Lo ammetto, mi stanno un po'... qui questi attori/cantanti/nullafacenti/industriali che gridano in favore della povertà girando in jet privato e con un conto in banca sufficiente per le future tre generazioni di figli e nipoti. Però anche in questa categoria si possono fare dei distinguo: ci sono quelli che donano parte del loro denaro (per vari motivi: pubblicità, detrazioni, etc...) e coloro che si promuovo a "catalizzatori di pietà" senza impegnarsi più di tanto le loro sostanze.
Nella prima categoria ci possiamo mettere Bill Gates, l'uomo più ricco del mondo, patron della MicroSoft, che ha donato, nel corso degli ultimi anni (dopo la svolta umanitaria) qualcosa come una ventina di miliardi (miliardi!) di dollari a varie fondazioni (di cui una sua, ovviamente). Si potrà obiettare che non è certo diventato povero per questo, ma meglio così che peggio.
Nella seconda categoria metterei il leader degli U2, Bono Vox (che di Vox non ha niente e di Bono nemmeno) che si prodiga da anni per cancellare il debito dei Paesi del Terzo Mondo con iniziative di vario tipo. Anche lui non rimarrà di certo strangolato dagli impegni e dalla povertà, però meglio così che peggio (anche se tutta questa fama di uomo di "nobili principi" me lo rende indigesto oltre ogni limite).
Ma arriviamo alla terza categoria (non citata prima perché non meritevole), nella quale possiamo annoverare il nostro nano, il Berlusca, che inserisce all'interno della sua coloratissima e patinata brochure una fotografia con lui e Bono al telefono. In effetti quel colloquio c'è stato (come riporta fedelmente l'organo telematico del Consiglio dei Ministri). Peccato che Bono lo abbia visto e abbia scritto al Presidente che, sì, gli impegni li ha sottoscritti (e pure in più occasioni), ma:
E chiude Bono con un ironico (almeno credo) e illusorio (sperando (e temendo che tra una settimana non sia più legittimato a rispondergli se non come privato cittadino e non Presidente del mio Paese):
Nella prima categoria ci possiamo mettere Bill Gates, l'uomo più ricco del mondo, patron della MicroSoft, che ha donato, nel corso degli ultimi anni (dopo la svolta umanitaria) qualcosa come una ventina di miliardi (miliardi!) di dollari a varie fondazioni (di cui una sua, ovviamente). Si potrà obiettare che non è certo diventato povero per questo, ma meglio così che peggio.
Nella seconda categoria metterei il leader degli U2, Bono Vox (che di Vox non ha niente e di Bono nemmeno) che si prodiga da anni per cancellare il debito dei Paesi del Terzo Mondo con iniziative di vario tipo. Anche lui non rimarrà di certo strangolato dagli impegni e dalla povertà, però meglio così che peggio (anche se tutta questa fama di uomo di "nobili principi" me lo rende indigesto oltre ogni limite).
Ma arriviamo alla terza categoria (non citata prima perché non meritevole), nella quale possiamo annoverare il nostro nano, il Berlusca, che inserisce all'interno della sua coloratissima e patinata brochure una fotografia con lui e Bono al telefono. In effetti quel colloquio c'è stato (come riporta fedelmente l'organo telematico del Consiglio dei Ministri). Peccato che Bono lo abbia visto e abbia scritto al Presidente che, sì, gli impegni li ha sottoscritti (e pure in più occasioni), ma:
Tragicamente, negli ultimi anni sotto questo governo, l'Italia è diventata l'ultima della classe tra le 22 nazioni più ricche del mondo, per la spesa pro capite a favore del Terzo Mondo. So che gli italiani non gradiscono arrivare ultimi.Di certo io non lo gradisco, visto e considerato che non dipende da me. Il cantante continua dicendo:
Se l'impegno è reale e la Sua firma attendibile, allora il mondo vuole capire come l'Italia intende raggiungere questo obiettivo. Sarei profondamente onorato di vedere il mio nome nel manifesto di un leader con programmi chiari per mantenere le sue promesse fatte ai Paesi più poveri. Per ora Lei non ha offerto nessun chiarimento, anche se fortunatamente c'è ancora tempo. In mancanza di programmi chiari, queste restano promesse vane. E mentre per me questo è solo un dispiacere.Ecco il vizio atavico del nostro Presidente del Consiglio: sorriso sfoderato e buone intenzioni fino a raggiungere il risultato (in questo caso il consenso). Poi il vuoto. Lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle. Evidentemente non tutti desiderano farsi prendere amabilmente per... i fondelli.
E chiude Bono con un ironico (almeno credo) e illusorio (sperando (e temendo che tra una settimana non sia più legittimato a rispondergli se non come privato cittadino e non Presidente del mio Paese):
In attesa di una Sua cortese risposta.
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