Pensieri & Parole

Non volendo rubare il titolo di una canzone di Battisti, pensavo di citarne qualche parola per sottolineare queste immagini. Curioso come rispecchino così bene la realtà, non trovate? Un Battisti-Mogol-Nostradamus in azione.

Prima le parole:
... Che ne sai di un bambino che rubava ...
... Che ne sai della nostra ferrovia, che ne sai ...
... Tu sai che oggi morirei per onestà ...
... Conosci me il nome mio ...
... Che mostrava tutte quante le sue pene ...
... Che parlava e niente sapeva, eppur quel che diceva chissà perché chissà ...

Poi le immagini:




Infanzia & Miti


Ci si imbatte in un'immagine per caso e la memoria ti catapulta indietro prendendoti per i capelli, trascinandoti sul tappeto dei tuoi anni, mettendoti in faccia l'infanzia. E così ecco l'apparizione di tante serate trascorse in salotto davanti a uno schermo televisivo sognando di parlare con questa splendida auto tanto intelligente, spiritosa, divertente, maledettamente nera e maledettamente affascinante. Tutti a scoprire se davvero esiste quest'auto ...Eh sì, me lo ha detto mio cugggino che in America le vendono davvero le macchine così.

Oggi che abbiamo una finestra perennemente aperta sul mondo e sulle notizie più stupide, via a cercare qualche informazione su KITT (Knight Industries Two Thousand) che è in realtà una Pontiac Trans-Am, che esiste sito nazionale per la serie, pronto a raccontare tutti i segreti di Michael Knight e della Foundation for Law and Government, fondata da Devon Miles.

La serie è andata in onda tra il 1982 e il 1986...
Quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! Chi vuol essere lieto, sia...

Lingue & Bandiere


Chissà perché si spendono soldi inutilmente, solo per conoscere le ovvietà. Da uno studio commissionato dall'Unione Europea, "Europeans and Their Languages", si è scoperto che il popolo che ha minor conoscenza di una lingua "altra" rispetto alla propria è... quello inglese. Solo 1/3 della popolazione del Regno Unito, infatti, conosce un'altra lingua. Di questi, il 71% sceglie il francese come "ripiego". Mi sorge però il dubbio che in Italia più del 33% dei cittadini conosca una lingua straniera... vuoi vedere che la alta presenza di immigrati (certamente più ferrati di noi nella conoscenza linguistica) ci ha evitato anche in questa inchiesta la maglia nera dell'ultimo classificato?

Il tutto è spiegabile, oltre con il fatto che chi conosce l'inglese non ha altra necessità per la comprensione "del mondo moderno" (oddio cos'ho scritto!), con questo: impiegano tutto il tempo a loro disposizione nelle scuole dell'obbligo per imparare a disegnare la loro bandiera! La storia che ha portato alla creazione del vessillo è affascinante, ma il risultato è quanto meno complicato da imparare: il rosso di qua... no, qui il bianco... qui il blu..., è una roce... non ho il pastello bianco...

Prima l'unione della Croce di S. Giorgio del Regno Inglese con la Croce di Sant'Andrea del Regno Scozzese; quindi l'aggiunta della Croce di S. Patrizio del Regno Irlandese (e anche quando quasi tutta l'Irlanda si affrancò dal dominio della Gran Bretagna non venne modificata la bandiera). Il Regno del Galles non appare nella bandiera perché venne unito all'Inghilterra come Principato.

Un'ultimo dato: la bandiera è denominata Union Jack invece di Union Flag (come sarebbe più logico che fosse), perché venne utilizzata fino al 1707 soltanto per scopi civili e militari marittimi, inalberata al pennone destinato a questo scopo (cioè quello di sventolare bandiere), cioè il jack staff.

Date & Numeri


Ci sono alcune date particolari che spuntano dal calendario. Date che ci stupiscono per la loro strana combinazione di numeri. Già Zeno Cosini (scaricate pure il testo integrale del romanzo "La coscienza di Zeno") si divertiva a scegliere una data significativa per fumare l'ultima sigaretta (senza addentrarci troppo nella implicazioni letterario-filosofiche di questo modo di procedere):
Ma nel calendario non mancano le date e con un po' d'immaginazione ognuna di esse potrebbe adattarsi ad un buon proponimento. Ricordo, perché mi parve contenesse un imperativo supremamente categorico, la seguente: “Terzo giorno del sesto mese del 1912 ore 24”. Suona come se ogni cifra raddoppiasse la posta.
L'anno 1913 mi diede un momento d'esitazione. Mancava il tredicesimo mese per accordarlo con l'anno. Ma non si creda che occorrano tanti accordi in una data per dare rilievo ad un'ultima sigaretta.
Molte date che trovo notate su libri o quadri preferiti, spiccano per la loro deformità. Per esempio il terzo giorno del secondo mese del 1905 ore sei! Ha un suo ritmo quando ci si pensa, perché ogni singola cifra nega la precedente. Molti avvenimenti, anzi tutti, dalla morte di Pio IX alla nascita di mio figlio, mi parvero degni di essere festeggiati dal solito ferreo proposito.
Anche i meno colti Slayer, gruppo tra i fondatori del genere metal e tutt'oggi in prima linea, annunciano che il loro prossimo disco (ancora senza titolo) uscirà il 6/6/06. Immagino che molti altri imiteranno (o avranno già pianificato) la decisione, senza che vi servano mie ulteriori spiegazioni sul motivo che spinge alcune... molte... quasi... insomma, quasi ogni sottogenere del rock/metal ad inscenare spettacoli, musiche e testi con una patina di satanismo (e quindi con in piena evidenza il 666... The number of the beast).

Chiunque segua la scena musicale sa benissimo che è tutto un atteggiamento esteriore fatto di simboli, trucchi, immagini evocative e che ben poco ci sia di significativo in questi atteggiamenti (tranne alcuni fanatici che fanno però il pari con qualche estremista religioso (e non faccio nomi) con la barba che abbatte grattacieli (anche se quasi certamente il suo ruolo è stato marginale)).

Fiamme di tutti i colori e per ogni gusto!


Mentre assistevo all'esibizione della neanche tanto carina (dai, si è visto di meglio in atletica), neanche tanto brava (l'hanno dipinta come un angelo del ghiaccio, mentre è in realtà solo una buona pattinatrice), neanche tanto simpatica (avete sentito le interviste? un tono che neppure Paperino...), neanche tanto affidabile (quante cadute in solo 2 manches!) Carolina Kostner, il telecronista ha specificato che la nostra atleta fa parte del corpo delle Fiamme Azzurre (a.k.a. Polizia Penitenziaria).

A parte l'assurdità di avere un "angelo del ghiaccio" che fa parte della Polizia Penitenziaria, mi sono chiesto: ma quante "fiamme" ci sono in Italia? In realtà solo 3 (oro, gialle e azzurre), ma tutto è molto più articolato di quanto possa sembrare.

Come sempre l'Italia è un coagulo di privilegi e interessi di cortile. Il CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) tiene sotto la sua ala ben, e ripeto ben, 11 gruppi sportivi militari. 11? Perché non fare rifluire tutti i finanziamenti in un'unica, formidabile, inossidabile squadra azzurra? Già, perché bisogna soddisfare l'orgoglio di molti ufficiali, mettendoli "a capo" di qualcosa: basta guardare la quantità di gradi/qualifiche che presiedono i corpi sportivi militari (alcuni troppo divertenti: Libero Lo Sardo, Giuseppe Mammone, Antonino Errante...).

Ecco il, per me incomprensibile, elenco dei gruppi sportivi militari:
- Stato Maggiore della Difesa (pres. Gen. D.CC Libero Lo Sardo)
- Esercito (pres. Brig. Gen. Giangiacomo Calligaris)
- Marina (pres. Cap. di Vascello Angelo Lattarulo)
- Aeronautica (pres. Col. Ciro Mancini)
- Carabinieri (pres. Magg. Paolo Zito)
- Guardia di Finanza (Fiamme Gialle, pres. Ten. Col. t.ST Michele Carbone)
- Polizia di Stato (Fiamme Oro, pres. Dott. Antonino Errante Parrino)
- Polizia Penitenziaria (Fiamme Azzurre, pres. Isp. Sup. Giuseppe Mammone)
- Corpo Forestale dello Stato (pres. Comm. Ca. Francesco Scarpellini)
- Vigili del Fuoco (pres. Prof. Fabrizio Santangelo)
- C.I.S.M. (pres. Gen. Gianni Gola)

La falsa verità sull'oro nero

Ci vogliono mettere in testa strane idee. Idee senza sostanza, senza fondamento. Una di queste idee forti è che il petrolio è sempre più caro. Lungi da me l'idea di remare contro questa triste realtà con cui tutti ci scontriamo di fronte al display dei distributori di carburante, in cui il rapporto "denaro versato / litri introdotti nel serbatoio" è sempre più impetuoso.

Per il petrolio si intraprendono campagne militari, si distrugge l'intero pianeta, si rovesciano governi, si lanciano allarmi sulla sua esauribilità e si mette a rischio il futuro delle prossime generazioni. Cazzo! Il petrolio aumenta ogni giorno il suo costo al barile e quindi aumenta il prezzo della benzina. Sembra un ragionamento che non fa una piega e mi spiace pagare così tanto, ma non ci si può far niente.

Poi oggi leggo che la Exxon, il cui marchio in Italia è Esso, ha presentato un bilancio 2005 mai così roseo: su un giro d'affari di 371 miliardi di dollari (miliardi! miliardi!), ha avuto un utile netto di 36,1 miliardi di dollari (miliardi! miliardi!). Le altre due compagnie petrolifere più grandi rispettivamente di 14,1 miliardi (miliardi! miliardi!) per la Chevron e 13,5 miliardi (miliardi! miliardi!) per la ConocoPhillips. La sola Exxon ha un fatturato equivalente al PIL di paesi come la Svizzera o la Svezia.

E allora penso che non è giusto (scusate il facile vittimismo). Non è giusto che il prezzo dei combustibili sia così alto. Non è giusto che si facciano guerre per permettere a queste compagnie di incassare mialiardi (miliardi! miliardi!) di dollari ogni anno. Non è giusto che milioni di persone facciano la fame per soddisfare gli azionisti delle compagnie petrolifere.

Non sto parlando da ingenuo ambientalista che vuole tutta l'energia da fonti rinnovabili o da religioso che vuole salvare il terzo mondo dalla fame. Se il petrolio costa caro (per i motivi più vari) allora è giusto pagarlo salato, ma se guadagnano miliardi (miliardi! miliardi!) di dollari con esso, significa che in realtà non è così caro. Significa che ci stanno prendendo in giro.

Letizia Moratti: esiste davvero?

A volta viene da chiedersi se certe persone "ci siano o ci facciano". La domanda è lecita e non nasce da presunzioni di vario tipo, ma soltanto di fronte a certi atteggiamenti che lasciano l'amaro in bocca, che fanno sentire straniti, che rilasciano scorie di incomprensione. Mi è accaduto leggendo un'intervista al ministro (o è necessario al femminile?) Letizia Moratti riportata dal L'Espresso del 16 febbraio 2006. Riporto due tra i passaggi più demenziali.

Il giornalista parte descrivendo la nuova immagine della signora (immagine stabilita a tavolino per la campagna che la vede in corsa perl'incarico di sindaco di Milano), che passa da algida e imperturbabile servitrice dello Stato a donna allegra e disponibile nei rapporti coi cittadini. La signora cade inevitabilmente nel peccato di vanità-elettorale di questo nuovo millennio: i manifesti che tappezzano la città sono, passatemi il termine, "photoshoppati" (ritoccati ignobilmente) fino a farla apparire quasi un'adolescente o, tutt'al più, una giovane moglie.
Dica la verità, ministro, come arma elettorale nella sua Milano ha scelto la seduzione.
Se si riferisce alla foto sui manifesti, ammetto subito che è di cinque anni fa. ... L'avevo in casa e, non avendo tempo di fare altre foto, ho scelto quella. Qualcuno insinua che sia ritoccata, ma io non ne so niente.
Alcune osservazioni personali. Innanzitutto si sente colta subito in fallo: si riferisce ai manifesti? Sa già di aver fatto una vaccata e cerca di recuperare terreno. Passiamo poi al non avendo tempo di fare altre foto, e mi chiedo quanto diavolo di tempo ci voglia per fare una fotografia! andiamo bene: se non trova nemmeno il tempo di far quello, come potrà governare una città di qualche milionata di abitanti? Io non ne so niente? Ma ti vedrai in faccia! Secondo te sei così? No? Allora è ritoccata!
Non possiamo che chiudere tornando alla sua Milano. Prevede di diventare il nuovo sindaco?
Non mi pongo il problema.
Come non se lo pone? Sta lavorando per questo.
No. Lavoro per dare risposte alla mia città. Voglio rispondere al degrado, alle disuguaglianze sociali, al bisogno di sicurezza. Se sarò capace di raccogliere consensi su queste cose, sarò felice di governare.
Giuro che mi sono sdraiato sulla sedia dal ridere. Non mi pongo il problema?!?!? Ma come si può dire una cosa del genere (deve averlo pensato anche il giornalista, Stefania Rossini, vista la replica (peccato che non possano giocare sui punti esclamativi, altrimenti ne avrebbero messi almeno una decina))!!! E tralascio per pietà il discorso populista-buonista-quellochevoleteista che è quanto meno ridicolo. Per chiudere: se lei non si pone il problema, perché dovrei pormelo io?

Per il bene dell'Italia (sic)


Un'altra occasione persa. Qualcuno ha letto il programma dell'Unione? Nessuno, neanche i giornalisti che sproloquiano sui mezzi d'informazione. Al di là del numero delle pagine (281: tante, ma se cambio carattere e impaginazione diventano 150, quindi evitiamo di lanciare numeri senza significato), mi sembra un esempio di sudditanza psicologica di juventina memoria.
Tutto è un rimando al "nemico" (politico):
- Il sito da cui prelevarlo si chiama Fabbrica del Programma, un esplicito rimando alla Fabbrica del Sorriso che Mediaset ha inscenato per raccogliere fondi per beneficenza?
- Il titolo del documento è: Per il bene dell'Italia. Ci manca una virgola finale e l'aggiunta di Forza e avremmo un perfetto slogan in stile Casa delle Libertà.
- Il primo capitolo del documento (Il valore delle istituzioni repubblicane) inizia con un "gettare il fango" sugli avversari per poi dipingere a tinte rosa cosa faranno i nostri eroi se venissero eletti per il prossimo mandato. E poi ancora un'alternanza, con la precisazione che le parti riguardanti l'operato di Berlusconi sono in corsivo, quasi a conferire un'autorità superiore.
- Il nome Berlusconi (ctrl+f) viene citato 25 volte: perché?

Io vedo in tutti questi particolari un Prodi prono (scusate il gioco di parole) verso l'avversario. E mi è già passata la voglia di leggere il programma dell'Unione (scaricabile qui).

A Matera treni fantasma


L'Italia è il paese delle 100 cento città. Dei 1000 comuni. Dei 10.000... incompetenti. Arrivo un po' in ritardo, ma durante il periodo natalizio, TrenItalia ha promosso una campagna nazionale radiofonica che invitava a comprare in anticipo il biglietto del treno, magari per andare a trovare lo zio Pietro a Matera. Piccolo problema: questo è proprio l'unico capoluogo di provincia a non essere collegato alla rete ferroviaria nazionale.

Poveri pubblicitari, l'idea non era male: la "città dei sassi" richiama la grotta del "bambinello"; il sud (devo dirvi dove si trova Matera?) era terra di forte emigrazione e un rientro per le vacanze natalizie profuma molto di "aria di casa"; la voce dello spot era la Cosa, il personaggio dei Fantastici 4 il cui corpo è (per l'appunto) costituito di pietra. Tutto congegnato per benino.

Peccato che i responsabili della comunicazione di TrenItalia non si siano minimamente preoccupati di fare un controllino alla stazione in questione! Per completare il quadro del classico "bisticcio all'italiana", sommiamo l'indignazione del sindaco (con tanto di fascia tricolore d'ordinanza) e le decine di miliardi spesi per collegare effettivamente la città con la strada ferrata, con l'unico risultato di qualche ponte e un paio di bretelle di binari morti su cui crescono le erbacce. Italia si', Italia no, Italia gnamme, se famo du' spaghi.

A casa, sig. Calderoli!

Mi approprio indebitamente di una stupenda immagine di Mauro Biani sul "fenomeno Calderoli" (e mi scuso con lui perché ne traviso il senso e il significato). A casa, sig. Calderoli!


Perché accettiamo tutto questo? Perché accade tutto questo? Com'è possibile che persone che si offendono se le chiamiamo "inferiori" brucino i simboli del nostro paese? Sono un anti-interventista per quel che riguarda l'invasione statunitense dell'Iraq, ma loro bruciano la stars & stripes? E allora ti bombardo, visto che se pubblico una vignetta mi bruci l'ambasciata e insceni proteste in mezzo mondo. Siamo arrivati a questo punto? Il sonno della ragione (tanto per essere originali)? E per di più li scusiamo, li chiamiamo poverini, li comprendiamo, ci autoflagelliamo, ci tiriamo indietro.
Un ministro della Repubblica non può comportarsi in questo modo, ma cos'ha di diverso rispetto agli altri?

Se i due contendenti alla carica più importante del nostro Paese si cimentano in un duello tale:

Berlusconi: "Sono a disposizione, ma evidentemente D'Alema e gli altri hanno paura di come Prodi possa venire fuori da un confronto televisivo con me, e gli dicono di non andare. Andrò in tv anche con una poltrona vuota di fianco".
Prodi: "Prima di tutto - ha ribattuto Prodi interpellato dai cronisti a Casalecchio a margine della presentazione del suo libro - credo che sarà bene che salga sulla sedia, invece di parlare alla sedia vuota. Forse acquisterà una statura normale".

Ma vi rendete conto in che mani capiteremo? Uno chiama l'altro mortadella (solo perché uno è di Bologna deve amare la mortadella?), l'altro replica con Nano (ma se sono alti uguali!).

Poi di Berlusconi sono disponibili altre perle (oltre a quelle ormai lacrimevoli (ma dal ridere) che riguardano i sondaggi da lui commissionati che vedono la sua coalizione in vantaggio), di cui riporto solo le migliori:

Berlusconi: "Ahimé, sono sicuro che (i PM, ndd) hanno idee radicate nel passato, nella scuola di Mosca e se andassero a Cuba sono sicuro che tornerebbero solo dopo aver fatto turismo sessuale e senza avere imparato niente." (fonte: ANSA)
Berlusconi: "
Solo Napoleone ha fatto più di me" ha detto ad un certo punto Berlusconi sorridendo dopo avere illustrato iniziative realizzate dal suo governo. Mentana l'ha interrotto dicendo: "Vuole che le organizzi un faccia a faccia con Napoleone?" E Berlusconi di rimando: "Sono assolutamente più alto"." (fonte: Corriere della Sera)
Berlusconi: "...ai telespettatori di Canale Italia Mariano Apicella: "Voglio dare un'anteprima nazionale, voglio presentare una nuova canzone che abbiamo composto". Ed ecco che il cantante napoletano si cimenta in Occhi belli, per poi accennare alle note di un'altra canzone 'A gelosia. Il premier ascolta divertito, "senti che belle", poi sorridendo spiega: "Siccome l'autore sono io, posso permettermi di cambiare anche le parole in corso d'opera. Come tutti gli artisti, Mariano e' un po' distratto e quindi gli devo ricordare di cambiare la parole della canzone a seconda del colore degli occhi della donna che ha di fronte...". Berlusconi poi, ancora piu' divertito, svela: "Il mio nome e' stato iscritto nell'archivio storico della musica napoletana per ben cinque canzoni...". (non trovo più il link ma tale uscita non riuscirei neppure ad inventarla!)
Berlusconi: "Sono il Gesù della politica italiana. Sono una vittima paziente, sopporto tutto, mi sacrifico per tutti". (fonte: Il Resto del Carlino).

Tornando in tema (Berlusconi è purtroppo una fonte inesauribile di aneddoti divertenti...), per quale motivo Calderoli è "una testa calda", mentre gli altri due candidati sono migliori? Sono della stessa pasta, escono tutti dallo stesso mazzo di carte, nessuno ha più voglia di essere un gentiluomo (perché una persona corretta soccombe). Li vedi sgomitare sui manifesti, in televisione, alla radio, in rete, sui blog, sui quotidiani. Ovunque vi sia un testo/immagine li vedrete sgomitare.

Bertinotti che candida Vladimir Luxuria che non sa un accidente di quello che deve fare: non è accusa pregiudiziale la mia, ma chi avesse visto Matrix s'è chiarito le idee. "Voglio portare avanti la parità per le persone diverse (è un virgolettato un po' impreciso)". Applausi. Giustissimo. Condividiamo (quasi) tutti. E poi? Scena muta. Che diavolo ne sai delle istituzioni, come sono regolate, quali sono i meccanismi della giustizia, dell'iter legislativo, etc...? Vai a studiare e poi ne riparliamo. Non voglio farmi governare da qualcuno che vuole sostenere solo quello che conosce (ne abbiamo avuto uno per cinque anni e direi che i fatti suoi se li è fatti benissimo, ma vogliamo replicare il triste spetacolo?). Nessuna discriminazione sessuale? Ok, trova qualcuno che sostenga questa tesi e dagli mandato per portare avanti la causa. No, no, solo spettacolo, solo voglia di far rimbalzare un nome scottante. Cito ancora una volta un Lorenzo d'annata: "
come non voto per Moana e non perché è una puttana / ma perché non penso sia un esempio di italiana / le italiane amano il sesso ma a letto fan l'amore / non lo fanno per i soldi lo fanno col cuore".

A casa, sig. Calderoli, ma perché è un incompetente, non certo perché se ne esce con t-shirt discutibili.
A casa, sig. Calderoli, ma perché non voglio essere rappresentato al Parlamento Europeo da un tale zotico, non certo perché ha una forte inflessione nell'eloquio.
A casa, sig. Calderoli, ma perché finalmente abbiamo un motivo valido per farlo,
non certo perché ce l'ha intimato la rivolta islamica.
A casa, sig. Calderoli!

Il Presidente del Consiglio si crede mio amico!

Peccato che a me non sia arrivata (efficienza delle poste?), ma so che milioni di italiani l'hanno ricevuta. Di cosa parlo? Delle lettera che maschera una campagna elettorale giocata sulla menzogna da parte della Casa delle Libertà (l'Unione non può mentire... non ha fatto nulla!)


Vediamo di farci due risate alle spalle dei cittadini... eh sì, sono loro che hanno pagato l'invio, non arriva a nome della CdL (Casa delle Libertà), ma della "Presidenza del Consiglio dei Ministri". Mi piacerebbe anche sapere, un giorno, chi l'ha scritta. In grassetto è il corpo della lettera, il resto sono mie commenti.

Cara amica, caro amico -- chissà perché è stato scritto a mano e non stampato? Non ne vedo alcun motivo. Spero non sia stato fatto così che si possa pensare che il nostro caro Presidente le ha firmate personalmente! E poi AMICO di chi? Non sei mio amico! Non perché non posso condividere le tue (visto che anche tu, Silvio, usi un tono familiare con me) idee, ma semplicemente... perché non sei mio amico!

come forse LEI già sa --
ma se lo so già, perché spendi decine di migliaia di euro per dirmelo un'altra volta? E poi prima mi dai dell'amico e poi mi dai del LEI? Deciditi una buona volta!

stiamo realizzando un vasto ed articolato piano di riforme per l'ammodernamento dello Stato. --
Ma accidenti a te! Stiamo realizzando? Ancora? Le riforme comprendono le leggi ad personam e ad amicum (!) snocciolate nel corso dei 5 anni di governo? Quelle sì che sono vaste ed articolate! E poi basta con questa storia dell'ammodernamento! Ogni volta che interviene in televisione a qualche trasmissione televisiva (sei di bocca buona caro Silvio, non disdegni tele(radio)giornali, trasmissioni di ogni tipo e con ogni tipo pubblico) continui a ripetere come un disco (o un cd (rigorosamente non piratato)) inceppato che avete fatto più riforme di quelle che hanno fatto in 50 anni i precedenti governi. Non sempre un vorticoso cambio di leggi è benefico: meglio poche ma ragionate e convincenti. Se mi fossi accorto di tutto questo grande cambiamento non sarebbe necessario il martellamento per convincermi... ah! non vorrai convincermi di aver fatto grandi cose che invece non hai fatto?

In particolare stiamo lavorando ad un grande cambiamento in tutti gli uffici delle Istituzioni centrali e locali che costituiscono la Pubblica Amministrazione --
Stiamo parlando del Comune di Milano che è (digitalmente) amministrato da incompetenti o (nella migliore delle ipotesi) sessualmente arrapati che hanno infestato la rete con il virus Kamasutra mettendo in ginocchio per 3 settimane importanti servizi civici?

Si tratta della cosiddetta "riforma digitale" che rende possibile il rapporto tra l'Amministrazione e i cittadini attraverso le nuove tecnologie informatiche --
Proprio nuove nuove non sono queste tecnologie. Sono almeno 10/12 anni che gli adolescenti di mezzo mondo si scambiano email gratuitamente... e solo voi arrivate e le considerate nuove? Sveglia! Comunque meglio tardi che mai: vorrà dire che potrò partecipare, in caso di nuova elezione della CdL, a un nuovo condono "comodamente da casa mia".

In questo modo il computer personale si può trasformare in uno sportello pubblico sempre aperto attraverso il quale ciascuno può ottenere informazioni, avere servizi, svolgere pratiche senza doversi recare negli uffici pubblici e sottoporsi alle rilevanti perdite di tempo che tutti abbiamo dovuto affrontare in passato. --
È vero, è noioso e inutile fare la coda in Comune, però mi suona strano... parli di "riforma digitale" e, invece di mandarmi un'email per informarmi, mi mandi una antica lettera cartacea? Non ci vedi un qualche conflitto... con te stesso? E cosa dire della traduzione di personal computer? Divertente, anche perché sarebbe bastato scrivere computer. Oppure potrò usare sotto il mio e non quello del mio amico per collegarmi alla Pubblica Amministrazione?

Già ora il 60% dei cosiddetti "navigatori Internet" si collega abitualmente con i siti della Pubblica Amministrazione --
oddio sono un "cosiddetto navigatore Internet". E che è, una parolaccia? Volete usare un linguaggio attuale ma avete paura di essere corretti daqualche bacchettone? Cioè si chiamano navigatori, cioè però non è proprio corretto, cioè però poi l'Accademia della Crusca (o Platinette) ci criticano, cioè... mettiamolo fra virgolette così risolviamo il tutto. Il 60% di coloro che navigano (lo scrivo senza remore, io! (che poi spero che almeno una volta il 100% siano coloro che hanno navigato)) nei siti della Pubblica Amministrazione che ci fanno? Avete mai visitato il sito del Governo Italiano, provate. Volete leggere la biografia o le dichiarazioni di sua Emittenza? Le trovate di certo.

L'Italia è così salita all'ottavo posto in Europa per la qualità dei servizi pubblici in rete: nel 2001 eravamo al dodicesimo posto. --
Fonte dell'informazione? Non sarà uno dei soliti sondaggi o ricerca richieste dal premier in persona? Almeno il nome dell'agenzia non sarebbe stato male, no?

Si tratta davvero di una grande rivoluzione che vede impegnate migliaia di pubbliche amministrazioni centrali e locali in questo sviluppo organizzativo e tecnologico. --
Avrei visto più di buon occhio che quelle migliaia di amministrazioni fossero state ridotte a qualche centinaio... E poi ora è rivoluzione, ma prima non era riforma? Azzardiamo un riforma rivoluzionaria? Però forse così è espressione troppo comunista...

E' un percorso di cui non c'era traccia all'inizio di questa legislatura e che noi siamo orgogliosi di aver avviato capillarmente gli edifici pubblici del Paese, con benefici che saranno progressivamente percepiti da tutti i cittadini e da tutte le imprese. --
Allora com'era possibile essere al dodicesimo posto in Europa? Se non c'era nulla la vedo dura. A inizio periodo, la E' maiuscola cos'è? Lo sapete che esiste la possibilità di avere le maiuscole accentate? Punterei poi l'attenzione sull'avverbio progressivamente: scommetto che servono giusto giusto ancora 5 anni!

Abbiamo anche promosso la diffusione dell'accesso a Internet con le connessioni veloci alla cosiddetta "larga banda", che è l'autostrada digitale attraverso la quale vengono trasmesse quantità molto elevate di informazioni, di immagini e di dati. Attraverso questa autostrada digitale possono dunque transitare le nuove risorse di un Paese moderno: l'informazione, l'istruzione, la formazione, i servizi, le comunicazioni, gli acquisti. -- E dagli con questa cosiddetta! Si chiama banda larga! Perché invertite il tutto: lo so che è una forma di nobilitazione, ma visto che anche il ministero della Pubblica Istruzione è diventata dell'Istruzione Pubblica perché aveva un sapore troppo fascista, perché perseverare nell'errore? Trovo poi bellissima la dscrizione del servizio quantità molto elevate: però bisognerebbe dirlo a quei Comuni del nord Italia che, malgrado l'ato numero di industrie sul territorio, non hanno la larga banda. Servizio che, fra l'altro, è distribuito da compagnie private, quindi che promuove il Governo? Non sarà che vogliono confonderci le idee per farci pensare che la TAV è indispensabile per il trasporto delle informazioni? Contro-circuito cognitivo?

Questa che stiamo vivendo è la seconda storica "alfabetizzazione" degli italiani: quella digitale. Il governo la sta promuovendo attraverso una serie di iniziative senza eguali in Europa, a partire dall'insegnamento dell'informatica sin dal primo anno di scuola sino alle agevolazioni per l'acquisto di computer e di accessi alla "larga banda". -- E avanti con questa larga banda! E poi a che pro insegnare l'informatica? Per imparare ad usare un computer servono due giorni: vogliamo impiegarci anni? Diamo un Machintosh a tutti e vedremo quanto ci vorrà perché si impari a scaricare un certificato dall'anagrafe. Non sarebbe meglio insegnare agli impiegati Comunali (e Provinciali e Regionali e Statali) ad usare, loro per primi, gli strumenti che hanno a disposizione? Lascio poi passare la seconda storica alfabetizzazione... e poi perché governo è scritto in minuscolo, mentre tutte le altre realtà istituzionali sono in maiuscolo? Diminutio?

I progressi ottenuti in questi ultimi cinque anni sono evidenti -- Ma lo sa il nostro Silvio che i progressi ci sono stati in tutto il mondo? Siamo nel decennio dell'informatica di massa, al di là di quello che fa (o farà) il nostro Governo (di destra o sinistra che sia)?

Le famiglie italiane hanno raggiunto un livello elevato nell'uso di queste tecnologie. -- Dici davvero? Ma se siamo sempre tra gli ultimi posti in questo genere di statistiche!

Non solo siamo il primo paese europeo per diffusione di telefoni mobili (che sono diventati ormai altrettanti "minicomputer") ma, grazie anche alle agevolazioni che abbiamo messo a disposizioni nelle scuole, dei giovani e delle famiglie, siamo all'avanguardia in Europa per crescita di accessi a Internet e di connessioni veloci in "larga banda". (Basta con 'sta larga banda!!!!!) Siamo al primo posto anche per la diffusione di nuovi strumenti come la Posta elettronica certificata , la cosiddetta (Basta con 'sta cosiddetta!!!) raccomandata elettronica, o la Firma digitale, che dà pieno valore legale ai documenti informatici. -- In pratica siamo il popolo che ha dato piena cittadinanza a Megane Gale e a tutte le emerite str... che ci propongono per il telefonino e che spaziano dalle nomerie (sic), ai loghi, agli sfondi e a tutte le altre importantissime applicazioni per i nostri minicomputer. Colui che ha scritto e colui che ha controllato questa lettera, avrà mai visto un adolescente con il cellulare in mano? Un delirio.

La modernità di un Paese si misura anche da questo, dalla diffusione delle nuove tecnologie digitali. -- Addirittura un paragrafo per questa frase banale? Non vorrei sbagliarmi, ma, visto che la larga banda corre sul cavo telefonico, direi che siamo di fronte a una tecnologia analogica (o per lo meno mista).

Noi quindi siamo sulla strada giusta per l'ammodernamento del nostro Paese e per un nuovo e più facile rapporto tra il cittadino e lo Stato. -- E meno male, visto che siete pagati per fare questo! E poi, noi chi?

La pubblicazione che Le facciamo pervenire è una guida utile per conoscere gli strumenti e le opportunità che sono a Sua disposizione e di cui speriamo anche Lei possa trarre vantaggio. -- Come anche lei? Allora è vero che prima ne avete tratto vantaggio VOI (visto che è il soggetto della frase precedente) e poi, se ne traggo qualche vantaggio anche io, tanto meglio.

Con i più cordiali saluti. Silvio Berlusconi -- A' Silvio... ma vaff... Cordiali saluti anche da parte mia.

Svarioni giornalistici


Questa è possibile chiamarla solo "disinformazione": non c'è paragrafo di questo articolo, che riguarda il virus "Kamasutra", stampato oggi sul quotidiano gratuito LEGGO di Milano che non contenga inesattezze. Vediamo quali.

So per esperienza personale quanto sia difficile fare giornalismo: si è a contatto con realtà e argomenti che si conoscono

Iniziamo:

Non è stato un attacco di hacker, ma un “contagio” avvenuto probabilmente attraverso la posta elettronica a mettere in ginocchio due settimane fa il sistema informatico del Comune di Milano. → poche storie, il contagio da questo virus si prende solo ed esclusivamente via e-mail. Ma non aprendo per sbaglio una mail dal soggetto dubbio (magari ti arriva qualcosa che inganna e la si apre lo stesso), bensì, aprendo un allegato che si chiama "Kamasutra": quindi chiunque l'abbia fatto, oltre ad essere (informaticamente parlando) uno stupido, è anche una persona che si aspetta soddisfazione sessuale attraverso lo schermo di un computer. Quindi doppiamente stupido! E poi il virus è stato segnalato in tutto il mondo, che c'entra un attacco mirato al Comune di Milano?

Questo il bilancio del virus che ha paralizzato i servizi di anagrafe e dio [non è errore mio di battitura, ma refuso di stampa] molti uffici pubblici del Comune. La conferma arriva dall’assessore ai Servizi civici Giancarlo Martella, al termine della verifica di tutte le macchine collegate ai server di Palazzo Marino. → qui la precisazione non è informatica ma linguistica. Questo non è un bilancio! Quindi se la polizia scopre chi ha commesso un omicidio (non accade solo nei telefilm americani) cosa fa? Fa un bilancio dell'accaduto? Andiamo... ma cos'è un "assessore ai servizi civici"? Il Comune non è un distributore di servizi civici? E che altro fa un Comune?


«
In totale – ha spiegato l’assessore – sono stati 350 i pc infettati dal virus cosiddetto “Kamasutra” prima e da quello dello “Skybot” [non è errore mio di battitura, ma refuso di stampa... o di conoscenza] poi, e di questi una cinquantina rimangono da bonificare. Operazione che contiamo di terminare entro una settimana». → I computer che sono stati contagiati dal virus, se hanno accesso a una rete con privilegi di scrittura, contagiano automaticamente tutta la rete. Quindi i famosi 350 pc sono... tutta la rete, quindi tutti icomputer. Non esistono pc "non in rete", altrimenti come si possono dare informazioni ai cittadini? Lo "Skybot" citato nell'articolo... non esiste! Si chiama "Spybot" (ma perché parli se non sai le cose?), e non è un virus, ma un anti-spyware (Uno spyware è, in parole semplici, un tipo di software che raccoglie informazioni riguardanti l'attività online di un utente (siti visitati, acquisti eseguiti in rete etc) senza il suo consenso, trasmettendole tramite Internet ad un'organizzazione che le utilizzerà per trarne profitto). Quindi il famigerato "Spybot" è da annoverare tra i buoni e non tra i cattivi. Ci vogliono tre settimane per sistemare 350 computer? Lo fate nei tempi morti tra un caffé e l'altro?

Infine una smentita rispetto a chi sosteneva che l’antivirus di Kamasutra fosse già disponibile da tempo in rete. «Non è vero – afferma Martella -: il baco è stato scoperto nel mondo solo il 17 gennaio e il giorno dopo l’antivirus era già installato in tutti i pc del Comune. Purtroppo alcune macchine nel frattempo erano già state messe fuori uso». → Non esiste un antivirus per Kamasutra, bensì si può aggiornare l'antivirus che ciascuno di noi ha già installato (se non l'avesse, o non usa Windows oppure è un temerario) per coprirsi dal pericolo. L'aspetto più divertente di tutta questa situazione è che questo virus era poco pericoloso, non tanto per ciò che metteva in moto (ovvero cancellare tutti i files di Office (Word, Excel, etc...)) ma per il fatto che la sua azione fosse a tempo. Non agiva subito appena infettato, ma soltanto il 3 febbraio. Essendo stato individuato a metà gennaio, ha lasciato tutto il tempo ai malcapitati infettati diproteggersi e liberarsi dall'infezione. E qui smentisco la seconda parte dell'affermazione. Erano disponibili fin dal giorno della sua scoperta, dei piccoli applicativi che, in maniera completamente gratuita, permettevano di scoprire se la propria macchina era infettata e di rimuovere completamente il virus con un solo click. Quindi se il solerte Martella è davvero sicuro che l'antivirus era già installato... probabilmente non sa nemmeno di cosa parla. Oppure è in malafede e vuole coprire a tutti i costi le inefficienze dell'amministrazione da lui presieduta.

Questa spulciata critica all'articolo dimostra, ancora una volta, che i giornalisti ci prendono per i fondelli. Purtroppo quando leggiamo di argomenti di cui non conosciamo nulla, è facile farci "infinocchiare" da due paroloni di cui non conosciamo con esattezza il significato. Ma, chissà come mai, quando leggiamo un articolo su argomenti a noi familiari, ci rendiamo subito conto dell'inadeguatezza del giornalista. Come regolarsi? Acquistando (o per lo meno prestando fede) solo a riviste di settore. Non c'è alternativa.


"Geek Geek" di Flavio & Sikkolo


Un medio-metraggio (non sapevo esistesse questa categoria) surreale e complesso quanto basta, divertente e assurdo quanto basta, geniale e sorprendente quanto basta... scaricate (legalmente!) Geek Geek.

Girando per la rete telematica si incontrano molte cose: alcune meritano di essere guardate con attenzione (cioè almeno per 30 secondi), mentre altre passano velocemente davanti ai nostri occhi... come un corpo morto di una ragazza bionda avvolto in un telo di plastica in un fiume. Quest'opera cinematografica (così vengono definite pellicole ben peggiori... anche se qui probabilmente di pellicola non ce n'è, surclassata dal digitale) vi regalerà 40 minuti di strane sensazioni. Niente di erotico o violento, gli unici due metri di paragone oggi utilizzati: semplicemente una storia a tratti assurda, ma spesso troppo simile alla nostra vita reale.

La trama è sintetizzabile in due righe e la prendo direttamente dalla pagina ufficiale (www.geek-geek.com):
Un corto(medio)metraggio goliardico/grottesco sulla "vita" di due geeks, che sperano di guadagnare tramite un sito di vendita di t-shirts online.
Detta così risulta inverosimile... e in realtà è proprio così. La trama è più un pretesto che una condizione alla storia. Le lunghe carrellate sulla dotazione del geek... breve interruzione. Molti di voi si chiederanno cosa diavolo significa. I due autori, Flavio & Sikkolo, la spiegano così:
Molti di voi più che altro si staranno chiedendo cos'è un geek, intanto si pronuncia "ghik", e potremmo definirlo come un nerd che ha la fissa per Star Trek/Star Wars o che ha imparato tanto da McGyver e poco dalle donne
...riprendiamo. L'armamentario geek (dvd, oggetti di ogni genere e inutilità, vetrinetta con memorabilia invendibili) messo in mostra è degno del magazzino attrezzi della Paramounts! Peccato che sia invece realmente posseduto da Flavio (e se ne vanta!). Inutile che stia ad illustrarvi la storia più dettagliatamente, anche perché è abbastanza inconsistente; vi dirò solo, a caso, gli elementi che entrano in gioco, poi giudicate voi: dvd, scambio di oggetti, pedofilia, omicidio, macchina del tempo, donne... mi rendo conto che detta così sembra tutto uguale a un film di Hollywood, ma esistono miscele con un senso (qualcuno ha detto Cuba Libre?) e altre meno (qualcuno ha detto governo-Berlusconi?).

Lo spaccato del mondo moderno è completo: si va dall'onnipresenza di internet, all'acquisto su eBay, alle serie storiche cinematografiche di Star Trek, Star Wars & X-Files; dal bianco fulgore di Apple e del suo iPod, al videogioco Quake... un miscuglio "contemporaneo" di vita vera e vita virtuale. Quanti di noi si stanno giocando in questo modo la loro sanità mentale?

Alcune chicche che mi hanno colpito (citando a memoria):

- Non bacio una ragazza che non indossa qualcosa di Star Trek
- No, non vengo alla festa. Io rimango a casa a vedere lo streaming di Steve Jobbs che presenta la nuova linea di Apple

Lunga vita a Flavio & Sikkolo (ma che vuol dire 'sto soprannome?) e al coraggio dimostrato nel mettere in piedi un affare del genere. L'idea delle magliette come fattore di finanziamento che spunta nel film, è poi veramente messa in atto: chi lo volesse può acquistare il prodotto, così da finanziare un secondo episodio di quella che diventerà un saga degna di Lucas.

Citazione finale in pieno stile geek:
Io sono Locutus dei Borg. La resistenza è inutile. La vostra vita, come è stata, è finita. Da questo momento in avanti, voi sarete al nostro servizio.

Atleti (quasi) bionici


L'azienda americana Nike mette in commercio delle lenti a contatto per migliorare il contrasto degli ambienti. Utile per gli atleti durante le manifestazioni sportive.

Nike migliora uno dei cinque sensi: la vista (almeno per ora: si attende a breve con ansia un super-naso per equipaggiare i cacciatori di tartudo). L'idea è semplice e rivoluzionaria: invece di usare occhiali da sole per contrastare i riflessi abbaglianti dell'astro caro ad Apollo, ci si affiderà a queste lenti (a catalogo sia correttive che neutre) tecnologicamente avanzate con filtri UVA e UVB. C'è una versione verde per attività sportive da praticarsi su campi d'erba o dove la visione dell'ambiente è fondamentale per lo sport in questione. La versione ambra è invece indicata per gli sport in cui è utile focalizzare con precisione un oggetto (palle, palline e pallette di varia foggia e misura): il colore permetterà di aumentare il contrasto, come potete vedere dagli esempi del sito dedicati al prodotto chiamato MaxSight.

Mamma mia, mi sembra di star facendo pubblicità a un prodotto per il quale ho ricevuto un compenso... (purtroppo) non è così. Ho solo strutturato il post con una parte informativa iniziale e una di commento spicciolo a chiudere.

Il commento si riduce a questo: ma gli atleti del futuro saranno umani? Già oggi hanno una dieta personalizzata, un allenatore personalizzato, un programma di allenamenti che, per appuntamenti importanti, prevede un'escalation di forma di mesi per arrivare al massimo all'evento. Hanno poi degli attrezzi di un'efficacia incredibile: aste in carbonio, costumi che scivolano nell'acqua, tutine con resistenza zero all'aria. Un esempio eclatante riguarda Michael Johnson, leggendario 200/400metrista a cui il munifico sponsor (sempre quello del baffo) costruiva le scarpette direttamente intorno ai piedi e in modo che non resistessero all'uso per più di tre volte: al termine erano inutilizzabili perché usurate (!) ed erano lanciate nel pubblico e trasformate in "reliquia" dal ricevitore (un po' come le gomme "da tempo" delle competizioni motociclistiche).

Forse è bene, forse è male, forse non sono più uomini, sono piccoli cyborg (o come i Borg): a questo punto perché vietare il doping? Visto che chi ha più soldi vince, tanto vale fare in modo che chi ha più sprezzo della propria vita (imbottendosi di sostanze mostruose) vinca. Qual è la differenza? Tanto sono "campioni del mondo" anche gli energumeni che giocano a wrestling: incontri pilotati tra uomini (e donne) imbottiti di sostanze di ogni genere (e poi ci stupiamo della morte di... Guerrero (ho dovuto cercarlo, non seguo questo gioco) morto per infarto!). Quasi quasi creo un campionato del mondo di "lettura di autori russi sul divano"! La corona iridata è già mia!

Una note di colore aggiunta (forse) dall'articolista di Tom's Hardware dal quale ho letto la notizia è questa:

La nota di colore, inoltre, permette di rendere lo sguardo più aggressivo. Negli sport di contatto questo potrebbe dare qualche vantaggio in più.
Dalla serie: ilmondoèmmmmioooooo! Io sono più grosso, cattivo e incaxxato... (cosa c'entri poi questo con lo sport è tutto da valutare). Ma la considerazione fattami da un amico (ciao Carlino!) sulla differenza tra sport (confronto tra atleti) e gioco (esibizione di atleti) la rimando a una prossima puntata.

La musica immateriale


Cos’è la musica? O meglio: cos’era la musica? Cosa la musica non è più?

Primo concetto fondamentale: oggi la musica non è più arte.
Questa affermazione può sembrare categorica e discutibile, ma è innegabile che la stra-grande maggioranza delle composizioni musicali non siano espressione d’arte. Io stesso ne sono un estimatore (almeno per quel che riguarda il lato hard-rock), ma non mi arrampico sugli specchi cercando di giustificarle come espressioni della decadenza morale e sonora del mondo contemporaneo... come il frutto del disagio esistenziale e dell’incapacità cronica capitalistico-marxista-leninista che l’essere umano attraversa andando all’atavica caccia dell’inconscio sub-stanziale e altre parole del genere sistemate a caso una di seguito all’altra seguendo l’unica regola che si ricorda dai propri elementari studi di grammatica e sintassi: due vocali uguali non si devono mai incontrare (ma anche questa semplice regola genera un sacco di confusione con la questione degli apostrofi... ma lasciamo perdere).

Un tempo neanche troppo lontano, la musica era un bene inestimabile proprio perché non riproducibile: un quadro potevi averlo continuamente davanti agli occhi (oppure recarti a contemplarlo), un libro potevi, a volontà, riprenderlo in mano e dargli una lettura, magari solo a quella pagina o a quel passaggio che aveva colpito la nostra immaginazione. Ma la musica no. Quella era non-contenibile: era necessario un musicista che la suonasse (e ci si arrabattava per imparare qualche nota). E quindi si acquistava il musicista: a corte, in chiesa, nei palazzi.

L’avvento della registrazione musicale ha fatto passare l’artista in secondo piano, almeno per quel che riguarda l’esecuzione. Quei misteriosi oggetti grammofonici permettevano un ascolto impreciso e poco fedele, è vero, ma almeno a-sincrono rispetto all’esecuzione reale. E quindi si acquistava il disco.

L’avvento della registrazione musicale digitale e di qualità (non sempre queste due caratteristiche sono conciliabili, ma in linea di massima diamolo per assodato) ha portato l’ascoltatore sempre più lontano dal musicista. Il musicista può essere simulato, può addirittura non esistere o non essere in grado di riprodurre i suoni che ha registrato E quindi si è passati ad “acquistare” il contenitore di musica.

Oggi è così: non si compra più l’album, il disco, il supporto magneto-ottico in cui è incisa la musica: oggi si spende per lo spazio che li contiene. In quanti hanno acquistato un lettore di musica digitale pagandolo parecchi euro? Come è possibile? È possibile proprio perché il valore della musica è scomparso, scemato. Probabilmente ingiustamente, ma forse no. La musica è ovunque, eternamente raggiungibile, costantemente disponibile. Quello che si mette nel proprio lettore/computer è quasi accidentale: basta che sia musica del genere di nostro gradimento e che sia possibile cambiarla spesso.

Siamo arrivati al paradosso che il valore non è il contenuto ma il contenitore. Sarebbe come se il valore vero di una bottiglia di vino fosse la bottiglia e non il vino: quest’ultimo durerà pochi giorni (o pochi assaggi). Il liquido contenuto è passato in secondo piano e tutti ci fermeremo ad ammirare la bottiglia. Sembra assurdo, ma la musica ha subito questo processo di decadimento. È ciclicamente tornata ad essere quel fenomeno immateriale che è sempre stato fin dall’inizio dell’umanità: puro suono non identificabile con alcunché di “fisico”.

Puro suono. Pura fantasia. Pura immaginazione.

Vignette incendiarie


Siamo tutti a conoscenza del putiferio scatenato dalla pubblicazione su un quotidiano danese, il Jyllands Posten, di una serie di vignette "satiriche" in cui si prende "amabilmente per il culo" (scusate il francesismo) l'Islam e i suoi simboli (però la vignetta con un musulmano che arriva in paradiso con Maometto che gli annuncia dispiaciuto: "Mi spiace, non abbiamo più vergini", non è male...). Ma cerchiamo di ricapitolare un po' la vicenda per chi non avesse tempo/voglia/interesse di cercare qualche notizia.

Qualche mese fa, lo scrittore danese Kare Bluitgen ha lamentato il fatto di non essere riuscito a trovare un artista disposto a illustrare un suo libro, destinato ai bambini, sulla vita di Maometto. È noto (ma forse non del tutto) che Maometto viene solitamente rappresentato con il volto coperto o non rappresentato affatto per rispetto della tradizione ortodossa islamica che vieta le raffigurazioni umane, in particolar modo quella della persona di Maometto. Non si tratta affatto di un'inclinazione isolata ma di un atteggiamento comune a tutto il mondo islamico, anche se particolarmente esacerbato dai Wahabiti dell'Arabia Saudita che vietano qualsiasi rappresentazione. Per gli integralisti islamici il reato commesso dai vignettisti non è solo nell'aver ritratto, in modo percepito come offensivo, il profeta, ma nel semplice fatto di averlo ritratto. Perché secondo loro sarebbe di per sé un fatto sacrilego. Questo è vogliono che ci vogliono far credere dai pulpiti delle Moschee e dalla propaganda televisiva: la verità è che Mohammad fu un uomo come tutti gli altri e lui stesso vietò che lo si venerasse come una divinità. Gli sciiti, i sunniti nell'epoca ottomana e in India hanno ritratto il profeta senza remore.

Il quotidiano danese citato, ha quindi indetto un concorso per le "introvabili" vignette satiriche su Maometto. Le 12 vignette ricevute (resta da capire se siano le uniche giunte o se la redazione ha operato una selezione in direzione terrorista), vengono pubblicate lo scorso 30 settembre. La Comunità musulmana in Danimarca protesta, scende in strada e manifesta pacificamente ma nessuno sente il bisogno di scusarsi. La vicenda rimase confinata, anche e soprattutto, mediaticamente alla Danimarca fino al giorno d'oggi. Ma ecco il colpo di genio (o l'accensione della miccia): il settimanale norvegese Magazent, pubblica anch'esso le vignette. A questo punto la vicenda comincia a dilagare e a diventare "internazionale". Inizia il boicottaggio dei prodotti danesi nei paesi arabi... e, come a dimostrare che l'economia detiene il vero potere nei paesi occidentali (così come quello religioso lo detiene in quelli arabi), le pressioni degli industriali mettono con le spalle al muro la classe politica.

Et voilà! Il direttore del Jyllands-Posten, Carsten Juste, ha scritto in una lettera all'agenzia di stampa giordana Petra, poi pubblicata anche sul sito del quotidiano: "Queste vignette non violano la legge danese ma hanno in modo irrefutabile offeso molti musulmani, e per questo noi presentiamo le nostre scuse". Fa subito eco il respiro di sollievo del primo ministro danese Anders Fogh Rasmussen che si è "felicitato" con il quotidiano che si è scusato affermando: "Ne sono molto lieto, perché il Jyllands-Posten ha compiuto di certo un passo molto importante. Ho personalmente un tale rispetto per la fede delle persone, che non avrei mai potuto rappresentare Maometto, Gesù o altre figure religiose in un modo che possa essere insultante per gli altri", ha detto il premier alla televisione Tv2 (qualcuno può immaginare una dichiarazione più "politichese" di questa?). Il ministro degli Esteri austriaco, Ursula Plassnik (presidente di turno dell'Ue) al termine della riunione con i colleghi europei, ha sottolineato che "la liberta' di stampa e di espressione fanno parte dei fondamentali valori ma crediamo che le fedi religiose vadano rispettate nelle nostre società poiché anch'esse rappresentano valori fondamentali". Sarebbe stato meno comico se simili affermazioni fossero state spontanee e non determinate dall'efficiente boicottaggio economico.

Sulla vicenda, la (liberale?) giornalista egiziana Mona Eltahawy, intervenendo sul quotidiano libanese The Daily Star, ha ricordato che proprio recentemente in Danimarca il leader del gruppo estremista islamico Hizb al-Tahrir, Fadi Abdullatif, ha incitato "a uccidere i ministri del governo per la partecipazione militare danese in Iraq, nonché a massacrare gli ebrei". Quindi si è domandata: "Abdullatif ha invocato il Corano per giustificare l'incitamento alla violenza! E noi ci meravigliamo che la gente associ l'Islam alla violenza?". Qualcuno vuole alzare la mano per darle torto? Vogliamo dimenticare che nei paesi musulmani si fa apertamente apologia di terrorismo ed è radicata la cultura dell'odio contro gli ebrei e i cristiani?

Finiamola con la barzelletta (o il luogo comune) che ci ripete ossessivamente che "la mia libertà finisce dove inizia la tua". Che cavolo significa? La mia libertà sta nel non offenderti, non di usare la mia sfera di libertà per fare tutto quello che mi pare. Se invece vogliamo concedere fede al detto popolare, allora mettiamoci bene in testa che i musulmani se la prendono a morte (la nostra) se gli tocchiamo la religione. Da ciò risulta che se io ti offendo, ho limitato la tua libertà di pensiero. Da questo (leggermente) contorto ragionamento se ne deduce che chi ha pubblicato queste vignette è in torto: ha limitato la libertà di un fedele di ritenere sacra e inviolabile la figura del proprio profeta.

Io terrei anche conto del fatto che una vignetta satirica non è mai neutra. Esprime un giudizio politico chiaro e netto. Pensare che le vignette siano state inviate dai lettori significa che quella è la percezione che il paese (la Danimarca in questo caso) ha del fenomeno Islam-terrorismo, per quanto sbagliata possa essere questa associazione di concetti.

Ma non voglio apparire pazzo: so benissimo che le libertà religiose concesse (in genere) nei paesi arabi sono fantastiliardi (ah, l'infanzia Disney) di volte minori di quelle che concediamo nei paesi occidentali a chi voglia seguire un'altra confessione. Però non rendiamo pan per focaccia! In fondo al giornale danese e a tutta l'Europa non interessa nulla di Maometto, delle vignette o di quant'altro. Ne stiamo facendo una questione di principio (come ci accade ogni giorno decine di volte: "Che fastidio l'atteggiamento di quello! Chi si crede di essere?", "Come può masticare il chewingum facendo tutto quel rumore?", "Amore, ti ho detto di abbassare la tavoletta del water?!?!"), facendoci forti della nostra tradizione illuminista che permette libertà di stampa e di espressione.

Non ho avuto notizia del pensiero di sua maestà di Arcore riguardo a questo problema (chissà perché le questioni spinose non vengono mai affrontate in campagna elettorale... né da una parte, né dall'altra... Mortadellone, dove sei? Che ne pensi delle vignette danesi?), ma vogliamo dimenticare che per molto meno in Italia abbiamo allontanato comici che facevano della satira molto meno pesante? Citazione d'obbligo per Sabrina Guzzanti e Daniele Luttazzi e Beppe Grillo. Quindi la nostra tanto declamata libertà d'espressione vale solo per i problemi degli altri e non per i nostri? Se qualcuno critica (ferocemente, ammettiamolo) un nostro politico (anzi, IL nostro politico) allora è giusto imporgli il silenzio, mentre se massacro il simbolo di un'altra fede... bé... c'è la libertà d'espressione? Non vi pare un atteggiamento quanto meno sbilanciato (verso i nostri/suoi interessi)?

In Italia ci sarebbe il modo di risolvere legalmente la situazione affidando l'esame della satira incriminata ai tribunali, però abbiamo le toghe rosse, la magistratura rossa (ma il premier sa di avere nel proprio schieramente politico La Rossa... ehm... La Russa?) e quindi è inutile anche sol provarci. L'unico modo è di cacciarli dal posto di lavoro (precario più, precario meno, chi se ne accorgerà?) impedendo quella, oggi, tanto sbandierata e difesa libertà d'espressione. Certo, i musulmani esagerano, ma noi siamo già passati attraverso quuesto stadio di ripulsione per la pena di morte (ok, non in tutti i paesi) e ci siamo evoluti. In questo non temo smentite se dico che la nostra civiltà è superiore.

Non sarebbe il caso di applicare anche in questo caso una par condicio (ma perché 'sto termine latino... perché non usare semplicemente "parità di condizioni"?)?

Chiusa finale obbligatoria che giunge dal profondo del cuore: amici musulmani, perché ve la prendete tanto? Se qualcuno si prende gioco della vostra religione è perché in fondo di essa non importa nulla. Allo stesso modo non mi offendo più di tanto per una bestemmia: chi la pronuncia non sa neppure ciò che dice, né quali concetti stia offendendo. Mi offenderei se fosse un credente o un sacerdote a bestemmiare: solo in quel caso le parole avrebbero davvero un carica d'odio e di sovversione tali da farmi sentire offeso. Venerate il vostro Dio, seguite le vostre regole, urlate contro chi vi offende, ma lasciate perdere le minacce di morte. Non curatevi di ciò che dice questa gente: del resto... sono solo parole.

La potenza delle parole (ovvero: politically correct)


Sono un (quasi) linguista: amo le parole, il loro significato, il loro suono, la loro potenza, la loro storia, la loro vita. Non potrò mai parlare un'altra lingua, perché se per esprimere i concetti di buono, piacevole, bello, carino, apprezzabile, etc..., conosco solo good, provo un senso di limitatezza... quindi lascio perdere.

Le parole sono potenti, hanno permesso a santi e farabutti di cambiare la storia. Con poche parole Gesù ha ridisegnato la scala dei valori del mondo antico: "Ama il prossimo tuo come te stesso". Con poche parole Hitler ha scatenato un genocidio: "Gli ebrei sono una razza inferiore".

Eppure le parole non posson cambiare la realtà, come sembra credere qualcuno. È notizia del dicembre scorso (cioè del 2005):
Il «sordomuto» diventa «sordo preverbale» Il vecchio termine scompare da oggi da tutte le leggi e dai documenti ufficiali rimpiazzato dal nuovo
ROMA - Da oggi scompare da tutte le leggi e documenti ufficiali il termine «sordomuto». Lo rende noto il sottosegretario al welfare Grazia Sestini, riferendo l'approvazione della nuova terminologia in commissione lavoro, in sede deliberante al Senato. Il termine «sordomuto» lascia il posto al termine «sordo preverbale».
Sestini ha espresso soddisfazione per il provvedimento. «Si tratta infatti - ha detto - di una modifica attesa dalle associazioni delle persone affette da questa tipologia di disabilità e si tratta pertanto di un ulteriore passo avanti compiuto dal nostro Paese verso una sempre migliore tutela e verso la completa e sostanziale equiparazione di tutti i cittadini. La sostituzione del termine "sordomuto" con il termine "sordo preverbale" opera in tutte le disposizioni legislative vigenti».
Non lo trovate ridicolo? Che vuol dire preverbale? Che un sordo è nato sordo prima di imparare a parlare e per questo non sa farlo? Certo, è corretto, ma in italiano non si esprime questo concetto semplicemente con muto? Vogliono forse distinguere chi potrebbe parlare ma non sa farlo da chi invece non ha, ad esempio, le corde vocali? Al confronto calcolare il numero di aghi in un pagliaio sarebbe meno cervellotico!
Senza contare che sordo è stato sostituito non molti anni fa da non udente, dando quindi come probabile risultato di questo processo di trasformazione del stermine sordomuto = non udente preverbale. Sembra il nome scientifico di una pianta dell'Amazzonia!

Probabilmente il provvedimento è stato il parto dell'intelligencija (si vede che sto studiando letteratura russa?) che ha così risolto i problemi dei sordomuti... cambiando la parola.
Ad una domanda sui sordomuti in Italia un politico risponderà: "Sordomuti? Da noi non ne esistono! C'è solo un certo numero di "diversamente udenti preverbali"... ma quello è tutto un altro problema!" (che è colpa della sinistra, tra l'altro).

Altri esempio del politicamente corretto che vediamo in azione tutti i giorni sia nei telegiornali , che nei quotidiani, che nelle conversazioni "sostenute" sono:

Cieco = non vedente (o videoleso)
Bidello = personale non docente
Spazzino = operatore ecologico
Nero = afroamericano
Handicappato = diversamente abile
Zingaro = Rom
Vecchio = anziano
Grasso = sovrappeso (grasso)
Nano = svantaggiato verticale
Donna = portatrice sana di capezzoli (copyright di Luciana Littizzetto)

Ma i migliori rimpasti linguistici restano (purtroppo):
Guerra = operazione di “peace keeping”
Civili morti sotto le bombe = danni collaterali

Altro esempio del politicamente corretto introdotto dal nostro amato ministro dell'Istruzione Pubblica (non più Pubblica Istruzione tra l'altro, designazione di stampo troppo fascisto-comunista) Letizia Moratti, che ha sotituito la pagella con ... udite, udite... il portfolio delle competenze! Ma caxxo! Un bambino (sarà ancora lecito chiamarlo così oppure azzardo un piccolo uomo?) di 6 anni che accidenti di competenze possa avere tanto da richiedere un portfolio?!?! Portfolio (che splendida parola) che dovrà contenere, per chi non lo sapesse:
- Il portfolio è costituito dalla documentazione essenziale e significativa delle esperienze formative dell’alunno e dalla descrizione delle azioni di orientamento e valutazione del medesimo.
- Si articola in due sezioni, una dedicata all’orientamento e l’altra alla valutazione dell’alunno.
- Documenta il processo di apprendimento di ciascun alunno, nonché gli elementi di rilievo del comportamento, anche mediante annotazioni relative al conseguimento degli obiettivi formativi delineati nei Piani di studio personalizzati.

Mi dite per favore cosa mancava alla pagella con scritto: "Il bambino è un po' vivace e presta poca attenzione alle lezioni"? Perché complicarci la vita inutilmente? Ma quello che andrebbe sottolineato alla sig. Moratti è: "Lo sa che un ragazzo di 18 anni, dopo 12 anni di scuola, ha esattamente le stesse competenze, riguardo alla vita quotidiana, di un bambino di 6 anni?". Forse sarebbe davvero ora di seguire gli statunitensi (americani, oltre a essere geograficamente scorretto potrebbe risultare anche scorretto in altri sensi, quindi preferisco evitare) e introdurre lezioni di Economia domestica? Così almeno impareremo a stirare i calzini e a comprare i salumi al supermercato ("Mi dà un etto di prosciutto crudo?" "Lo vuole dolce?" "Booh... faccia lei").

Zelig, ci hai un po' stufato...


Dai, ammettiamolo, il baraccone colorato di Zelig ci ha un po' stufato. Da quando è passato in prima serata su Canale 5 e ha diluito il suo spettacolo per durate elefantiache (che solo Domenica In...) ha perso un po' dello smalto, della spigolosità e della freschezza che prima mi affascinavano. Sempre grande Bisio, niente da dire, come anche il cast che acquisisce sempre nuova linfa dall'albero del divertimento, ma l'affetto (se di affetto si può parlare) per quel programma è scemato.

Allo stesso modo mi hanno sempre infastidito quelle uscite in libreria da parte dei comici più titolati: volumi scarni e mal fatti, eppure venduti a caterve e sempre nei primi posti delle classifiche di vendita. Fastidio, fastidio. Come se vedessi violato il sacro luogo della libreria da non-adepti, da estranei che non hanno il diritto di varcare la soglia del tempio. Ovviamente non è così, ma... fastidio, fastidio.

Per la prima volta tramite un amico (grazie Gene) mi è passato per le mani il dvd+volumetto di Flavio Oreglio, uno dei personaggi che più mi affascinavano. Una sorpresa! Uno spettacolo di musica (di qualità), monologhi e racconti davvero divertenti. Non è solo un catalogo delle gag zelighiane. È veramente piacevole da guardare/leggere.

Vi trascrivo alcune frasi (che avrete già letto in decine di mail girate all'infinito da amici degli amici degli amici) che mi hanno divertito e che potranno farvi venire la voglia di acquistare (o farvi prestare) il prodotto di Oreglio. Perdonate le volgarità, che, se ascoltate, fanno effetto, mentre trascritte mi sembrano soltanto... volgarità):

- Se lei ti dice: "Lasciati andare", ma tu sei appeso al cornicione...
Se la fortuna è cieca, ma tu sulla fronta hai scritto: "Sono sfigato" in braille...
- Se pesti una merda e dici: "Porta fortuna!", ma cazzo... in salotto!
Se ti sei montato la testa, ma non hai seguito le istruzioni...
- Se giochi a nascondino, ma nessuno ti viene a cercare...
Se lei ha il viso d'angelo, ma... cazzo!, Angelo è tuo fratello...
- Se hai un sogno nel cassetto, ma ti hanno fregato la scrivania...
Se tu rincorri il mito del fallo, ma ti hanno fatto la scrivania...
- Se ti domandi come mai Padre Pio assomigli così tanto a Obi-Wan Kenobi...
Se parli sette lingue, ma tutte in italiano...
- Se lei ti tiene sulla corda, ma dà anche un calcio allo sgabello...
Se quando il gioco si fa duro, lei è già andata via...
- Se il paese va a puttane e sono tutti a casa tua...
Se tua moglie dice: "Facciamolo ancora", ma in quel momento tu stai rientrando a casa...
- Se ti piace il gioco pesante e ti hanno regalato il Lego di piombo...
Se sei talmente a terra che alla mattina ti radi al suolo...
- Se sei solo con testesso, e c'è già qualcuno che rompe le palle...
Se pensi di farti prete, ma cambi idea quando il prete cerca di farsi te...
- Se ti butti da tremila metri e il paracadute si apre, ma ti scivola dalla schiena...S
Se gli unici che ti cagano sono i piccioni...
- Se i tuoi amici hanno tagliato la corda ma tu non eri ancora arrivato in vetta...
Se lei ti dice: "Dai, vieni... ancora, dai, dai... piano, sì così, così, dai, vieni...", ma tu non riesci a parcheggiare...
- Se sei così insignificante che non hai nemmeno voce in paragrafo...
Se la tua donna ha uno sguardo impenetrabile, ma è solo lo sguardo che è così...
- Se ti senti di troppo, ma non hai nessuno a cui dirlo...
Se ti dicono: "Di' due parole in croce" e tu rispondi: "Gesù Cristo"...
- Se vuoi conoscere te stesso, ma non c'è nessuno che ti presenta...
Se credi in Dio, ma Dio non crede in te...
- Se ami te stesso, ma non sei contraccambiato...
Se ti viene l'acquolina in bocca, ma è solo perché sei sul Titanic...

Se la vita ti riserva tutto questo, amico mio, ricorda: la vita è un sogno, perciò svegliati, Pirla!

Spirito(so) informatico [2° episodio]


Mi è stato indirettamente segnalato (grazie Tommy) un altro esempio dello spirito di non prendersi troppo sul serio del mondo open source. Forse non tutti sanno cos'è una configurazione Raid (a parte che significa Redundant Array of Indipendent Discs... non lo so neppure io precisamente, quindi vi rimando direttamente alla definizione che ne dà Wikipedia).

L'help della configurazione in questione recita (o meglio reciterebbe, perché non ho la possibilità di provarlo):

WARNING: RAID-6 is currently highly experimental. If you use it, there is no guarantee whatsoever that it won’t destroy your data, eat your disk drives, insult your mother, or re-appoint George W. Bush.

Una veloce traduzione (forse non indispensabile):

ATTENZIONE: RAID-6 al momento è altamente sperimentale. Se lo usate, non c'è alcuna garanzia che non distrugga i vostri dati, mangi i vostri dischi rigidi, insulti vostra madre, o ri-elegga George W. Bush.

Un altro esempio, fra l'altro, di come "tutto il mondo sia paese". Visto che siamo nella stessa barca, perché non chiedere ai localizzatori in lingua italiana di sostituire il nome del Presidente con un altro più vicino a noi?

Incontro


Non sono un viaggiatore. Non mi trovo bene in altri posti che non siano casa mia. Il paese dove sono nato, cresciuto, di cui conosco quasi tutto. Eppure oggi il mondo richiede la mobilità: sono considerati "pezzi da museo" coloro che trascorrono la vita in un unico posto, magari neanche una città ("Con tutto quello che ha da offrire? Come puoi farne senza?).
Di verghiana memoria e liceale memoria (ma forse anche prima) questo passo dalla novella Fantasticheria,
il cui senso mi è risultato chiaro (o forse gli ho solo dato un'interpretazione diversa) solo oggi:

Per altro il tenace attaccamento di quella povera gente allo scoglio sul quale la fortuna li ha lasciati cadere, mentre seminava principi di qua e duchesse di là [...] questa religione della famiglia, che si riverbera sul mestiere, sulla casa, e sui sassi che la circondano, mi sembrano [...] cose serissime e rispettabilissime anch'esse.


Mi ha sempre portato una commozione profonda (non voglio fare il sentimentale o l'uomo sensibile, ma purtroppo (o per fortuna) è così) un altro passo famosissimo che ben si adatta a questo sentimento, l'addio di Lucia alla sua casa e alle sue montagne, di manzoniana memoria (giusto per ripetere la forma precedente...):

Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso.

Mi rendo conto di non rispettare alcuna regola di leggibilità con post troppo lunghi e che nessuno avrà voglia di leggere, ma che importa?

Ma ritorniamo in tema... semplicemente con questi pochi versi, (indegnamente) dedicati al mio amato lago e alla mia compagna di vita (per ora... e spero lo rimanga):

Quel giorno d'estate
vi ho fatti incontrare.

Su quel pendio erboso e scosceso
ho mostrato a un amico il viso dell'amore.

Vi siete subito stretti in un abbraccio
donandomi una gioia infinita.

Una stretta di mano segreta.

Tu hai lasciato vagare il tuo ventoso sospiro
fra i suoi morbidi capelli.

Tu hai permesso che nei tuoi occhi
si specchiasse il suo mobile azzurro.

Vi porto sempre con me,
al mio fianco e nel mio cuore.