Previti & Socrate

Non mi permetto di giudicare sul fatto se sia giusta o meno la condanna a Previti, ma va da sè che se i giudici hanno chiuso in questo modo un processo durato 10 anni al terzo grado di giudizio riuscendo a scavalcare l'ostacolo di leggi e leggine fatte ad hoc per mettere in salvo l'avvocato di Berlusconi qualcosa ci sarà stato. Non nascondiamocelo, ne ha combinate di cotte e di crude e finora gli era sempre andate bene (in un modo o nell'altro) proprio come al suo protetto.

Ciò che più mi ha lasciato l'amaro in bocca è stata una dichiarazione dell'avvocato dell'avvocato Previti, che ha paragonato il suo assistito a Socrate. Il nobil'uomo (Previti, non Socrate) si sarebbe consegnato alla giustizia pur essendo innocente perché, proprio come l'antico ateniese, considera giusto e retto seguire le leggi dello Stato anche se inique (come narrato da Platone nell'Apologia di Socrate). Per questo si sarebbe presentato spontaneamente al carcere di Rebibbia ancor prima che giungesse la comunicazione all'Arma perché lo scortasse in prigione... sì, poi si è scoperto che in questo modo cerca di ingraziarsi i giudici così che gli concedano gli arresti domiciliari. Ma perché dovrebbero permettere a un uomo condannato per corruzione e in buona salute di trascorrere i 6 anni di reclusione in un lussuoso attico del centro di Roma? Soltanto perché ex-parlamentare e avvocato e benestante e tirapiedi del Caimano?

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[Edit: vi segnalo questo divertentissimo articolo di Jacopo Fo]
3 Responses
  1. Anonimo Says:

    Ma perché, proprio come socrate, non beve la cicuta ed esce di scena con stile? :)


  2. Anonimo Says:

    Ma dov'è finito il mio commento?


  3. Anonimo Says:

    Il tuo commento c'è, non preoccuparti. :)

    Per quel che riguarda la cicuta: in effetti quella era la pena alla quale è stato condannato, quindi mi sarebbe sufficiente che l'avv. on. Previti si faccia tutti (tutti tutti!) i 6 anni che gli sono stati inflitti in un carcere qualsiasi (anche a sua scelta, perché no?).