Milano: le piante crescono... sopra teloni di plastica.


Milano è eccezionale. È capace ogni giorno di riservare sorprese. Il "Parco di Pagano" (certo che un nome così non è di buon auspicio) è evidentemente costruito sul cemento. Strato di cemento (sempre ben accolto da tutti i milanesi infatuati dalle sue proprietà) coperto da teli imper meabili e da un sottil(issim)issimo strato di "sporco" terriccio. Mi pare di ritornare all'infanzia con Cybertron, il mondo completamente ricoperto di metallo da cui provenivano i Transformers
Quindi la realtà (a volte) è in grado di raggiungere la fantasia (un altro luogo comune che trova conferma). Potrebbe essere uno degli slogan attuabili nella prossima campagna elettorale per la poltrona di primo cittadino della città: (i buoni Autobots capeggiati da Commander e i perfidi Decepticons guidati da Megatron).
Più asfalto per tutti oppure Ieri terriccio, oggi plastica oppure Cemento, forza (Hai letto bene) oppure L'asfalto dei valori oppure chissà che altro. Ma il fatto veramente deprimente è che nessuno (oppure in quantità limitata o per lo meno insufficiente) degli abitanti voglia fare cambiare questo trend (ah... i forestierismi!).

Perché? Perché Milano non ha nessun abitante (under 50) che le sia affezionato: qualche decina di migliaia di studenti (me compreso) che vengono che stanno fuori sede giusto il tempo del corso di laurea, qualche decina di migliaia di pendolari che appena scattano le 17 si ammassano sulla rete stradale/ferroviaria/sotterranea per uscire dal centro; qualche decina di migliaia di immigrati a cui è sufficiente vivere in maniera dignitosa (cosa non possibile nel loro paese d'origine) ma a cui non importa più di tanto del resto; qualche decina di migliaia di persone che vivono in città ma che aspettano solo il weekend per uscire sulle montagne del Nord Italia (sci/trekking a seconda della stagione) lasciandosi alle spalle il grigio centro che vedono solo nel tragitto appartamento-ufficio; qualche decina di migliaia di professionisti della moda/pubblicità/televisione che sono costretti a stare a Milano solo per riunioni/eventi/contratti ma che non si sognerebbero mai di fermarsi in città.

Chi rimane? A chi sta davvero a cuore la città svuotata da queste categorie? Ho dimenticato qualche migliaio di faccendieri imprenditori/politici che amano Milano solo per poterne sfruttare le risorse (non naturali, ma date dal consistente numero di persone che vi vivono ammassate) e le potenzialità.

Chi rimane? Pochi... pochissimi... cittadini, con poco... pochissimo... peso decisionale... con poca... pochissima... voglia di farsi valere... per poche... pochissime... realtà cittadine da salvare.