Non sono un sostenitore nerazzurro, ma l'Inter ha un fascino malinconico irresistibile. Da anni si spendono fiumi di denaro (del presidente Massimo Moratti) e di parole (dei commentatori e opinionisti e tifosi e simpatizzanti) per cercare un motivo all'insuccesso costante e continuo di questa squadra nelle competizioni più importanti (cioè Campionato e Champions League, tralasciamo la Coppa Italia o la Coppa Uefa) malgrado la girandola di allenatori e calciatori di ottimo livello.
Dopo la sconfitta di ieri sera che ha decretato (probabilmente) un altro anno senza successi, il sito dei tifosi interisti ha composto questa commossa e impareggiabile preghiera (non so come altro chiamarla), frutto di anni di lavoro, riflessioni e delusioni.
Dopo la sconfitta di ieri sera che ha decretato (probabilmente) un altro anno senza successi, il sito dei tifosi interisti ha composto questa commossa e impareggiabile preghiera (non so come altro chiamarla), frutto di anni di lavoro, riflessioni e delusioni.
Io non piango e penso a te:
- non è perché giocavamo contro una squadra ignota;
- non è perché all'andata avevamo vinto;
- non è perché la strada della finale sembrava aperta;
- non è perché ti sembra di tifare gente senza orgoglio;
- non è perché abbiamo un allenatore che dopo 56 minuti di nulla ha capito che il problema era la seconda punta;
- non è perché abbiamo subito il gol due minuti dopo questa mossa tattica da allenatore di Eccellenza;
- non è perché Recoba a ottantanni non ha ancora deciso cosa fare della sua vita;
- non è perché anche i sassi hanno ormai compreso che Martins è un giocatore di palla saponata, non un calciatore;
- non è perché abbiamo un portiere che non sa uscire;
- non è perché lo sanno tutti che il nostro portiere non sa uscire, tranne la nostra difesa, che gli lascia un giocatore davanti, da solo, su calcio da fermo frontale, dalla trequarti;
- non è perché abbiamo un allenatore che per cambiare la gara, come seconda sostituzione, sceglie Mihajlovic, che in stagione ha giocato due partite e mezzo in campionato;
- non è perché abbiamo un centravanti brasiliano che da anni ci smarrona col fatto che è infelice e quindi gioca male;
- non è perché quando siamo infelici, noi non andiamo a ballare in continuazione;
- non è perché invece di cercare una spalla per Adriano, non gli si cerca un cervello;
- non è perché abbiamo un presidente che fa finta di fare il presidente, quando tutti sanno che il presidente è l'azionista di maggioranza;
- non è perché l'azionista di maggioranza fa l'opinionista invece che fare il presidente;
- non è perché domani leggeremo "chiediamo scusa ai tifosi";
- non è perché qualche programma sportivo avrà l'ennesima occasione per prenderci in giro, mentre cerca di venderci prodotti;
- non è perché bisogna usare la memoria per trovare un giocatore che ci renda orgogliosi;
- non è perché a volte pensiamo di meritarci tutto questo;
- non è neanche perché aggiorniamo questa lista da anni e non cambia mai niente.
E' che proprio ci siamo rotti le palle.
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