Bush & Inquinamento

Questo (apparentemente) docile vecchietto sarà ancora per qualche tempo l'uomo più potente della Terra. Come ho sentito dire dal quel grande giornalista che è Giuliano Ferrara (sebbene non sia proprio d'accordo con il suo sotegno politico) i 2 mandati dei presidenti americani hanno delle precise strategie.

Durante il primo mandato l'obiettivo è la rielezione. Durante il secondo mandato si cerca di fare di tutto perché la storia tenga buona memoria del proprio passaggio alla Casa Bianca.

Ecco perché il texano-sostenuto-dalle-lobby-petrolifere Bush ha si è sempre rifiutato di sottoscrivere qualsiasi accordo internazionale (Kyoto ne è il grande esempio) volto a diminuire le sostanze inquinanti. Tutto coerente: sostenere il consenso interno attraverso una spinta al progresso del PIL senza badare a spese (ambientali) era prioritario.

Ora che il più è fatto, ecco l'apertura. Da qualche settimana il George Dabliu sembra aver riscoperto l'importanza dell'ambiente. Sostegno ai carburanti di origine vegetale e proposte
demagogiche per ammorbidire la sua posizione nei confronti dell'inquinamento.

Non si preoccupi, caro Cespuglio, di lei ricorderemo le inutili guerre in Medio Oriente, la sua avversione per qualsiasi controllo sull'ambiente, le restrizioni alla libertà dei suoi cittadini attraverso il Patriot Act post 11 settembre, il suo sostegno sotterraneo alle lobbies delle armi e del petrolio (ok, di questo non sono sicuro, ma lo dicono sempre tutti). Non corre il rischio di essere ricordato per qualcosa di positivo...

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