Si svolge in questi giorni a Milano il Salone Internazionale del Mobile, una delle (forse la) più importanti manifestazioni del settore. Alle volte però mi chiedo se sia la fiera del cattivo gusto e dell'inutilità. La città è disseminata di "opere del design", ma davvero spesso viene da pensare che l'A.M.S.A. abbia avuto qualche problema con il giro settimanale: cubi, sfere, ammassi di ferraglia o di altri materiali più o meno nobili. E ancora luci, fasci di luci, coni di luce, lampi di luce... il trionfo dell'inutile ricercatezza.
Speravo che, in tempi come questi di invocata austerity si ritornasse alla progettazione "artistica" di complementi d'arredo utili e utilizzabili. Invece si sta continuando su quella strada che porta al totale scollamento della ricerca estetica dalla funzionalità. Sedie su cui non ci si può sedere, tavoli su cui non si può appoggiare nulla, lampade che non fanno luce e letti nei quali torturare il corpo durante la notte. Il visitatore, più che in un viaggio nel sogno, si ritrova catapultato nell'inferno delle forme e dei colori.
Però l'export è aumentato e previsto in aumento, quindi va tutto bene. Fino al punto di non-ritorno e dell'assalto generale (che già oggi è generazionale) al concetto Ikea (non da tutti condiviso).
Speravo che, in tempi come questi di invocata austerity si ritornasse alla progettazione "artistica" di complementi d'arredo utili e utilizzabili. Invece si sta continuando su quella strada che porta al totale scollamento della ricerca estetica dalla funzionalità. Sedie su cui non ci si può sedere, tavoli su cui non si può appoggiare nulla, lampade che non fanno luce e letti nei quali torturare il corpo durante la notte. Il visitatore, più che in un viaggio nel sogno, si ritrova catapultato nell'inferno delle forme e dei colori.
Però l'export è aumentato e previsto in aumento, quindi va tutto bene. Fino al punto di non-ritorno e dell'assalto generale (che già oggi è generazionale) al concetto Ikea (non da tutti condiviso).
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