(D'accordo, il signor Savoia è un re (o almeno discendente di), ma il titolo ne guadagna in efficacia).
Che questi reali del XXI secolo siano un anacronistico reperto che ci portiamo dietro come relitto di millenni di storia è chiaro a tutti. E non vale neppure il discorso: "Sono seguiti dai rotocalchi perché alla gente interessa sapere cosa fanno", perché i rotocalchi sono in grado di rendere "personaggio appassionante" chiunque, dal geometra Briatore all'ex-pupone-invelinato Totti: non serve che siano principi o re.
E non stupisce che Vittorio Emanuele sia coinvolto in una vicenda poco chiara: ci sono onesti e disonesti in ogni categoria umana. Lui è un discendente reale disonesto come ci saranno discendenti reali onesti.
Certo però che il quadro che se ne fa del personaggio risulta davvero sordido e triste, corrotto e corruttore, viscido e interessato, che al confronto Moggi & Co. erano persone per bene, almeno nel tono e nelle parole.
E pure tirchio!
Vittorio Emanuele: «Sto andando a Milano, in città... e adesso c'ho tre quarti d'ora... e volevo andare a puttane».
Bonazza: «Se mi chiamava stamattina (ride) vuole andare?... Dica dica».
...
V.E.: «Gli do 200 euro e non di più, eh?».
B.: «No, no, anche niente (...). Gli faccia un salutino, un bacino e basta. Gli dica che mi arrangio io, dopo».
...
Poi cambia argomento: «Senta, mi permetta adesso una parolina sola di lavoro. Una cosa (...). Io avrei bisogno che lei mi presentasse, o se lei potesse parlare con un generale, qua, della Finanza, perché c'è un grosso affare, business, grosso, grosso, grosso».
V.E.: «Ma cosa vuole? Chi vuole?... Un carabiniere o una fiamma gialla?».
B.: «Fiamma gialla, fiamma gialla».
V.E.: «Ok, sarà fatto».
E pure stronzo!
Bonazza: «A Roma hanno bloccato tutto, non so per cosa...».
V. Emanuele: «Bah, perché sono i soliti stronzi!».
Bonazza: «I soliti stronzi italiani anche qua!».
E pure Belusconiano!
V. Emanuele: «In tutto questo casino mi ha ricevuto subito, eh, Berlusconi, e allora ho detto, signor presidente, non possiamo permetterci il lusso di perdere queste elezioni».
Giudici: «Assolutamente».
V.E.: «Tutti gli amici devono andare a votare, devono votare Forza Italia e la destra, se no siamo nel culo... (...) Bisogna che ci vadano tutti, perché le sinistre, loro figli di puttana ci vanno».
G.: «Vabbè, i bolscevichi vanno sempre».
V.E.: «I bolscevichi (sorride) loro ci van sempre, capisci? E allora bisogna assolutamente che questa storia cambia, adesso...».
E pure parlare di politica con Pippo Franco (radici?!?)!
V. Emanuele: «(...) C'è Rutelli che ride... che scherza ... che insulta... il nostro ministro del Tesoro eccetera... (...) Un po' di dignità ... ci dovrebbe essere...».
Pippo Franco: «Eh... ma non c'è principe, purtroppo...»
V.E.: «Poi c'è un'altra cosa spaventosa e e... sono questi... come lo dicono... comunismo al caviale dicono (ride)».
P.F.: «Ah, sì, sì, vero».
V.E.: «D'Alema ha la barca a vela più bella di chiunque... D'Alema ha i conti in Lussemburgo, se non lo sa. Questo lo so io».
P.F.: «Ah bene... Chi è senza peccato scagli la prima pietra principe... Ma loro l'hanno dimenticato, e soprattutto negano le radici...».
E pure garantista!
V. Emanuele: «Allora se questi non global fan qualcosa li menano, spero».
Voce: «Li meniamo tutti guarda, gli spacchiam la schiena».
V.E.: «Gli spacchiam la schiena tutti (ride)».
Che questi reali del XXI secolo siano un anacronistico reperto che ci portiamo dietro come relitto di millenni di storia è chiaro a tutti. E non vale neppure il discorso: "Sono seguiti dai rotocalchi perché alla gente interessa sapere cosa fanno", perché i rotocalchi sono in grado di rendere "personaggio appassionante" chiunque, dal geometra Briatore all'ex-pupone-invelinato Totti: non serve che siano principi o re.
E non stupisce che Vittorio Emanuele sia coinvolto in una vicenda poco chiara: ci sono onesti e disonesti in ogni categoria umana. Lui è un discendente reale disonesto come ci saranno discendenti reali onesti.
Certo però che il quadro che se ne fa del personaggio risulta davvero sordido e triste, corrotto e corruttore, viscido e interessato, che al confronto Moggi & Co. erano persone per bene, almeno nel tono e nelle parole.
E pure tirchio!
Vittorio Emanuele: «Sto andando a Milano, in città... e adesso c'ho tre quarti d'ora... e volevo andare a puttane».
Bonazza: «Se mi chiamava stamattina (ride) vuole andare?... Dica dica».
...
V.E.: «Gli do 200 euro e non di più, eh?».
B.: «No, no, anche niente (...). Gli faccia un salutino, un bacino e basta. Gli dica che mi arrangio io, dopo».
...
Poi cambia argomento: «Senta, mi permetta adesso una parolina sola di lavoro. Una cosa (...). Io avrei bisogno che lei mi presentasse, o se lei potesse parlare con un generale, qua, della Finanza, perché c'è un grosso affare, business, grosso, grosso, grosso».
V.E.: «Ma cosa vuole? Chi vuole?... Un carabiniere o una fiamma gialla?».
B.: «Fiamma gialla, fiamma gialla».
V.E.: «Ok, sarà fatto».
E pure stronzo!
Bonazza: «A Roma hanno bloccato tutto, non so per cosa...».
V. Emanuele: «Bah, perché sono i soliti stronzi!».
Bonazza: «I soliti stronzi italiani anche qua!».
E pure Belusconiano!
V. Emanuele: «In tutto questo casino mi ha ricevuto subito, eh, Berlusconi, e allora ho detto, signor presidente, non possiamo permetterci il lusso di perdere queste elezioni».
Giudici: «Assolutamente».
V.E.: «Tutti gli amici devono andare a votare, devono votare Forza Italia e la destra, se no siamo nel culo... (...) Bisogna che ci vadano tutti, perché le sinistre, loro figli di puttana ci vanno».
G.: «Vabbè, i bolscevichi vanno sempre».
V.E.: «I bolscevichi (sorride) loro ci van sempre, capisci? E allora bisogna assolutamente che questa storia cambia, adesso...».
E pure parlare di politica con Pippo Franco (radici?!?)!
V. Emanuele: «(...) C'è Rutelli che ride... che scherza ... che insulta... il nostro ministro del Tesoro eccetera... (...) Un po' di dignità ... ci dovrebbe essere...».
Pippo Franco: «Eh... ma non c'è principe, purtroppo...»
V.E.: «Poi c'è un'altra cosa spaventosa e e... sono questi... come lo dicono... comunismo al caviale dicono (ride)».
P.F.: «Ah, sì, sì, vero».
V.E.: «D'Alema ha la barca a vela più bella di chiunque... D'Alema ha i conti in Lussemburgo, se non lo sa. Questo lo so io».
P.F.: «Ah bene... Chi è senza peccato scagli la prima pietra principe... Ma loro l'hanno dimenticato, e soprattutto negano le radici...».
E pure garantista!
V. Emanuele: «Allora se questi non global fan qualcosa li menano, spero».
Voce: «Li meniamo tutti guarda, gli spacchiam la schiena».
V.E.: «Gli spacchiam la schiena tutti (ride)».
e la storia dei sardi con le pecore? vogliamo parlarne?
Quel paragrafo non l'ho inserito perché mi pareva che il commento non fosse di Emanuele ma del suo interlocutore telefonico.
ma voi trovate giusto che le conversazioni private della gente possano essere sbattute sulle pagine dei giornali ancora prima che queste persone entrino nella lista degli indagati?! e anche se fossero indagati, mi sembra squallido, molto squallido.. e mi vergogno per i giornalisti del corriere, un giornale sulla cui natura inizio a nutrire dei forti dubbi... certe volte mi chiedo se ho sbagliato e sono sul sito di novella 2000.
Sono perfettamente d'accordo con te. Non è giusto. E non è solo il Corriere ha commettere questa nefandezza.
Però spero che il problema della regolamentazione che si va profilando nelle discussioni del Parlamento non riguardi la loro liceità (accidentaccio che parole mi escono?), ma solo la loro divulgazione.
Insomma, ben vengano queste intercettazioni (nessuno si è però scandalizzato più di tanto per quelle di Moggiopoli, ma si sa, quando vengono coinvolti la politica (moglie di Gianfranco Fini) e le strutture della televisione pubblica (a.k.a. bordello-RAI) che sembrano un valido e, tutto sommato, poco costoso mezzo per incastrare qualcuno che è certamente colpevole.