Andrea De Carlo, I veri nomi: breve recensione

Ripongo nella mia libreria un altro libro di Andrea De Carlo, l'ennesimo suo libro inconsistente ma pesante in ogni sua parola. Come al solito i suoi personaggi non si adattano all'ambiente in cui vivono perché sono iper-sensibili, iper-critici, iper-trofici.

Raimondo A. Vaiastri è l'anello debole della catena dei protagonisti: sbatte contro i muri delle sue bugie così come molti di noi nella vita, che arrivano a costruire curriculum, inventare aneddoti, immaginarsi avventure amorose senza alcuna possibilità reale di portare avanti la montatura all'infinito. Forse è questo quello che mi è piaciuto di più. L'implacabilità del congegno della vita reale...

Ti starò alla larga per un po', caro autore, come sempre mi riprometto dopo la patina di sospensione del giudizio che nasce spontanea dopo aver letto (tutto d'un fiato!) un tuo romanzo. Che continua a piacermi e non piacermi, attrarmi e respingermi, colpirmi e annoiarmi.
3 Responses
  1. Frank Says:

    Io l'ho trovato molto, molto gradevole nella prima parte, poi sconclusionato, una specie di ibrido tra "Treno di panna" e "Due di due", con ripetute autocitazioni e autoriferimenti.
    In ogni caso, lo rileggo sempre con piacere!


  2. Anonimo Says:

    good start


  3. I Veri Nomi è una storia mitica, un piccolo grande Lebowski delle nostre latitudini...