Pensieri di altri [2009.02.28]

Akille.net: il back-up della posta elettronica

Una piccola parte di vita che ti passa davanti in un istante. E che tu devi solo segnare come già letta. O come già vissuta.

Marco Carta vince Sanremo

Vince Sanremo dopo aver vinto Amici. Cioè, con parole semplici tanto per chiarirsi, le 2 trasmissioni televisive musicali più importanti per il duopolio Mediaset e Rai.
Questo significa, o dovrebbe significare, che Marco Carta è il re della cultura popolare, del gossip, delle interviste, ambito dalle donne, con copertine dei settimanali, conosciuto da tutti, etc...

Per dire, Giusy Ferreri sapevano tutti chi era dopo qualche settimana che aveva vinto X Factor e avevano iniziato a trasmettere il suo pezzo. E tutti la conoscono tuttora.
Marco Carta lunedì ha sceso la scalinata di Sanremo da perfetto sconociuto e senza essere considerato minimamente per la vittoria finale.

Tutto questo per ricordarmi che ora non è più nemmeno la televisione a creare i personaggi: li crea ad uso e consumo di se stessa ma non delle masse di italiani meno attenti. Quindi la televisione non è più POP?

I ruoli nella vita

"Quel che complica tutto è che la maggior parte dei bambini fanno i bambini, e quasi tutti gli adulti giocano agli adulti. È una cosa molto difficile da valutare, l'età. Capisci?".
(Daniel Pennac - Signori Bambini - Capitolo I: Il tema - 4
)
Ogni giorno vediamo concretizzata questa considerazione che a prima vista lascia un po' interdetti. Io stesso alle volte mi sento (e mi piace giocarci) di stare recitando una parte: di volta in volta l'adulto, il bambino, il collega, il capo, il consigliere, il giocoliere, il musicista, il subordinato. Sono parti che mi spettano, come diritto e come dovere. E non mi dispiacciono affatto.

Scatolette

Mi chiedo, molto semplicemente: perché tutte le scatolette "classiche" (fagioli, fagiolini, mais, etc...) si riescono a mettere una sopra l'altra e si incastrano perfettamente tra loro, mentre la scatoletta per antonomasia, cioè quella del tonno, deve dare un sacco di problemi?

Uff...

Compensazione naturale

Joseph si chiede per l'ennesima volta cosa dia quell'aria infantile alla stragrande maggioranza dei giganti, mentre i nani si beccano fin dalla nascita facce così adulte.
(Daniel Pennac - Signori Bambini - Capitolo I: Il tema - 3
)
La Natura non ci sta ad essere banale. Ci illude ogni giorno di avere a che fare con persone intelligenti. Smentendoci sempre e comunque.

La Sardegna non è mai stata così vicina all'Italia...

... nel senso più deteriore del termine.

Io sono ancora abbastanza giovane, quindi quello che sta succedendo mi meraviglia enormemente: una scalata irresistibile di un uomo senza sostanza (e non perché ha portato in tutte le case degli italiani il Drive In), che non sa governare (dati economici alla mano), che non sa comunicare (almeno se chi legge il messaggio riesce ad andare oltre lo strato di smalto), che non riesce a portare dalla sua parte alcun intellettuale (no, Feltri e Belpietro non lo sono), che non ha un programma definito (si barcamena nelle contingenze), ripieno di se stesso che neanche un cannolo (ci avevo messo la faccia, non poteva andare diversamente). Non mi sembra poco.

Eppure raccoglie consensi: è in grado di spodestare un sardo portando al governatorato un suo collaboratore brianzolo sconosciuto ai sardi (e non solo) sconfiggendo uno dei pochi uomini della Regione che ha esperienza nella modernità.

Giuro che non me lo spiego, ma voglio vedere in faccia qualcuno in più che mi dica di averlo votato, perché ancora oggi si nascondono tutti.

Non chiudiamoci nel nostro passato!

E vi diranno che i bambini sono cambiati! [...] Certo che sono cambiati, i bambini, da quando ero piccolo io! Sono diventati fluorescenti, hanno scarpe da ginnastica che luccicano quando loro schizzano via nella notte, i walkman gli fanno teste da mosche e sordità da vecchietti, parkinsoneggiano come veri rocker, accorciano zazzere e gonne nella speranza di allungarsi, mangiano granaglie a colazione e rancio yankee a mezzogiorno, smadonnano come a noi era proibito fare e si sparano film che a noi era vietato vedere.
Ma i loro incubi sono uguali a quelli che facevamo noi alla loro età, e così i menu delle loro conversazioni: parlano dei loro prof!
(Daniel Pennac - Signori Bambini - Capitolo I: Il tema - 2
)
Anch'io mi sento molto diverso dai bambini/ragazzi/adolescenti di oggi (solo un 10/15 anni più giovani di me!): perché, in fondo, la mia generazione è cresciuta fino ai vent'anni senza internet e senza cellulare. 
Appartengono alla mia adolescenza (sembra incredibile!) le telefonate sul telefono fisso sperando che non rispondessero i genitori di amici/he e le ricerche da fare in biblioteca copiando dall'enciclopedia Treccani.

Eppure mi sforzo ogni giorno per non "pensare diverso": mi danno fastidio i miei coetanei che non si sforzano di andare oltre le fragili apparenze fatte di parole e costumi per forza diversi.
Chi dice che la musica di ogi non è bella come quella degli anni '90 (sua grunge, rock o techno), chi dice che oggi con internet è tutto più facile e quindi sono tutti un po' più pigri e, come sostiene un mio collega, chissà in quanti saremmo diventati ciechi se avessimo avuto a disposizione tutto il sesso filmato che si trova in rete.

Io non me lo permetto di pensarla così: cerco di essere aperto e di capire che le differenze di apparenza nascondono una realtà  del tutto identica. I bambini/ragazzi/adolescenti hanno proprio, come dice Pennac, le stesse paure, gioie, ansie e sentimenti di quelli della mia generazione e di quella prima e diquella prima ancora.

Non pensiamo da vecchi!

Mi fate paura

Pur non condividendo l'operato politico del Governo in carica, ritenevo esasperate le apocalittiche visioni di chi vedeva nel controllo dei mezzi di informazione (e sfido chiunque a dire il contrario) da parte del Presidente del Consiglio un pericolo per la Democrazia in Italia.

C'è chi parla di dittatura morbida e chi di fascismo in nuce. "Esagerati", pensavo io. Fino a stasera. Fino che in un servizio del TG5 delle 20 (telegiornale nell'orario di punta ella rete ammiraglia) non ho sentito con queste mie orecchie, ben 3 persone di fila che, intervistate, difendevano le proposte del Governo in merito alle intercettazioni. 

Addirittura una signora sosteneva che non è giusto intercettare i politici perché di loro c'è da fidarsiNon posso credere che sia vero. Non posso credere che esistano persone così (tutt'al più uno se ne sbatte le balle di un argomento così). E anche sforzandomi di concepirlo, non posso credere che la maggioranza degli italiani la pensi così. Perché questo è quello che emerso da quel servizio.

Se non è manipolazione dell'informazione questa, qualcuno mi spieghi il significato del verbo manipolare

E quindi è ufficiale: da oggi comincio ad avere paura.

Libero mercato in libero Stato

Banche in pericolo e decine di miliardi di euro dallo Stato tedesco per salvarle: leggi qui.

Io ci ho quasi sempre creduto al Libero Mercato, ma sono alcuni anni che vedo storture sempre più evidenti che rendono chiaro a tutti che il liberismo semplicemente non esiste, almeno in un mondo che ci tiene affinché i suoi abitanti non siano in totale balìa dei poteri economici.

Gli ultimi mesi aumentano il dondolìo della mia testa, aumentano i miei dubbi sulla reale efficacia di un sistema economico che si autogestisce e aumentano la mia stima verso chi ha immaginato un mondo in cui siano le qualità umane a farla da padrone. Un mondo socialista nel quale tutti si possono accontentare di stare bene o di tentare di migliorare l'umanità e non solo se stessi.

Perché la molla al miglioramento non dev'essere ad avere auto e casa più grandi, ma a migliorare se stessi nelle cultura, nella scienza, nella vita. Oggi la tecnologia ce lo consentirebbe: ci permetterebbe di vivere tutti insieme dando ad ognuno qualcosa di buono da fare, da mangiare e per vivere.

Io ci credo. Come credo che l'utopia del Libero Mercato non sia molto diversa dall'utopia del Villaggio dei Puffi.