Quando lavoro io ho fretta. Ho sempre fretta. Ho sempre maledettamente fretta. Perché, come dice il Ministero, Stiamo lavorando per voi. E non perché io abbia voglia di impazzire o sia particolarmente ansioso. Semplicemente perché devo! E allora lasciatemelo fare!
Devo andare, velocemente, avanti e indietro tra la sala e vari punti del locale, perché qualcuno mi chiede dei salatini (che ha un buco allo stomaco), qualcuno vuole un'altra bustina di zucchero (che ne prende sempre due ma mai si ricorda di dirlo prima), perché qualcuno si è dimenticato di dirmi che voleva il ghiaccio nel suo amaro (che se lo metti non lo vuole e se non lo metti lo vuole, e di dirtelo prima non se lo sogna neanche), perché qualcuno non trova una sedia per sedersi (che quelli al tavolo vicino sono due ore che mi dicono che aspettano due amici e le sedie rimangono ostinatamente vuote), perché qualcuno vuole un altro bicchiere (che gli è venuta sete e vuole un goccio d'acqua dalla bottiglietta dell'amico).
Insomma, oltre al normale volume di chilometri per servire da bere, se ne aggiungono degli altri per quisquilie e piccoli particolari. E che succede? Che quel gruppo di ragazzi ha deciso di sostare proprio davanti alla porta per passare la serata col bicchiere in mano, che (lo so che sei in libera uscita) quella coppia cammina a un passo all'ora guardandosi in giro come due fenicotteri nella savana (che non ci vivono, però rende l'idea), che quella ragazza ha deciso (e la decisionme è irrevocabile) che deve ballare (per usare parole grosse) proprio in quel punto in cui devo passare almeno tre volte al minuto, che quei due (sì, proprio loro) devono per forza appoggiarsi a quella mensola di marmo ostruendo completamente il passaggio al banco bar...
Che fatica, ragazzi, che fatica... e come diceva Puccio... e fateme lavora'... fateme lavora'...
Le puntate precedenti di Bevande & Drink: [9] - [8] - [7]
Devo andare, velocemente, avanti e indietro tra la sala e vari punti del locale, perché qualcuno mi chiede dei salatini (che ha un buco allo stomaco), qualcuno vuole un'altra bustina di zucchero (che ne prende sempre due ma mai si ricorda di dirlo prima), perché qualcuno si è dimenticato di dirmi che voleva il ghiaccio nel suo amaro (che se lo metti non lo vuole e se non lo metti lo vuole, e di dirtelo prima non se lo sogna neanche), perché qualcuno non trova una sedia per sedersi (che quelli al tavolo vicino sono due ore che mi dicono che aspettano due amici e le sedie rimangono ostinatamente vuote), perché qualcuno vuole un altro bicchiere (che gli è venuta sete e vuole un goccio d'acqua dalla bottiglietta dell'amico).
Insomma, oltre al normale volume di chilometri per servire da bere, se ne aggiungono degli altri per quisquilie e piccoli particolari. E che succede? Che quel gruppo di ragazzi ha deciso di sostare proprio davanti alla porta per passare la serata col bicchiere in mano, che (lo so che sei in libera uscita) quella coppia cammina a un passo all'ora guardandosi in giro come due fenicotteri nella savana (che non ci vivono, però rende l'idea), che quella ragazza ha deciso (e la decisionme è irrevocabile) che deve ballare (per usare parole grosse) proprio in quel punto in cui devo passare almeno tre volte al minuto, che quei due (sì, proprio loro) devono per forza appoggiarsi a quella mensola di marmo ostruendo completamente il passaggio al banco bar...
Che fatica, ragazzi, che fatica... e come diceva Puccio... e fateme lavora'... fateme lavora'...
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...ti lascio lavorare da solo ancora per qualche giorno... ho appena deciso di partire per Siena per assistere al Palio, ci vediamo giovedì!! Buon lavoro!