Autore: Davide Foster Wallace
Titolo: Infinite Jest
Ci ho provato. Ci ho dedicato una vacanza (in moto, quindi potete ben capire a quante cose ho dovuto rinunciare per portarmi dietro il tomo invece di altre cose nel mio bagaglio-zainetto). Ci ho speso tempo per cercarlo in varie librerie e soldi per acquistarlo. Ci credevo parecchio.
Invece devo ammettere che mi ha deluso, tanto da farmi sospendere la lettura dopo un quattrocento pagine.
Non l'ho trovato "geniale", come ho letto e sentito molte volte. Non ho trovato che poche arguzie sparse qua e là in uno stile di scrittura che non mi ha convinto (vero, l'ho letto tradotto in italiano, ma i libri li ho sempre apprezzati/disprezzati in questa lingua). Ho letto libri ben più noiosi, ma che avevano pur sempre qualche gemma che non mi permetteva di abbandonarli al loro destino.
Uno stile, un'ambientazione, una vicenda surreale, al limite del comprensibile, impossibile da tenere insieme (magari alla fine, ma a quale prezzo?).
Per me non hanno alcun fascino le droghe e le menate dei tossicodipendenti, non fanno figo. Ne ho già le scatole piene di telefilm di argomento medicale, quindi anche di tutti i discorsi su medicine & affini ho già fatto il pieno. Troppo facile mettere in piedi dei personaggi tanto bizzarri da non avere alcuna speranza di credibilità, neppure in mondo fittizio e clamorosamente "semplice" (è bastato esagerare e distorcere qualche aspetto della storia contemporanea per ottenere un carnevale di stereotipi: alienazione, sponsorizzazioni, sport, etc...).
Non fatevi mancare il piacere di iniziare a leggerlo, magari anche di finirlo. E poi a ognuno la sua riflessione finale.
Titolo: Infinite Jest
Ci ho provato. Ci ho dedicato una vacanza (in moto, quindi potete ben capire a quante cose ho dovuto rinunciare per portarmi dietro il tomo invece di altre cose nel mio bagaglio-zainetto). Ci ho speso tempo per cercarlo in varie librerie e soldi per acquistarlo. Ci credevo parecchio.
Invece devo ammettere che mi ha deluso, tanto da farmi sospendere la lettura dopo un quattrocento pagine.
Non l'ho trovato "geniale", come ho letto e sentito molte volte. Non ho trovato che poche arguzie sparse qua e là in uno stile di scrittura che non mi ha convinto (vero, l'ho letto tradotto in italiano, ma i libri li ho sempre apprezzati/disprezzati in questa lingua). Ho letto libri ben più noiosi, ma che avevano pur sempre qualche gemma che non mi permetteva di abbandonarli al loro destino.
Uno stile, un'ambientazione, una vicenda surreale, al limite del comprensibile, impossibile da tenere insieme (magari alla fine, ma a quale prezzo?).
Per me non hanno alcun fascino le droghe e le menate dei tossicodipendenti, non fanno figo. Ne ho già le scatole piene di telefilm di argomento medicale, quindi anche di tutti i discorsi su medicine & affini ho già fatto il pieno. Troppo facile mettere in piedi dei personaggi tanto bizzarri da non avere alcuna speranza di credibilità, neppure in mondo fittizio e clamorosamente "semplice" (è bastato esagerare e distorcere qualche aspetto della storia contemporanea per ottenere un carnevale di stereotipi: alienazione, sponsorizzazioni, sport, etc...).
Non fatevi mancare il piacere di iniziare a leggerlo, magari anche di finirlo. E poi a ognuno la sua riflessione finale.
Ciao. Io non la penso così e ho trovato questo romanzo molto bello, tanto da averlo riletto e ancora riletto.
Lo so, non è facile, forse non il libro da leggere in vacanza. Ma ha solo bisogno del tuo tempo. IO ho scritto una breve introduzione qui: http://docs.google.com/View?id=dhgfcqm2_79chhm3jhr e forse ti potrà interessare. r
Ciao, secondo me non l'hai capito.. senza offesa. M.
Se leggere significa semplicemente riconoscere i segni che compongono il codice di comunicazione allora sì, hai letto le prime 400 pagine di IJ. Se invece vogliamo aggiungere anche la parte interpretativa, analitica, induttiva e deduttiva (al verbo leggere) allora, da ciò che dici, sembra proprio che tu non abbia letto IJ
non è per tutti, magari comincia col pasto nudo di Burroughs, magari non è il tuo genere, è un genere letterario immaginifico, è scrittura pensata, E' LETTERATURA, forse non fa per te
e a chi con immane presunzione scrive introduzioni all'arte, beh si puo solo far gli auguri di una vita spiata dal buco della serratura (debord docet)
ci ho provato..............beh almeno non postare le tue delusioni che fai brutta figura
Rispetto il tuo pensiero ma allo stesso tempo sono sconertato da esso: per me è la più grande opera letteraria dai tempi dell'Ulisse di Joyce-
Per ora sono a pagina 200 e devo dire che è una discreta rottura di coglioni...vediamo come procede...