Abito a pochi chilometri da una zona che ha fatto del vino la sua ragione d’esistere, la Franciacorta. Dopo qualche centinaio d’anni che gli uccelli, i veri nemici che beccano i dolci e zuccherosi acini d’uva, vengono allontanati con dei miseri spaventapasseri, qualcuno ha pensato bene di aggiornare le tecnologie utilizzate: ho visto, in un filare di un giardino privato, dei comuni cd attaccati sballonzolanti alle viti. Ho dedotto che il rifrangersi dei raggi solari crei disturbo agli uccelli attratti dell’uva (e che ormai hanno capito benissimo che quei pupazzi immobili in mezzo ai campi non sono pericolosi).
Ma ho pensato che la tecnica utilizzata potesse prevedere una più sottile applicazione: si attaccano alla pianta dei dischi di Gigi d’Alessio (o chi per lui, dipende dai gusti... dei pennuti) in modo da provocare un’irritazione sulle piume dei volatili al solo immaginare quale musica (!) si nasconda tra i solchi (lo so che parlando dei compact disc il termine non è appropriato) di quel supporto! Una strategia decisamente avanzata...
l'hanno già pensata..
niente da fare..
pare che i suddetti cd danneggino irrimediabilmente l'acino trasformando il mosto in pummarola
Quindi se ci metto un disco di Venditti il mosto diventa porchetta e se ci metto Ligabue il tutto si tramuta in lasagna?
Quindi la soluzione non esiste? O meglio, bisognerebbe mettere qualche disco di avvinazzati: io propongo Jannacci!