Il testo di questo canzone di Laura Pausini (non giudicabile in generale, perché per me fuori classifica... troppo in basso) mi ha sempre incuriosito fin dalla sua uscita (quando cioè la passavano in “heavy rotation” tutte le radio). Si è insinuato (da subito) in me il dubbio che il testo soffrisse di una contraddizione non facilmente esprimibile a parole, ma la sensazione era forte e contraddittoria.
Passo quindi alla solita analisi puntuale, sperando di non farmi ingannare dalle astuzie “poetiche” di Laura (o, più probabilmente, del suo paroliere) o dai miei pre-concetti a riguardo.
Tra te e il mare
Fin dal titolo mi faccio subito una idea precisa: la nostra protagonista è (al solito) distrutta dall’amore per un uomo che non può avere (per cause generiche, ma di solito è semplicemente perché, una volta approfittato di lei, l’uomo amato se ne va [vedi “La solitudine” della stessa artista (sic)]). Però, nello specifico, la protagonista... chiamiamola “Pippa” come nome di fantasia... anzi, chiamiamola “Laura” (per ovvi motivi autoriali... e del resto come si può fare un’analisi seria parlando di Pippa?). Dicevamo, Laura è divisa fra l’uomo/compagno/amante e il mare: da ciò discende che Laura è un marinaio che non può rimanere a terra e per questo non può rimanere sempre col suo uomo. Da qui il fatto che sia divisa tra il compagno e il mare. Dunque rimaniamo con l’immagine di una Laura in canottiera sporca di olio di pesce e con lo spazzettone in mano intenta a pulire il ponte in legno di un veliero... oppure il ponte in ceramica di una moderna nave da crociera.
Non ho più paura di te
Primo verso e primo (mio) smarrimento: perché Laura dovrebbe aver paura del suo amato? Potrebbe odiarlo perché la mette in situazioni pericolose o di sofferenza, ma perché dovrebbe avere paura di lui? La picchia? La sevizia? La umilia? Ma allora perché lo desidera così ardentemente? Certo... l’amore rende ciechi e senza controllo spingendoti a compiere azioni spesso ingiustificate/assurde. In un caso il verso è senza senso; nell’altro caso il verso è quanto di più banale esiste al mondo.
Tutta la mia vita sei tu
Citazione direttamente da “Parlami d’amore Mariù” portata al successo dal popolare Vittorio de Sica nel 1932! Una citazione popolare scontata e datata oltre ogni possibile ammissione (oltre che di una banalità allarmante). Bocciato (per me) anche questo verso.
Vivo di respiri che lasci qui
Ahi ahi... primo dubbio che mi assale (dopo i due sconcertanti versi precedenti). Eravamo rimasti con Laura intenta a lavorare sulla nave, ma qui non funziona più: se l’amato lascia i respiri qui allora vuol dire che è lui a partire! Anche qui due possibilità: o l’amato è andato a trovare la nostra Laura sulla nave su cui lavora (come dedotto dal titolo) e poi se ne è andato (giustamente) oppure è l’amato che in realtà lavora su una nave che percorre i mari (ma allora il titolo non lo capisco). In ogni caso, se qualcuno riesce a “sentire” o “vedere” i respiri lasciati da altri, significa che l’odore che emanano è tanto nauseante da rimanere attaccato alle pareti e ai vestiti in maniera persistente. Quindi questo verso istilla dubbi logici e nauseanti sensazioni.
Che consumo mentre sei via
Altra immagine disgustosa se rapportata al verso precedente: i respiri lasciati sono tanto “concreti” da diventare addirittura fonte di alimentazione e di sostegno per la nostra Laura. Lascio a voi il resto.
Non posso più dividermi tra te e il mare
Qui si ritorna alla versione “Laura marinaio”: se è lei che non può dividersi significa che è lei che si trova in due luoghi differenti e che non può rimanere con l’amato sempre fissa in un luogo. Se fosse davvero lui il marinaio allora sarebbe lui che non potrebbe dividersi tra Laura e il mare: Laura avrebbe detto più verosimilmente “Non puoi più dividermi tra te e il mare”, devi deciderti fra queste due passioni, o scegli me e rimani a vivere qui, o scegli il tuo lavoro e continui a fare il marinaio. Ora, non vorrei scadere nel volgare, ma probabilmente l’amato segue il detto “un’amante in ogni porto” e quindi non ha alcuna intenzione di stabilirsi con Laura, ma di andare a trovarla periodicamente così come fa con tutte le altre donne che lo aspettano nei porti in cui fa scalo la sua nave. Si può anche ipotizzare che in realtà lui non sia un marinaio, ma si finga tale solo per avere la scusa di poter stare con Laura solo per pochi giorni (facendo quello che si può immaginare). Ma qui mi addentro troppo nelle supposizioni non basate su fatti riscontrabili nel testo.
Non posso più restare ferma ad aspettare
Ecco qui un’altra conferma: è “Laura marinaio” che non può più restare ferma in quel porto. Quindi è lei che grida disperata che non può più rimanere ferma ad aspettarlo. Potrebbe essere tutto giusto, ma perché allora lei non si ferma in quel porto? Perché grida disperata tutto il suo amore (e pxxe simili) invece di fermarsi semplicemente in quel porto lasciandoci tutti in pace (evitando di scrivere canzoni simili)?
Io che avrei vissuto da te
Nella tua straniera città
Questi versi confermano l’ipotesi precedente. “Laura marinaio” avrebbe il desiderio di fermarsi nella città del suo amato, una città straniera e a lei sconosciuta. Ma per amore questo ed altro! Mi rimane però irrisolto il problema della canzone: perché scrivere di un problema fra lei e l’uomo quando la colpa del distacco è soltanto di Laura che non vuole stare a vivere con lui?
Sola, con l'istinto di chi sa amare
Sola, ma pur sempre con te
Sola, sola, sola... insomma... a meno che non si trasferisca in una città di un paese musulmano in cui alla donna non è permesso uscire di casa o avere amicizie (forse esagero, ma lo faccio per non forzare troppo l’interpretazione del testo: se ha paura di rimanere sola è perché è stupida lei oppure perché non le sarà concesso di avere nuovi amici). Forse è qui il nodo del problema: “Laura marinaio” non può fermarsi nel porto perché i musulmani non le permettono di fermarsi?
Non posso più dividermi tra te e il mare
Vedi sopra.
Non posso più sentirmi stanca di aspettare
Anche questo verso è privo di senso. Innanzitutto vorrei ricordare che è colpa di “Laura marinaio” se la coppia non funziona, perché è lei che non può/vuole trasferirsi nella città del suo amato. Se avesse scritto Non posso più essere stanca di aspettare avrebbe significato: insomma... deciditi... lo so che ti costa lasciare la tua città calda e tropicale (zona geografica in cui la religione musulmana è statisticamente più presente) per venire a vivere con me sulla nave che commercia grasso di balena in giro per l’Artico (bella prospettiva di vita, eh?), ma prima o poi devi deciderti, devi smetterla di farmi aspettare. Se invece avesse scritto Non ho più voglia di sentirmi stanca di aspettare avrebbe significato: insomma... deciditi... lo so che ti costa... bla bla bla... ma io sono stanca (devo smerciare 300 tonnellate di grasso di balena cacciata illegalmente in Giappone) e sono una donna fragile, benché marinaio,e non ho più voglia di sentire questo sentimento di continua stanchezza sperando che tu ricambi il mio amore (il gelido Artico ci aspetta). Ma mischiando entrambe le frasi, il verso assume un non-significato: che significa “non potere sentirsi stanca”? C’è qualcuno che ti controlla la mente (1984) e che non ti permette più di sentirti stanca? Non ha senso...
No, amore no
Io non ci sto
Banalità assortite con però un forte accento sulla volontà di “Laura marinaio” di farla finita con questa situazione. Ricordo però che la causa di questo malessere è sempre di Laura...
O ritorni o resti lì
Il verso più problematico credo sia questo. Il ritorni significa che è stato lui ad allontanarsi, ma tutta la canzone ruota intorno alla figura di “Laura marinaio”, quindi non mi spiego questo verbo. Il resti lì pone lo stesso quesito, ma accentua un altro problema: “restare lì” significa che lui vive in un posto stabile, quindi non è un marinaio, quindi non c’è alcun problema (sì, forse lui non trova il coraggio di lasciare la moglie... l’abbiamo visto in decine di (tele)film...). Quindi, potremmo assumere che entrambi vivano in un posto “fisso”, cioè non siano marinai: ma allora che diavolo c’entra il mare?!? Avremmo detto: non posso dividermi tra la tua città/casa/paese/marcadicioccolato e la mia città/casa/paese/marcadicioccolato. O sbaglio qualcosa?
Non vivo più
Non sogno più
Queste frasi, oltre che banali e senza speranza di riabilitazione poetica, non rendono giustizia al sentimento dell’amore: se qualcuno è innamorato non potrà mai permettersi di non sognare più. L’amore è un sentimento creativo: anche quando è depresso (fino in fondo) sogna scenari pessimi e negativi, ma mai si permetterà di lasciarti all’asciutto di sogni.
Ho paura aiutami
Qui sono senza parole. Ma ribadisco che è colpa di “Laura marinaio” se questa situazione non si sbroglia...
Amore non ti credo più
Ogni volta che vai via
Mi giuri che è l'ultima
Qui mettiamo un paletto fisso: è lui il navigante o il non-residente nella città di Laura (a questo punto abbandono la qualifica di marinaio). È lui che va via e che giura che è l’ultima. Quindi dovrei rivedere tutta la parte iniziale (l’ho fatto prima di iniziare, che credevate?), ma non trovo alcuna soluzione alla contraddizione di cui parlavo all’inizio. Mi pare un testo buttato giù senza senso cercando di mischiare frasi prese a caso da una rivista (di basso livello per di più). Il titolo che propongo è quindi un più sensato: “Tra me e il mare” (magari è solo un errore di stampa della casa discografica e, visto che nessuno diceva niente, l’hanno lasciato correre come corretto).
Preferisco dirti addio.
Degna conclusione di ogni canzone/(tele)film/commedia d’amore che si rispetti: la canzone/(tele)film/commedia finisce, non abbiamo trovato una soluzione, quindi meglio che qualcuno dica addio, così chiudiamo il finale e a nessuno verrà in mente di fare un sequel che rovini questo capolavoro dell’ingegno umano (può sembrare una provocazione, ma c’è gente che giudica Terminator 1 come un capolavoro e si rammarica che i sequel abbiamo sminuito il valore di quella pellicola... ma mi faccia il piacere!).
Cerco di notte in ogni stella un tuo riflesso
Prendete a caso da un dizionario alcuni lemmi che abbiamo anche solo un vago sentore di letterarietà/espressività. Aggiungete all’impasto qualche preposizione e un verbo a vostra scelta. Mischiate il tutto e gettatelo in pasto a un paroliere. Saprà di sicuro come valorizzare il piatto.
Ma tutto questo a me non basta adesso cresco.
Non so se prenderlo come un augurio oppure no. Speriamo che Laura Pausini cresca e cerchi di affrontare altre tematiche nelle sue canzoni. In fondo è passata una decina d’anni dal suo esordio a San Remo e sembra non sia cambiato nulla. Sembra quasi Max Pezzali o Ligabue che pare non escano mai dalla loro casa: le uniche esperienze che hanno e che credono abbia senso rendere pubbliche sono le stesse di quando avevano 15/20 anni e si trascinavano stancamente da un bar all’altro, tra una donna e l’altra (prima solo sognandole, oggi auspico che la notorietà aiuti anche nel procacciare occasioni sessuali).
Alla prossima!
Passo quindi alla solita analisi puntuale, sperando di non farmi ingannare dalle astuzie “poetiche” di Laura (o, più probabilmente, del suo paroliere) o dai miei pre-concetti a riguardo.
Tra te e il mare
Fin dal titolo mi faccio subito una idea precisa: la nostra protagonista è (al solito) distrutta dall’amore per un uomo che non può avere (per cause generiche, ma di solito è semplicemente perché, una volta approfittato di lei, l’uomo amato se ne va [vedi “La solitudine” della stessa artista (sic)]). Però, nello specifico, la protagonista... chiamiamola “Pippa” come nome di fantasia... anzi, chiamiamola “Laura” (per ovvi motivi autoriali... e del resto come si può fare un’analisi seria parlando di Pippa?). Dicevamo, Laura è divisa fra l’uomo/compagno/amante e il mare: da ciò discende che Laura è un marinaio che non può rimanere a terra e per questo non può rimanere sempre col suo uomo. Da qui il fatto che sia divisa tra il compagno e il mare. Dunque rimaniamo con l’immagine di una Laura in canottiera sporca di olio di pesce e con lo spazzettone in mano intenta a pulire il ponte in legno di un veliero... oppure il ponte in ceramica di una moderna nave da crociera.
Non ho più paura di te
Primo verso e primo (mio) smarrimento: perché Laura dovrebbe aver paura del suo amato? Potrebbe odiarlo perché la mette in situazioni pericolose o di sofferenza, ma perché dovrebbe avere paura di lui? La picchia? La sevizia? La umilia? Ma allora perché lo desidera così ardentemente? Certo... l’amore rende ciechi e senza controllo spingendoti a compiere azioni spesso ingiustificate/assurde. In un caso il verso è senza senso; nell’altro caso il verso è quanto di più banale esiste al mondo.
Tutta la mia vita sei tu
Citazione direttamente da “Parlami d’amore Mariù” portata al successo dal popolare Vittorio de Sica nel 1932! Una citazione popolare scontata e datata oltre ogni possibile ammissione (oltre che di una banalità allarmante). Bocciato (per me) anche questo verso.
Vivo di respiri che lasci qui
Ahi ahi... primo dubbio che mi assale (dopo i due sconcertanti versi precedenti). Eravamo rimasti con Laura intenta a lavorare sulla nave, ma qui non funziona più: se l’amato lascia i respiri qui allora vuol dire che è lui a partire! Anche qui due possibilità: o l’amato è andato a trovare la nostra Laura sulla nave su cui lavora (come dedotto dal titolo) e poi se ne è andato (giustamente) oppure è l’amato che in realtà lavora su una nave che percorre i mari (ma allora il titolo non lo capisco). In ogni caso, se qualcuno riesce a “sentire” o “vedere” i respiri lasciati da altri, significa che l’odore che emanano è tanto nauseante da rimanere attaccato alle pareti e ai vestiti in maniera persistente. Quindi questo verso istilla dubbi logici e nauseanti sensazioni.
Che consumo mentre sei via
Altra immagine disgustosa se rapportata al verso precedente: i respiri lasciati sono tanto “concreti” da diventare addirittura fonte di alimentazione e di sostegno per la nostra Laura. Lascio a voi il resto.
Non posso più dividermi tra te e il mare
Qui si ritorna alla versione “Laura marinaio”: se è lei che non può dividersi significa che è lei che si trova in due luoghi differenti e che non può rimanere con l’amato sempre fissa in un luogo. Se fosse davvero lui il marinaio allora sarebbe lui che non potrebbe dividersi tra Laura e il mare: Laura avrebbe detto più verosimilmente “Non puoi più dividermi tra te e il mare”, devi deciderti fra queste due passioni, o scegli me e rimani a vivere qui, o scegli il tuo lavoro e continui a fare il marinaio. Ora, non vorrei scadere nel volgare, ma probabilmente l’amato segue il detto “un’amante in ogni porto” e quindi non ha alcuna intenzione di stabilirsi con Laura, ma di andare a trovarla periodicamente così come fa con tutte le altre donne che lo aspettano nei porti in cui fa scalo la sua nave. Si può anche ipotizzare che in realtà lui non sia un marinaio, ma si finga tale solo per avere la scusa di poter stare con Laura solo per pochi giorni (facendo quello che si può immaginare). Ma qui mi addentro troppo nelle supposizioni non basate su fatti riscontrabili nel testo.
Non posso più restare ferma ad aspettare
Ecco qui un’altra conferma: è “Laura marinaio” che non può più restare ferma in quel porto. Quindi è lei che grida disperata che non può più rimanere ferma ad aspettarlo. Potrebbe essere tutto giusto, ma perché allora lei non si ferma in quel porto? Perché grida disperata tutto il suo amore (e pxxe simili) invece di fermarsi semplicemente in quel porto lasciandoci tutti in pace (evitando di scrivere canzoni simili)?
Io che avrei vissuto da te
Nella tua straniera città
Questi versi confermano l’ipotesi precedente. “Laura marinaio” avrebbe il desiderio di fermarsi nella città del suo amato, una città straniera e a lei sconosciuta. Ma per amore questo ed altro! Mi rimane però irrisolto il problema della canzone: perché scrivere di un problema fra lei e l’uomo quando la colpa del distacco è soltanto di Laura che non vuole stare a vivere con lui?
Sola, con l'istinto di chi sa amare
Sola, ma pur sempre con te
Sola, sola, sola... insomma... a meno che non si trasferisca in una città di un paese musulmano in cui alla donna non è permesso uscire di casa o avere amicizie (forse esagero, ma lo faccio per non forzare troppo l’interpretazione del testo: se ha paura di rimanere sola è perché è stupida lei oppure perché non le sarà concesso di avere nuovi amici). Forse è qui il nodo del problema: “Laura marinaio” non può fermarsi nel porto perché i musulmani non le permettono di fermarsi?
Non posso più dividermi tra te e il mare
Vedi sopra.
Non posso più sentirmi stanca di aspettare
Anche questo verso è privo di senso. Innanzitutto vorrei ricordare che è colpa di “Laura marinaio” se la coppia non funziona, perché è lei che non può/vuole trasferirsi nella città del suo amato. Se avesse scritto Non posso più essere stanca di aspettare avrebbe significato: insomma... deciditi... lo so che ti costa lasciare la tua città calda e tropicale (zona geografica in cui la religione musulmana è statisticamente più presente) per venire a vivere con me sulla nave che commercia grasso di balena in giro per l’Artico (bella prospettiva di vita, eh?), ma prima o poi devi deciderti, devi smetterla di farmi aspettare. Se invece avesse scritto Non ho più voglia di sentirmi stanca di aspettare avrebbe significato: insomma... deciditi... lo so che ti costa... bla bla bla... ma io sono stanca (devo smerciare 300 tonnellate di grasso di balena cacciata illegalmente in Giappone) e sono una donna fragile, benché marinaio,e non ho più voglia di sentire questo sentimento di continua stanchezza sperando che tu ricambi il mio amore (il gelido Artico ci aspetta). Ma mischiando entrambe le frasi, il verso assume un non-significato: che significa “non potere sentirsi stanca”? C’è qualcuno che ti controlla la mente (1984) e che non ti permette più di sentirti stanca? Non ha senso...
No, amore no
Io non ci sto
Banalità assortite con però un forte accento sulla volontà di “Laura marinaio” di farla finita con questa situazione. Ricordo però che la causa di questo malessere è sempre di Laura...
O ritorni o resti lì
Il verso più problematico credo sia questo. Il ritorni significa che è stato lui ad allontanarsi, ma tutta la canzone ruota intorno alla figura di “Laura marinaio”, quindi non mi spiego questo verbo. Il resti lì pone lo stesso quesito, ma accentua un altro problema: “restare lì” significa che lui vive in un posto stabile, quindi non è un marinaio, quindi non c’è alcun problema (sì, forse lui non trova il coraggio di lasciare la moglie... l’abbiamo visto in decine di (tele)film...). Quindi, potremmo assumere che entrambi vivano in un posto “fisso”, cioè non siano marinai: ma allora che diavolo c’entra il mare?!? Avremmo detto: non posso dividermi tra la tua città/casa/paese/marcadicioccolato e la mia città/casa/paese/marcadicioccolato. O sbaglio qualcosa?
Non vivo più
Non sogno più
Queste frasi, oltre che banali e senza speranza di riabilitazione poetica, non rendono giustizia al sentimento dell’amore: se qualcuno è innamorato non potrà mai permettersi di non sognare più. L’amore è un sentimento creativo: anche quando è depresso (fino in fondo) sogna scenari pessimi e negativi, ma mai si permetterà di lasciarti all’asciutto di sogni.
Ho paura aiutami
Qui sono senza parole. Ma ribadisco che è colpa di “Laura marinaio” se questa situazione non si sbroglia...
Amore non ti credo più
Ogni volta che vai via
Mi giuri che è l'ultima
Qui mettiamo un paletto fisso: è lui il navigante o il non-residente nella città di Laura (a questo punto abbandono la qualifica di marinaio). È lui che va via e che giura che è l’ultima. Quindi dovrei rivedere tutta la parte iniziale (l’ho fatto prima di iniziare, che credevate?), ma non trovo alcuna soluzione alla contraddizione di cui parlavo all’inizio. Mi pare un testo buttato giù senza senso cercando di mischiare frasi prese a caso da una rivista (di basso livello per di più). Il titolo che propongo è quindi un più sensato: “Tra me e il mare” (magari è solo un errore di stampa della casa discografica e, visto che nessuno diceva niente, l’hanno lasciato correre come corretto).
Preferisco dirti addio.
Degna conclusione di ogni canzone/(tele)film/commedia d’amore che si rispetti: la canzone/(tele)film/commedia finisce, non abbiamo trovato una soluzione, quindi meglio che qualcuno dica addio, così chiudiamo il finale e a nessuno verrà in mente di fare un sequel che rovini questo capolavoro dell’ingegno umano (può sembrare una provocazione, ma c’è gente che giudica Terminator 1 come un capolavoro e si rammarica che i sequel abbiamo sminuito il valore di quella pellicola... ma mi faccia il piacere!).
Cerco di notte in ogni stella un tuo riflesso
Prendete a caso da un dizionario alcuni lemmi che abbiamo anche solo un vago sentore di letterarietà/espressività. Aggiungete all’impasto qualche preposizione e un verbo a vostra scelta. Mischiate il tutto e gettatelo in pasto a un paroliere. Saprà di sicuro come valorizzare il piatto.
Ma tutto questo a me non basta adesso cresco.
Non so se prenderlo come un augurio oppure no. Speriamo che Laura Pausini cresca e cerchi di affrontare altre tematiche nelle sue canzoni. In fondo è passata una decina d’anni dal suo esordio a San Remo e sembra non sia cambiato nulla. Sembra quasi Max Pezzali o Ligabue che pare non escano mai dalla loro casa: le uniche esperienze che hanno e che credono abbia senso rendere pubbliche sono le stesse di quando avevano 15/20 anni e si trascinavano stancamente da un bar all’altro, tra una donna e l’altra (prima solo sognandole, oggi auspico che la notorietà aiuti anche nel procacciare occasioni sessuali).
Alla prossima!
Ok, capito!
Che ne direste di piantarla con questo spam ora?
carino l'articolo, e molto divertente. sono assolutamente d'accordo!
ps: ma che vogliono questi con 'sto pesce?! -_-''
ma che stiè dì???
laura o pippa che dir si voglia non è la marinara!!! ma è l'uomo che ama che è un marinaio, infatti lei non può dividersi tra lui e il mare.. sennò a cosa servirebbero le parole.."Oh no, amore no
Io non ci sto
O ritorni o resti lì
Non vivo più
Non sogno più
Ho paura aiutami
Amore non ti credo più
Ogni volta che vai via
Mi giuri che... è l'ultima
Preferisco dirti addio"?????? invece di fa tutta s'analisi che non serve a niente usa il cervello!!! ciao bello!!!
primo punto la canzone non è di Laura Pausini ma di Biagio Antonacci quindi prenditéla con lui...Biagio poi gliela data nel cd del 2000 "tra te e il mare" e secondo riascolta la canzone. E appezza l'arte:) Forza Laura..
Io sono un marinaio e' Laura canta per qualcuno che ha amato e stava in Marina e beato lui perché e' una grande donna.Sei speciale Solarolo rimarrai nella Storia.Un tuo fans che ti ama.Tu sei poesia arcipelago di fantasia e armonia luna sole prateria.Tu sei Capri Ischia Marechiaro Martellin...Ti amo Dio falla cantare alla Rosa di Maggio
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Ma quanti anni aveva il blogger all'epoca? Dodici?