La Sicilia è una regione a Statuto Speciale, ed è bello venire a sapere come queste autonomie trovano la loro realizzazione nelle più subdole pieghe della politica.
L'ARS (Assemble Regionale Siciliana), pomposamente definita il più antico Parlamento d'Europa (sarà vero, ma con questo?), prevede, nella legge regionale 44/1965, che gli stipendi dei propri dipendenti siano equiparati a quelli del Senato (questo): ecco quindi che nel 2004 l'Ars ha pagato 30.794.620 euro per i propri dipendenti. Niente male per una regione con i conti perennemente in rosso (magari anche un po' peggio) che non sa dove trovare i soldi per la carta dei tribunali.
Il caso più eclatante, oltre a questa legge d'adeguamento che non ha motivo d'esistere (si vota per un aumento e basta, perché lasciare il gravoso e ingrato (nei confronti degli elettori) compito al Senato accontentandosi di mettere in saccoccia l'aumento?), è quello di Livio Ghersi che grida: "Quello che altri chiama con il pomposo nome di "parametrazione con il Senato", io penso invece sia diventatoormai una raffinata forma di furto legalizzato ai danni della collettività".
Ma adesso arriva il bello (sic!). Avendo il Senato varato una nuova riforma interna nel 2001 che prevedeva la creazione di nuovi uffici con relativi nuovi capi-ufficio (Cavaliere, ma non volevi abbattere le spese superflue?). Subito i siciliani del parlamentino hanno colto la palla al balzo e... zac... ecco creati i nuovi capo-ufficio: 600 euro al mese in più per le nuove funzioni che ovviamente sono state affidate agli stessi parlamentari e affini. Perché? Perché ovviamente gli uffici non sono mai stati creati! La Regione, quindi, non avendo creato gli uffici, non sborsava un euro di aumento. I Parlamentari non si sono però persi d'animo e hanno avviato un contenzioso con la Regione per avere i loro soldi (a sentire loro gli spettano per non aver fatto nulla). Vittoria su tutto il fronte (ovviamente) e assegno cumulativo di 17.840 euro lordi in arrivo.
Livio Ghersi ha rinunciato a questi soldi, motivando la rinuncia alla carica di direttore con incarichi speciali perché "la struttura che in teoria dovrei dirigere coincide con me stesso". I soldi non sono moltissimi per dipendenti con uno stipendio che viaggia sugli 8.000 euro per 15 mensilità, ma apprezziamo il gesto.
Qui trovate alcune notizie dettagliate di ciò che ho riassunto (il resto arriva dal numero dell'Espresso, n.15, anno LII, 20 aprile 2006, pagina 16). Ah, dimenticavo: Ghersi, Rosa nel Pugno.
L'ARS (Assemble Regionale Siciliana), pomposamente definita il più antico Parlamento d'Europa (sarà vero, ma con questo?), prevede, nella legge regionale 44/1965, che gli stipendi dei propri dipendenti siano equiparati a quelli del Senato (questo): ecco quindi che nel 2004 l'Ars ha pagato 30.794.620 euro per i propri dipendenti. Niente male per una regione con i conti perennemente in rosso (magari anche un po' peggio) che non sa dove trovare i soldi per la carta dei tribunali.
Il caso più eclatante, oltre a questa legge d'adeguamento che non ha motivo d'esistere (si vota per un aumento e basta, perché lasciare il gravoso e ingrato (nei confronti degli elettori) compito al Senato accontentandosi di mettere in saccoccia l'aumento?), è quello di Livio Ghersi che grida: "Quello che altri chiama con il pomposo nome di "parametrazione con il Senato", io penso invece sia diventatoormai una raffinata forma di furto legalizzato ai danni della collettività".
Ma adesso arriva il bello (sic!). Avendo il Senato varato una nuova riforma interna nel 2001 che prevedeva la creazione di nuovi uffici con relativi nuovi capi-ufficio (Cavaliere, ma non volevi abbattere le spese superflue?). Subito i siciliani del parlamentino hanno colto la palla al balzo e... zac... ecco creati i nuovi capo-ufficio: 600 euro al mese in più per le nuove funzioni che ovviamente sono state affidate agli stessi parlamentari e affini. Perché? Perché ovviamente gli uffici non sono mai stati creati! La Regione, quindi, non avendo creato gli uffici, non sborsava un euro di aumento. I Parlamentari non si sono però persi d'animo e hanno avviato un contenzioso con la Regione per avere i loro soldi (a sentire loro gli spettano per non aver fatto nulla). Vittoria su tutto il fronte (ovviamente) e assegno cumulativo di 17.840 euro lordi in arrivo.
Livio Ghersi ha rinunciato a questi soldi, motivando la rinuncia alla carica di direttore con incarichi speciali perché "la struttura che in teoria dovrei dirigere coincide con me stesso". I soldi non sono moltissimi per dipendenti con uno stipendio che viaggia sugli 8.000 euro per 15 mensilità, ma apprezziamo il gesto.
Qui trovate alcune notizie dettagliate di ciò che ho riassunto (il resto arriva dal numero dell'Espresso, n.15, anno LII, 20 aprile 2006, pagina 16). Ah, dimenticavo: Ghersi, Rosa nel Pugno.
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