Moggi & Sistema

D'accordo, lo ammetto, sono juventino.
D'accordo, lo ammetto, sono deluso da quanto emerso dalle famose intercettazioni telefoniche che coinvolgono Luciano Moggi, Antonio Giraudo, Pairetto ex-designatore arbitrale e vari altri personaggi consimili.

Però, ammettetelo anche voi, non c'è niente di così grosso (almeno per ora) che rischi di destabilizzare il mondo del calcio. Qualche vecchia amicizia che non riesce a fermarsi di fronte ad incarichi lavorativi tanto contrastanti, qualche vecchio contatto sfruttato per concludere una trattativa, qualche parolaccia di troppo nei confronti di amici di lungo corso.

Se la proprietaria della Juventus, cioè la famiglia Agnelli alla 4a generazione, avrà il coraggio di dare il benservito alla dirigenza che ne sta infangando il nome, compirà un gesto che nessuno, almeno in Italia, è mai riuscito a fare: abbandonare il cavallo vincente solo perché coinvolto in un'inchiesta (che non potrà avere ritorsioni sulla squadra, ma solo sui diretti interessati).

Nessuno ha mai pensato che Berlusconi rinunciasse ai favori e all'amicizia di Previti (neppure ora, mannaggia a tutti loro, neppure ora). Nessuno ha mai obbligato Andreotti a ritirarsi dalla vita politica solo perché sotto processo in una decina di tribunali (ora assolto, eh sì...). Nessuno ha mai fatto la cosa che sembrava giusta per l'opinione pubblica e per il proprio buon nome.

Se la Juventus lo farà, tanto di cappello.
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