Il mondo dell'economia è per alcuni affascinante. Per altri incomprensibile. Per altri ancora misterioso e truffaldino. Certo è che ci tiene tutti per il bavero e per la collottola (credo che queste siano le due (USA & London) più importanti pagine presenti in rete, altro che Google...), rendendoci ansiosi ad ogni titolo di telegiornale/quotidiano, soprattutto quando si tratta dall'amato oro nero. Il petrolio sale, il barile aumenta, la tensione nel Medio Oriente e cloppete clippete cloppete...
Eppure, andando a fare due conti, si scopre che un barile di petrolio, l'unità di misura che governa tutto il mondo (altro che sistema decimale o anglosassone), è composto di 159 litri di brodaglia nera. Quindi se un barile è, con il valore oggi ai massimi storici, sui 70 dollari al barile, ogni litro costa... non molto (se volete qualche cifrai più precisa date un'occhiata, avendo cura di aggiornare le proporzioni di partenza). Allora, penso io, significa che durante la lavorazione del greggio, la raffinazione, lo scarto è molto considerevole! Errato anche questo: la benzina ha un peso specifico minore dell'acqua (tanto più del petrolio), e un moderno impianto di raffinazione può ottenere da 159 litri di petrolio, 159 litri di benzina più gli altri prodotti meno raffinati ma utilizzati in altri ambiti. Quindi, ciò che costa, è tutto il resto. Sono felice che centinaia d'anni di economia non siano riusciti ad andare oltre il banale "rincaro ad ogni passaggio di mano": praticamente siamo fermi ai tempi dei mercanti veneziani che, detenendone il monopolio, decidevano a tavolino i prezzi delle importazioni dall'Oriente. L'unica evoluzione è la giustificazione: ora si parla di equilibrio geopolitico dell'area medio-orientale (che accidenti vorrà dire questa perifrasi quasi non si capisce).
Un'altra gustosa questione è: perché se aumenta il petrolio deve per forza aumentare anche la bolletta del gas? Rincaro delle bollette di gas e luce per gli italiani: così titolano i giornali, quasi come una coppia inscindibile di termini. Capisco quella dell'energia elettrica (in Italia ottenuta facendo largo uso di centrali termoelettriche che bruciano combustibili fossili), ma il gas che c'entra? Bruciamo petrolio per "produrre" gas? Non credo proprio. L'Iran è il maggior produttore al mondo di gas (vedi geopolitica bla bla)? Non credo proprio.
Come recita il detto: chi ci capisce qualcosa è bravo! (ma mi sorge il dubbio (sic) che chi se ne approfitta capisce tutto anche troppo bene...).
Eppure, andando a fare due conti, si scopre che un barile di petrolio, l'unità di misura che governa tutto il mondo (altro che sistema decimale o anglosassone), è composto di 159 litri di brodaglia nera. Quindi se un barile è, con il valore oggi ai massimi storici, sui 70 dollari al barile, ogni litro costa... non molto (se volete qualche cifrai più precisa date un'occhiata, avendo cura di aggiornare le proporzioni di partenza). Allora, penso io, significa che durante la lavorazione del greggio, la raffinazione, lo scarto è molto considerevole! Errato anche questo: la benzina ha un peso specifico minore dell'acqua (tanto più del petrolio), e un moderno impianto di raffinazione può ottenere da 159 litri di petrolio, 159 litri di benzina più gli altri prodotti meno raffinati ma utilizzati in altri ambiti. Quindi, ciò che costa, è tutto il resto. Sono felice che centinaia d'anni di economia non siano riusciti ad andare oltre il banale "rincaro ad ogni passaggio di mano": praticamente siamo fermi ai tempi dei mercanti veneziani che, detenendone il monopolio, decidevano a tavolino i prezzi delle importazioni dall'Oriente. L'unica evoluzione è la giustificazione: ora si parla di equilibrio geopolitico dell'area medio-orientale (che accidenti vorrà dire questa perifrasi quasi non si capisce).
Un'altra gustosa questione è: perché se aumenta il petrolio deve per forza aumentare anche la bolletta del gas? Rincaro delle bollette di gas e luce per gli italiani: così titolano i giornali, quasi come una coppia inscindibile di termini. Capisco quella dell'energia elettrica (in Italia ottenuta facendo largo uso di centrali termoelettriche che bruciano combustibili fossili), ma il gas che c'entra? Bruciamo petrolio per "produrre" gas? Non credo proprio. L'Iran è il maggior produttore al mondo di gas (vedi geopolitica bla bla)? Non credo proprio.
Come recita il detto: chi ci capisce qualcosa è bravo! (ma mi sorge il dubbio (sic) che chi se ne approfitta capisce tutto anche troppo bene...).
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