Tutto cambia, anche Auditel. Auditel è l'azienda privata, guidata in parti uguali da Rai, Mediaset e Upa, che detiene il monopolio del rilevamento dei dati di ascolto delle emissioni televisive. In questi anni il significato di questi dati ha cambiato volto e, come sempre, in peggio. La ragione del loro esistere era chiara, semplice e barbaricamente onesta: per vendere a "giusto prezzo" gli spazi pubblicitari è necessario conoscere il numero degli spettatori che rappresentano il potenziale pubblico degli spot. Come vedete la motivazione non è per niente nobile. Ora però è diverso: i dati rilevati certificano la qualità dei programmi (e quindi del pubblico) e alimentano "guerre di quartiere" e creano "fazioni faziose" del tipo meglio l'Isola dei Famosi del Grande Fratello perché rappresenta la voglia degli italiani di misurarsi con il selvaggio... del salotto di casa, aggiungerei io; oppure meglio il Festivalbar del Festival di Sanremo perché non sa di vecchio e datato come il carrozzone-polpettone ligure... e ci credo, a Sanremo ci becchiamo Ron & Zarrillo mentre Salvetti propone Vasco-Ligabue-Jovanotti (non che rappresentino la qualità, però qualcosa di più divertente di certo).
E ora si cambia. Dopo un autunno avaro d'ascolti, Mediaset ha spinto e spinto e spinto e spinto sull'Auditel affinché cambiasse le classi d'ascolto. Non riusciamo a vincere con le regole attuali... cambiamole (motto Berlusconiano che pervade anche le sue aziende). Da oggi, l'azienda in questione, fornirà ufficialmente anche gli ascolti relativi a una ben determinata fascia di pubblico, quella in età compresa tra i 15 e i 64 anni. Quella più redditizia e attiva nel campo dei consumi. Quella più interessante per gli investitori (se Berlusconi non resta al governo credo che tutte quelle pubblicità istituzionali gentilmente finanziate dal Viminale non verranno mantenute). Non ci sarebbe nulla di male probabilmente, ma Mediaset ha prontamente chiarito che da oggi citerà solo i dati di questa fascia. Così nessuno "vincerà" più la gara degli ascolti, perché ognuno fornirà cifre diverse, con campioni diversi: semplicemente non-confrontabili. Arriveremo al paradosso di sommare le percentuali e di ottenere un 110% di pubblico. Sorbole!
Come potrà la monopolista Auditel essere ora lo specchio del Paese? Non potrà, visto che la percentuale di popolazione anziana è in continuo aumento...
E ora si cambia. Dopo un autunno avaro d'ascolti, Mediaset ha spinto e spinto e spinto e spinto sull'Auditel affinché cambiasse le classi d'ascolto. Non riusciamo a vincere con le regole attuali... cambiamole (motto Berlusconiano che pervade anche le sue aziende). Da oggi, l'azienda in questione, fornirà ufficialmente anche gli ascolti relativi a una ben determinata fascia di pubblico, quella in età compresa tra i 15 e i 64 anni. Quella più redditizia e attiva nel campo dei consumi. Quella più interessante per gli investitori (se Berlusconi non resta al governo credo che tutte quelle pubblicità istituzionali gentilmente finanziate dal Viminale non verranno mantenute). Non ci sarebbe nulla di male probabilmente, ma Mediaset ha prontamente chiarito che da oggi citerà solo i dati di questa fascia. Così nessuno "vincerà" più la gara degli ascolti, perché ognuno fornirà cifre diverse, con campioni diversi: semplicemente non-confrontabili. Arriveremo al paradosso di sommare le percentuali e di ottenere un 110% di pubblico. Sorbole!
Come potrà la monopolista Auditel essere ora lo specchio del Paese? Non potrà, visto che la percentuale di popolazione anziana è in continuo aumento...
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