esserci). Solita storia: l'ex-moglie ha dei soldi dall'ex-marito per il mantenimento sua e della figlia. Giusto così, anche se le cifre fanno paura: 750 euro al mese per la figlia e 550 euro al mese per la moglie (oltre alla casa di proprietà). Ma il grottesco si raggiunge altrove: 150 euro al mese per il cane della figlia (un San Bernardo). Totale: 1450 euro al mese. Tanti, tantissimi, e anche se il marito (un semplice negoziante) può permetterseli, mi paiono comunque un'enormità.

Il fatto è che il cane che avevano è morto, quindi il marito ha deciso di sospendere la parte dovuta nell'assegno mensile. La moglie che gli fa? Zac... compra un altro cane e chiede i soldi dovuti (oltre agli arretrati!).

Per inciso, la moglie, attaccata dai cecchini del pubblico, si difende dicendo che cercherà un lavoro non appena finita la laurea in filosofia (ah... età di 37 anni e con una figlia di 10). E il cane serve alla figlia! Quindi il giudice le dà piena ragione, sostenendo che sulla sentenza del giudice c'era scritto che i soldi erano per il cane e non per quel cane.

Quindi che facciamo? Accantoniamo l'idea del matrimonio così com'è oggi intesa dalla legge oppure non ci sposiamo più? Perché avere a che fare con regolamenti del genere mi fa accapponare la pelle...

Frizzi & Lazzi [15]

Per quanto sia difficile, complicato, umiliante e impensabile, rendiamoci conto che pensarla in modo diverso dal nostro non sempre equivale a vivere nell'errore.

Un medico giapponese: "Ma che magnifico colorito giallo abbiamo oggi".

Le puntate precedenti di Frizzi & Lazzi: [14] - [13] - [12]

Cavi & Disordine

Voi che rapporto avete con i cavi? Io ne ho angoli e cassetti pieni e disordinati. Per forza di cose, per la loro natura.

Caricabatterie per il cellulare, caricabatterie per il secondo cellulare, caricabatterie per il rasoio elettrico, caricabatterie per il rasoio dei capelli, caricabatterie per il lettore mp3, caricabatterie per ricaricare le batterie stilo per la macchina fotografica digitale, un paio di prolunghe per cuffie, un paio di paia di cuffie (auricolari e non), auricolare per cellulare con filo, un paio di piattine, qualche jack per chitarra, cavi di rete per il pc, cavi d'alimentazione per videoregistratori, prese scart, collegamenti audio/video per console, etc... etc... etc...

Non ho alcuna soluzione al problema se non quello di ri-sistemare periodicamente il tutto. Ma, oltre alla noia di dover rifare da capo ogni qualche mese gli avvolgimenti, oltre alla frustrazione di non trovare una soluzione a un problema fondamentale, oltre al fastidio di dover cercare fra mille cavi (tutti rigorosamente neri) quello che serve al momento partendo dal trasformatore (di cui ci si ricorda immancabilmente la forma, chissà perché!), sono stufo dei grovigli in cui immancabilmente si riducono!

Avranno vita propria durante la notte? Chi inventerà un gadget per risolvere questo problema diventerà ricco. Ne sono sicuro.

Italiani & Provincialismo

Francesca Comenicini (sorella di..., figlia di..., bla bla bla...) ha presentato alla Festa del Cinema di Veltr... ehm... di Roma, il film A casa nostra, con Luca Zingaretti e Valeria Golino.

Il film è stato fischiato. Può succedere. Come dice il saggio (o il pubblicitario) non tutte le ciambelle escono col buco, quindi non stupisce (e non deve stupire) che una pellicola non sia pienamente riuscita.

Ma il punto è un altro. In conferenza stampa è stato chiesto alla regista come mai una romana abbia ambientato un film a Milano. I motivi possono essere molti, primo fra tutti quello che dovendo dare uno spaccato dei rivolti e dei fattacci finanziari contemporanei non vedo quale altra ambientazione italiana si potesse dare. Se poi ci mettiamo che la figura di Berlusconi è neanche troppo velatamente sullo sfondo direi che il cerchio si chiude.

La vogliamo finire? Vogliamo uscire da questo provincialismo tutto italiano? Se sei di Roma non puoi ambientare un film a Milano? Peccato di lesa maestà verso l'SPQR? Forse. Ma forse no. È proprio la nostra poca voglia di metterci in gioco a giocare brutti scherzi. Cineasti di tutto il mondo producono film ambientati ovunque e in qualunque tempo e una regista italiana contemporanea non può ambientare una vicenda contemporanea in una città a poche ore di treno da dove è vissuta? Scherziamo?

Anche la risposta (riformulo) della Comencini, va detto, percorre la stessa, medesima, triste chiusura mentale: Mio padre ha vissuto a Milano, quindi praticamente mi sento milanese d'adozione. E io una volta ho fatto un pic-nic e quindi mi sento un po' un albero...

Inverno & Letargo

Quand’ero piccolo (no, non tutti mi scherzavano...) ero affascinato dal periodo del letargo.


Cresciuto nel periodo in cui ad ogni ora, in tv, era possibile assistere a un documentario sulla vita degli animali (ho come l’impressione, guardando SuperQuark, Ulisse & co., che la mania sia ormai passata di moda), la fase del dormire per mesi fino al primo caldo primaverile era intrigante. Probabilmente la mia morbosa attenzione verso la possibilità di saltare coscientemente l’inverno era dettata dalla disposizione del calendario scolastico (inverno = studio | estate = vacanza), ma anche da un bisogno fisico di dormire il più possibile.


Ma si sa, quando si invecchia il corpo ha bisogno di meno ore di sonno giornaliere... e oggi non sono così ansioso di sprecare nel sonno profondo tanto tempo, rimanendo al contempo indifeso nella mia tana per un intero inverno. Non sempre almeno. Ci sono giorni in cui dalla mia tana non uscirei neanche col fucile puntato...

Apple & Virus

Stavolta pare l’abbiano combinata grossa in quel di Cupertino. Da un comunicato apparso sul sito ufficiale, viene detto che qualche esemplare di iPod (meno dell’1% dei lettori venduti a partire dal 12 settembre 2006) contiene un virus per Windows. Ovviamente questa infezione colpirà solo chi collega il proprio iPod a un computer dotato del sistema operativo Made in Redmond.

Un bello schiaffo per gli amanti della perfezione Apple! Certo è che la faccia tosta non manca proprio, visto che scrivono:
As you might imagine, we are upset at Windows for not being more hardy against such viruses, and even more upset with ourselves for not catching it. ...

che, nella traduzione significa:
... Come potrete immaginare, siamo irritati nei confronti di Windows per non essere stato più duro contro questi virus, e ancor più irritati con noi per non essercene accorti. ...

che, traducendo il concetto in soldoni, significa:
... Abbiamo sbagliato, ma la colpa maggiore è dei nostri concorrenti che non riescono a sconfiggere un virus. L’abbiamo fatto quasi apposta per dimostrare che Windows è un sistema cheprende virus così come noi beviamo caffè a colazione. Ah, gli utenti del nostro sistema operativo (OS X Tiger) sono al sicuro, perché non posso infettarsi con un’infezione programmata per un altro tipo di sistema. Siamo forti, eh?...

Non c’è che dire, complimenti per la coerenza! Vuoi vedere che per i loro stabilimenti di produzione (sì, loro non li hanno più, scrivono Designed by Apple in California, ma il Made in China non manca neanche lì accompagnato dalle solite politiche delle multinazionali) non usano i loro stessi computer, ma dei banalissimi (per loro) computer con installato Windows?

Tradizione & Tecnologia

Abito a pochi chilometri da una zona che ha fatto del vino la sua ragione d’esistere, la Franciacorta. Dopo qualche centinaio d’anni che gli uccelli, i veri nemici che beccano i dolci e zuccherosi acini d’uva, vengono allontanati con dei miseri spaventapasseri, qualcuno ha pensato bene di aggiornare le tecnologie utilizzate: ho visto, in un filare di un giardino privato, dei comuni cd attaccati sballonzolanti alle viti. Ho dedotto che il rifrangersi dei raggi solari crei disturbo agli uccelli attratti dell’uva (e che ormai hanno capito benissimo che quei pupazzi immobili in mezzo ai campi non sono pericolosi).


Ma ho pensato che la tecnica utilizzata potesse prevedere una più sottile applicazione: si attaccano alla pianta dei dischi di Gigi d’Alessio (o chi per lui, dipende dai gusti... dei pennuti) in modo da provocare un’irritazione sulle piume dei volatili al solo immaginare quale musica (!) si nasconda tra i solchi (lo so che parlando dei compact disc il termine non è appropriato) di quel supporto! Una strategia decisamente avanzata...

Giornali & Schieramenti

La stampa in generale (quotidiani, settimanali e periodici in genere) soffre di molti scompensi, di cui credo sia l’ultimo e il meno importante quello che vede le varie testate schierate (o schiacciate) su una posizione ideologica (ben) definita e, spesso, apertamente dichiarata.

Però mi chiedo: che senso ci può essere a leggere un quotidiano (che sia La Padania o Il Manifesto o l’Unità o Libero) di cui si conoscono già i contenuti e come essi vengono presentati? Nella mia provincia, per esempio, il quotidiano locale più diffuso è di proprietà (e direzione) ecclesiastica: ogni volta che si affrontano o emergono all’attenzione dell’opinione pubblica temi etici, so già di cosa e come di essi parlerà l’editoriale d’apertura. Quindi non lo leggo. Fatica sprecata. Conosco già la loro posizione e, al di là che la condivida o meno, non m’interessa sentirla ribadita.

E così è inutile leggere L’Unità dopo le elezioni (ma anche prima...) che hanno visto il centro-sinistra vincitore. E così è inutile leggere Libero il giorno dopo (ma anche prima...) la presentazione della Finanziaria di matrice prodiana. Trovo esilaranti le rassegne stampa mattutine in cui è lampante e stridente questo contrasto nell’interpretazione delle notizie: non mi turba che l’attualità sia interpretata da qualcuno piuttosto che riferita in maniera neutrale, ma mi turba che si tenti sempre di girarla come meglio conviene rispetto alla propria posizione.

Quindi mi chiedo: cosa spinge un lettore coscienzioso ad acquistare un giornale (vale anche per Panorama e l’Espresso, tanto per citare due settimanali) inutile ai fini di una migliore comprensione delle notizie d’attualità? A questo punto tanto vale leggersi i comunicati dell’ANSA e farsene un’opinione personale, che può anche essere completamente errata, ma che almeno non subirà l’influsso vessatorio dell’editore di turno...

Tassa & SUV

Ne hanno parlato tutti, sia al bar che in Parlamento, quindi non potevo farmi sfuggire l'argomento...


La nuova tassa sui SUV, che punisce non solo questa particolare categoria di vetture ma tutte le auto con peso superiore ai 2.600 kg (questa è la lista completa dei mezzi colpiti), la trovo moralmente giusta per svariati motivi:


  • Visto che le nostre finanze sono un po’ disastrate (e non m’importa di chi sia la colpa) mi pare giusto che chi ha più disponibilità economica, e i prezzi di questi modelli non possono mettere in dubbio questo, paghi più tasse sui propri redditi e sui propri mezzi.
  • In città, è inutile strillare continuando a negarlo, i SUV & Co. hanno un impatto devastante sulla vita cittadina, ostruiscono la vista, si muovono goffi nel traffico, occupano spazio prezioso per parcheggi e manovre, sono pericolosi per pedoni e (soprattutto nelle vie a scorrimento veloce) gli altri utenti a quattro e due ruote.
  • Per quanto riguarda l’inquinamento non so che dire: di certo la mia Y10 del 1991 inquina molto, ma percorre anche quasi 20 km con un litro, mentre questi bestioni di 3000/5000cc. di cilindrata non vanno oltre i 10 km/l in moltissime occasioni...
Però, facendo finalmente i due calcoli che nessuno che non sia direttamente colpito non si sogna nemmeno di fare, questa nuova tassazione non è poca cosa. Il totale della sovra-tassa è calcolata in 2 euro per ogni kw dell’auto: non sono pochi, perché una Audi Q7 appena appena non in modello base, ha qualcosa come 257 kw, che equivalgono, quindi, a 514 euro, a cui vanno aggiunti i soldi per il bollo base (calcolabile qui).

Chi spende dai 60.000 euro in su di certo può permetterseli, ma è certo che si è andati con la mano, se non pesante, di certo non leggera...

Pubblicità & Slogan

Le emittenti televisive locali e regionali hanno, da sempre, quel gusto di amatorialità e di incoscienza che le differenzia dalle, alle volte, stantie reti nazionali.


Questo accade sia con i programmi in studio, per forza di cose con meno possibilità economiche alle spalle, con i film e telefilm, spesso vecchie riproposizioni di qualche decina d’anni fa, ma anche, e soprattutto, con gli spot pubblicitari.


Sul network che fa capo (credo), in Lombardia, a TeleLombardia, ma che sempre più spesso è riunito e collegato ad altre emittenti locali sparse sul territorio nazionale (un po’ come faceva il Berlusconi degli inizi che, per aggirare il divieto di trasmettere su tutto il territorio nazionale, confezionava programmi che mandava poi registrati in concomitanza su tutte le sue (o da lui controllate) reti regionali), c’è uno spot che mi sembra palesemente errato.


La ditta che promuove lo spot incriminato, dalle mie deduzioni logiche, perché è di certo una rispettabile realtà commerciale, è la FS Serramenti che, a mio avviso, invece di farsi pubblicità positiva, ingarbuglia le carte con un messaggio non chiaro e, addiritura, sbagliato.


Il protagonista dello spot è (ma perché Rana e Amadori ci avete condannato a questo?), probabilmente, il titolare dell’azienda che, producendo serramenti, desidera sottolineare come i suoi prodotti siano, oltre che belle e prestigiose, sicuri contro i furti. Quindi qual è il claim? FS Serramenti, parola di ladro.


Il senso è ben chiaro (cioè sono serramenti sicuri), ma il fatto che il titolare, o comunque il protagonista dello spot (lo stesso che sul sito è fumettato con Fs... serramenti in piazza) ci parli e poi dica parola di ladro, sembra voler far passare il messaggio che è lui stesso il ladro. E per un commerciante non è il massimo, decisamente...



Quindi, se qualcuno legge queste righe, lo faccia notare all'agenzia pubblicitaria che ha curato lo spot...

Proverbi & Significato

Esistono proverbi e modi di dire che vengono usati (quasi) quotidianamente senza che ci si chieda mai, in realtà, dove situare la loro origine e senza chiedersene mai il significato reale e letterale.


Mi è capitato di usare, giusto un paio di giorni fa, la frase: Non ti considero l’ultima ruota del carro! Modo di dire comune, che mi è uscito dalla bocca con quella sicurezza e padronanza che mai mi sarebbe venuto in mente di mettere in discussione.


Poi mi sono fermato a pensare cosa significasse. E... sorpresa: non significa niente! Nessuno carro si sogna di avere, come ultimo asse, una sola ruota. Parlando di triclici (o di Ape Piaggio) possiamo avere una ruota davanti e due dietro. Mai visto il contrario.


Quindi il modo di dire andrebbe riformulato come: Non ti considero una delle ultime due (o più) ruote del carro! Così il significato letterale è corretto, perdendo però in pregnanza di significato... insomma, un mezzo casino...

Chewingum & Formato

Quando ero giovane, quando ero piccolo (10/15 anni fa), il mercato dei chewingum, indispensabile forestierismo per non scadere in incomprensioni generate dai geosinonimi fioriti in Italia (insomma, facciamo a capirci), era diviso e dominato da due fazioni opposte: opposte per filosofia, per target di riferimento, per appeal, per formato.


I due contendenti erano Brooklyn e Big Babol: istituzionali, nei gusti menta/limone/bianco (non ho mai capito che gusto avessero, se non che sembravano avere gusto di menta anch’esse) e a strisce le prime; gustose (gusto uva... slurp!), rosa, enormi, ma soprattuttopalloncinosissime le avversarie. E odiatissime dalle mamme e dai dentisti e dalle nostre mascelle se masticate in numero superiore a due (ma tutti, nella vita, hanno provato almeno una volta a mettere in bocca un intero pacchetto di Big Babol solo per il gusto di farlo, salvo arrendersi dopo pochi minuti di sforzi sovra-umani).


Oggi, il mondo delle cicche ha visto vincitore indiscusso un terzo incomodo, già presente allora ma relegato in una nicchia snob; un vincitore che non si è imposto per peculiarità intrinsechecaratteristica esteriore: la forma, la forma-confetto. Confetto Vigorsol lo chiamo, proprio perché a questo marchio riconducono i miei ricordi di bambino prima e adolescente poi. Ora tutti i marchi hanno virato questa nuova moda, comprese le gloriose Big Babol (e ora i chewingum farebbero anche bene ai denti, ma questa è un’altra storia...). del prodotto, ma per una


Inscindibile (o quasi, ma di certo ormai preponderante) alla forma-confetto, c’è la forma-pacchetto-scatolina: indubbiamente più comoda e di tendenza, ma decisamente meno fascinosa rispetto alla forma-pacchetto tradizionale (ma che soddisfazione sgusciare una Mentos direttamente in bocca!). Questo packaging ha avuto anche il positivo risvolto di permettere una quantità maggiore di cicche in ogni confezione: mi ricordo benissimo il battage pubblicitario promosso da Brooklyn in occasione del passaggio da 5 a 7 (e poi addirittura a 9) chewingum per pacchetto. Big Babol semper fidelis: 5 succosissimi parallelepipedi rosa per ogni confezione, prendere o lasciare (e all’uscita del rivoluzionario gusto panna & fragola chi avrebbe potuto resistere?).


Certo, stando così le cose, il gesto di offrire una cicca ha perso gran parte del proprio valore, visto che ne abbiamo decine in tasca. Ma se provavate a elemosinare 15 anni fa una preziosa Big Babol a un ragazzino messo con le spalle al muro (e privato di qualsiasi arma), avreste visto che occhioni lucidi...

Bush & Corea

Ho atteso tutta una notte per convincermi di avere sentito bene. Ma non ho avuto la possibilità di seguire alcun altro TG in serata per averne la certezza (spero di aver capito male!). Rimane il fatto che la frase attribuita a George W. Bush, che , ve lo ricordo, è il Presidente della più potente e influente nazione del Pianeta Terra (e non un opinionista de La Pupa e il Secchione), dal TG5 delle 13 di ieri, mi ha lasciato turbato.

Secondo il giornalista, in merito alla tensione creatasi con il governo di Pyongyang a causa dell'annuncio di un probabile prossimo test nucleare militare, il texano della Casa Bianca avrebbe detto:

La Corea del Nord può avere un futuro o può avere queste armi. Non può avere entrambi.

Alzi la mano chi non trova questa uscita di una violenza e prepotenza inaudita. Io sono rimasto letteralmente senza parole, con la forchetta in mano sollevata a mezz'aria; mi sono passato, poco elegantemente, i due mignoli nelle orecchie (un po' come un cartone animato per bambini); ho scosso la testa ripetutamente come dopo una lunga nuotata. Nulla da fare: quella strana sensazione di incomprensione dei reali meccanismi che stanno dietro alla realtà non mi ha abbandonato.

Sindaci & Coerenza

I sindaci delle grandi città si rivoltano contro la Finanziaria che è in atto di definizione alle Camere: troppi, secondo loro, i tagli dei trasferimenti statali. La sopravvivenza delle amministrazioni locali è a rischio. I bilanci comunali sono in allarme rosso. La situazione è disperata: dovranno tagliare o rendere peggiori i servizi erogati dal Comune alla cittadinanza.

Eppure... eppure... Eppure mi pareva (magari sbaglio, eh!) che il leader dell'opposizione avesse promesso, in caso di ri-elezione a capo del Governo, che la sua maggioranza avrebbe tagliato l'ICI.

L'ICI, l'Imposta Comunale sugli Immobili, rappresenta più del 50% delle entrate tributarie di un Comune. Questo, ad esempio, è il bilancio del comune di Modigliana: su un totale di
€ 1.710.095 di entrate tributarie, ben il 59%, cioè più di un milione di euro, è rappresentato dall'ICI. Su un totale di entrate (di qualsiasi tipo) di 4 milione e mezzo di euro, più di un milione di euro proviene dall'ICI! Tassa che ha corso il rischio (per i Comuni) di essere cancellata in caso di diverso esito elettorale.

Non credo che i tagli contenuti nelle indicazioni della finanziaria possano essere di entità maggiore. Se lo fanno, credo sia giusto ribellarsi. Ma in caso contrario, come credo, non pensano, i vari sindaci di Sinistra Cacciari, Chiamparino, Cofferati, Domenici, Emiliano, Iervolino, Pericu e Veltroni et alii, che sarebbe potuta andare molto peggio?

Segnalazioni & Internet [10]

Quand'ero molto piccolo, all'inizio degli anni '80, avevo un televisore Grundig: ingombrante, con lo schermo ricurvo e le finiture esterne in legno (o in color legno, non ricordo). Con due telecomandi con rotella e un lungo cavo presenti sul retro potevo giocare (per ore) a un, per l'epoca, fantastico video-gioco (o tv-gioco), di cui non ricordo però il nome: una sorta di ping pong virtuale fatto con due stanghette, una rossa e una blu, e una pallina bianca. Unico suono, un fastidioso beep monocorde.

Dopo una ventina d'anni, eccone la versione tridimensionale: Curveball. E attenti al Curve Bonus e al Super Curve Bonus, usateli con oculatezza.

Le puntate precedenti di Segnalazioni & Internet: [9] - [8] - [7]

SUV & Incomodi

Il disagio di sentirsi fuori posto, fuori luogo, fuori contesto. Non è accaduto a me, ma al (felice?) possessore di un SUV che ho visto sfigurare in maniera indecente di fronte alla coppia di fanciulle che aveva a bordo (che sono, in fondo in fondo, il motivo per il quale il suddetto automezzo è stato acquistato).

Risiedo spesso a Milano, di fronte a un grande parcheggio, quasi sempre miseramente vuoto e inutilizzato. Ma nel fine settimana, grazie al pub vicino, il piazzalone di cemento prende vita, riempendo di auto la zona. Malgrado l’ampia disponibilità di spazio regolamentare, da bravi italiani, prima di sistemarsi negli appositi spazi, si riempono le strade vicine, con le auto addossate in maniera indicibile ai marciapiede, agli incroci e alla carreggiata... cosa non si fa pur di evitare due passi a piedi! (Quindi gli sfigati sono quelli che utilizzano i (facendo un conto a spanne) 200 posti auto contrassegnati. Siamo forti, vero?).

Poiché il parcheggio rimane quasi sempre vuoto, sono stati installati dei cancelli che delimitano in altezza il passaggio degli automezzi, così che il posto non diventi meta e residenza di comitive di nomadi. Immagino si sia già capito: il SUV (Sport Utility Vehicle!) non passava sotto queste barriere. Il proprietario ha formato una colonna strombazzante perché, non cedendo di fronte all’evidenza, è sceso per verificare se effettivamente al suo tecnologico mostro a quattro ruote davvero fosse impedito l’ingresso nei comodi parcheggi. Non passava. Così ha mestamente fatto scendere le signorine al seguito sul marciapiede chiedendo (quasi supplichevole) di attenderlo mentre lui avrebbe cercato un posto (quasi certamente molto lontano). Figura meschina per chi avrebbe voluto bullarsi del proprio mezzo.

È inutile negarlo: queste moderne carrozze motorizzate (perché a queste assomigliano) non sono fatte per la città. Paiono tonni in un acquario casalingo. Fanno fatica a compiere qualsiasi manovra che non sia più che consueta. Disturbano la visuale posteriore di chi li precede e quella anteriore di chi li segue. Tralascio volutamente i dati sull’inquinamento atmosferico e acustico.

La mia non è invidia spicciola. E non sono neppure ipocrita. Invidio la loro disponibilità economica, ma se avessi quei soldi (53.000€ più altri per gli optional per un Audi Q7), mi comprerei una BMW Z4. E mi avanzano i soldi per le vacanze di un quinquennio (tanto ci vado in aereo/nave) in vacanza, non di certo con l’auto!

Pausa & Riflessione

Questo blog si è preso una pausa di riflessione di qualche giorno. Una settimana (coincisa con la mia assenza per una breve vacanza) in cui ho cercato di capire le motivazioni reali che spingono una persona (me stesso in questo caso, ma visto il proliferare di iniziative simili sono certo di non essere un caso isolato) a dedicare qualche minuto al giorno per un’attività apparentemente senza senso.

A che giova scrivere un blog personale generalista? Quasi certamente a niente, ed è per questo che ho pensato che fosse ora di chiudere la baracca dopo un esperimento durato poco meno di un anno. Un’altra soluzione affacciatasimi alla mente sarebbe stata quella di puntare a una specializzazione dell’argomento trattato, ma in questo modo avrei perso lo spirito libero (e critico) per il quale ho deciso di iniziare quest’avventura.

Eppure qualcosa mi spinge a continuare.

Sono giunto alla conclusione (magari errata, ma come posso saperlo?) che la scrittura dei propri pensieri aiuti in qualche modo ad articolarli meglio. E lo ritengo importante. Una sorte di auto-maieutica indispensabile che mi permette di fermarmi un attimo a ragionare, inquadrare, contestualizzare e capire (illuso!) le piccole incongruenze della vita, che mi si presentano affollate, confuse, disciolte e diluite tra le mille voci differenti dei mezzi di comunicazione che ogni giorno mi bombardano senza sosta (metafora abusata, ne convengo): e-mail, navigazione in rete, radio, giornali (gratuiti e non), televisione, manifesti pubblicitari, comportamenti di chi mi circonda, etc... Una grande confusione di dati e brandelli di notizie che non portano da nessuna parte se non a una generica conoscenza dei fatti della vita di tutti i giorni.

Quindi riparto, con rinnovato entusiasmo e con l’intenzione di curare più attentamente la forma e l’articolazione del discorso. Se fino ad oggi, infatti, ho scritto di getto e pubblicato senza mai rileggere o modificare quello che usciva dalle dita (quasi animato da un proprio spirito), d’ora in avanti cercherò di effettuare un più metodico controllo sui miei scritti che, in fondo (molto in fondo), mi rappresentano di fronte agli occhi del mondo.